ATP Parigi-Bercy, Djokovic: “Dopo gennaio ho avuto mesi complicati dal punto di vista emotivo e mentale”

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ATP Parigi-Bercy, Djokovic: “Dopo gennaio ho avuto mesi complicati dal punto di vista emotivo e mentale”

“Tornei e giocatori spesso vogliono due cose differenti” spiega Novak Djokovic, per il quale “Wimbledon arriva sempre al momento giusto”

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Novak Djokovic - Bercy 2021 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Ci siamo. Con l’ora solare, è scattato anche l’ultimo ATP 1000 dell’anno, il Rolex Paris Masters, che è anche l’ultimo torneo della regular season. Così, domenica, mentre sui campi si giocava il secondo e decisivo turno delle qualificazioni con i differenti esiti per Sonego e Fognini, sono andate in scena le conferenze stampa che precedono l’avvio del tabellone principale. Tra gli intervistati non poteva mancare il tennista che nell’indoor parigino ha alzato sei trofei – nessuno come lui.

Si tratta di Novak Djokovic (oh-la-la), bi-campione in carica, che a Bercy ha creato un vero e proprio fortino: suo è il record di maggior numero di vittorie, 6, di finali disputate, 7, di edizioni vinte consecutivamente, 3 nel 2013-15, di match giocati, 49, e vinti, 41, e di edizioni del torneo disputate, 16 (con Verdasco). Il serbo è arrivato nella capitale francese con ottime sensazioni. Velocità del campo, periodi senza giocare, lotte con i demoni, bilanci mostruosi e mostri bilanciati sono alcuni degli argomenti toccati. Ma si comincia proprio dalle citate sensazioni del 21 volte campione Slam:

“Mi sento alla grande qui. Tanti successi. Aiuta sempre arrivare in fiducia a un torneo e con alcuni buoni ricordi, buone emozioni sul campo. Ho vinto le ultime due edizioni, 2019 e 2021, quindi spero di continuare la striscia. Le condizioni mi piacciono, anche se devo dire che sono diverse rispetto all’anno scorso. Il direttore del torneo mi ha detto che hanno aumentato la velocità del campo. Me n’ero accorto, ci vuole solo un po’ per adattarsi.”

IL TABELLONE DELL’ATP MASTERS 1000 DI PARIGI-BERCY

D. Ad Astana hai detto di essere un po’ arrugginito dopo il rientro, ma hai vinto lì e a Tel Aviv e la maggior parte dei tornei che hai giocato quest’anno. Ti senti ancora arrugginito o sempre meglio?

Novak Djokovic: “Nella seconda parte della stagione, mi sono sentito diverso in campo, in senso positivo. A inizio anno, con quello che è successo in Australia, mi sentivo limitato, dal punto di vista emotivo e mentale fuori dal campo, e ciò si ripercuoteva sul mio gioco. Stavo cercando la strada per arrivare al livello desiderato e credo sia successo verso la fine dello swing sulla terra battuta.”

“Nella mia carriera, Wimbledon arriva sempre al momento giusto. Quando ho bisogno di una grossa iniezione di fiducia e di un titolo pesante, Wimbledon c’è sempre. È stato un sollievo con tutto quello che è capitato”.

“Dopo non ho giocato per un po’ [senza vaccinazione, non poteva recarsi In Canada e negli Usa, ndr]. Poi ho giocato un gran tennis alla Laver Cup, Tel Aviv e Astana. Indoor ho sempre fatto ottimi risultati dappertutto. A questo livello, è importante avere buone sensazioni sul campo e bei ricordi, perché il tennis è un gioca dai margini sottili che decidono che vince il match. Spesso, come ti senti mentalmente, se stai lottando contro i tuoi demoni in un modo positivo o negativo influisce sul risultato finale.”

D. Hai avuto dei periodi neri nel tuo calendario senza essere infortunato. Come hai lavorato, qual è stato il tuo approccio mentale? Come ti sei organizzato per restare competitivo al massimo?

ND: “Non ho detto ‘periodi neri’, ma mesi complicati dopo gennaio. Un’esperienza nuova anche se non fantastica. Una possibilità di uscirne più forte. Non mi sentivo al meglio, ma sapevo che non sarebbe durata troppo. È solo una questione di tempo arrivare all’equilibrio ottimale dentro e fuori dal campo.”

D. Domani è Halloween e sto cercando il mostro del pianeta tennis. Hai un bilancio positivo contro tutti i top player. Posso dire che sei il mostro del tennis?

ND: “Il mostro? Non so il significato di questa parola nella tua lingua, ma nella mia non è dei migliori [ride]. Preferisco non essere il mostro del tennis. Però è fantastico avere quel bilancio positivo.”

D. Hai parlato della velocità dei campi. Si dice spesso che i campi sono diventati molto lenti, Astana, Laver Cup, anche qui in passato. Secondo te, qual è la velocità giusta indoor? Gli organizzatori cercano di evitare i campi veloci per avere degli scambi, ma se sono molto lenti possono esserci infortuni, ci sono state molte lamentele in tal senso. Soluzione?

ND: “Non so. Spesso, quello che vuole il torneo e quello che vogliono i giocatori sono due cose differenti. Non significa che valga per Parigi-Bercy. Poco fa Cedric Pioline mi ha detto che hanno deciso di velocizzarli perché molti tennisti si erano lamentati della lentezza delle condizioni dell’anno scorso. Penso sia giusto, hanno il diritto di farlo. Ognuno è diverso, non c’è una superficie migliore per tutti.

Pensando a tutte le volte che ho giocato qui, ci sono stati anni in cui era molto rapida, poi medio-veloce, medio-lenta, lenta e ora è tornata medio-veloce. I cambiamenti dipendono anche dai giocatori locali. Funziona così. Il torneo cerca di favorire gli eroi nazionali, qualcosa che succedeva molto spesso in passato.”

IL TABELLONE DELL’ATP MASTERS 1000 DI PARIGI-BERCY

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