A Torino Binaghi lancia le finali di Serie A: “Tramite i campionati abbiamo cambiato il tennis italiano”

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A Torino Binaghi lancia le finali di Serie A: “Tramite i campionati abbiamo cambiato il tennis italiano”

Il presidente federale lancia l’appuntamento al circolo della Stampa-Sporting: “Quando arrivammo vent’anni fa, ai circoli bastava essere ricchi e comprare giocatori forti. Ora non è più così”. Intanto il TC Park Tennis Genova va in semifinale

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Mimmo Carretta, Angelo Binaghi e Fabrizio Ricca alla presentazione delle finali di Serie A1 maschile e femminile 2022
Mimmo Carretta, Angelo Binaghi e Fabrizio Ricca alla presentazione delle finali di Serie A1 maschile e femminile 2022
 

Torino capitale del tennis mondiale e poi del tennis italiano: tra il 10 e l’11 dicembre si svolgeranno sotto la Mole le finali di Serie A1 maschile e femminile. A partecipare saranno le quattro squadre vincitrici della fase di qualificazione. Per il maschile si parte con 16 squadre divise in 4 gironi; invece, le squadre femminili sono divise in due gironi da quattro. Un campionato che Ubitennis vi sta raccontando di settimana in settimana, dando luce alle fatiche di squadre come il TC Rungg, il TC Park Tennis Genova e il TC Prato, con queste ultime due compagini che si sono appena sfidate in un incontro che ha visto i liguri accedere alle semifinali della Serie A1 maschile.

Le finali dei campionati degli affiliati si giocheranno sui campi indoor del Circolo della Stampa-Sporting, proprio quelli che fungono da training center per le ATP Finals. E allo Sporting si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dell’evento, che ha visto protagonisti il presidente federale Angelo Binaghi, l’assessore comunale allo Sport Mimmo Carretta e quello regionale Fabrizio Ricca, alla presenza anche di Nicola Pietrangeli e Paolo Lorenzi.

“Quando diciamo che vogliamo essere capitale del tennis diciamo anche che vogliamo dare la possibilità di potersi sfidare ai migliori circoli italiani – dice Ricca -. Collaboriamo tra di noi perché questo possa diventare uno sport preminente nel territorio. Oltre alle ATP Finals, l’anno scorso abbiamo ospitato la Coppa Davis che rappresenta l’eccellenza della competizione per nazionali, quest’anno le finali di Serie A1 che rafforzano lo sport di base”.

Così Carretta: “Tutto quello che si sta mettendo in campo è frutto di uno sforzo collettivo. Ogni volta che sono qui rivendico con un certo orgoglio che questo circolo è una casa dello sport, aperta ai torinesi. Una casa che si sta aprendo sempre di più. Non è un luogo chiuso. Stiamo facendo un lavoro diverso e queste manifestazioni sono un valore aggiunto per questo processo”.

Ha poi preso la parola il presidente federale Binaghi. “Qualche numero. Noi quest’anno supereremo il mezzo milione di tesserati. E’ bene che lo sappia anche chi lo trascura, siamo un grande sport popolare. Ormai il tennis e padel in questo vengono dopo il calcio. Di questi 500mila giocatori, ce ne sono una decina che puntano ad arrivare al top mondiale. Tutti gli altri sono passati e hanno combattuto per cercare di arrivare nelle finali di Serie A, versando lacrime e sangue. Come per tutti gli asset della Fit, vogliamo investire per valorizzare i nostri campionati sempre di più. Stiamo per cinque anni in Piemonte. Tutti i giornalisti qui presenti sono focalizzati sul grande spettacolo ATP Finals, ma la dimensione sociale dello sport è ancora più importante ed è manifestata da questo nostro campionato. Venerdì – svela Binaghi – riceverò il presidente federale francese, che viene con i suoi direttori tecnici; vuole chiederci quale sia il segreto del tennis italiano. Ha preparato una lista di domande. Noi siamo concorrenti leali e risponderemo quasi completamente. Ma per fortuna non ci ha chiesto niente sul campionato nazionale, che io invece credo sia una vera chiave del nostro successo. Vent’anni fa, quando siamo arrivati noi, bastava avere soldi e comprare i giocatori migliori: noi abbiamo detto di no. Quando siamo arrivati, abbiamo detto che deve vincere non il circolo più ricco ma quello più bravo a costruire giocatori; abbiamo quindi imposto che il 50% di chi gioca in una squadra siano elementi del vivaio. Da quel giorno il tennis italiano è cambiato. Secondo me la chiave del nostro successo è la formazione e la formazione nasce se un circolo è stimolato a far di tutto perché un ragazzo diventi un campione”.

C’è stato poi spazio per le domande dei giornalisti presenti. A Ricca è stato chiesto se c’è la possibilità di vedere dall’anno prossimo anche le Next Gen ATP Finals a Torino, considerando che a Milano è scaduta la licenza: “Noi faremo tennis ad alti livelli tutti i giorni di tutto l’anno. Ma non bisogna andare a inflazionare questi eventi: abbiamo capito che ci devono essere degli equilibri. L’anno scorso abbiamo avuto la Davis dopo le finali ATP e ci siamo accorti che questo evento è stato vissuto con più leggerezza, le Finals hanno portato via l’attenzione. Abbiamo capito che se si fanno grandi eventi, vanno messi sul piedistallo giusto per non abbassare la percezione del pubblico”. Su questo Carretta ha aggiunto: “Noi come amministrazione cerchiamo sempre di raccogliere segnali. Cerchiamo di costruire eventi che possono fare da traino. Le cose possono essere sempre migliorate, questo non significa che per forza bisogna aggiungere dei pezzi. Abbiamo professionalità che possono fare i consigli giusti”.

A Binaghi, invece, è stata fatta una domanda sui prossimi Internazionali d’Italia di Roma: l’edizione 2023 sarà la prima ad avere tabelloni da 96 giocatori. A che punto sono i preparativi? “Ne stiamo parlando. Dobbiamo ragionare sempre in avanti, ormai le ATP Finals sono ben avviate e ci stiamo proiettando verso il prossimo grande appuntamento; il raddoppio dei tabelloni è una grande scommessa. L’impatto sulla nostra struttura sarà molto forte. Non mi riferisco tanto al fatto che ci saranno tanti spettatori in più; se l’anno scorso abbiamo avuto 230mila spettatori paganti, non mi aspetto che nel primo o secondo anno si arrivi a 400mila, che è il nostro obiettivo; bensì mi riferisco all’impatto che avrà il raddoppio di giocatori e giocatrici presenti a Roma. Avevamo un tabellone a 56, passiamo a 96. Aumentano anche i tabelloni di quali e doppio; ci sarà circa il doppio dei giocatori presenti. Quindi dobbiamo avere il doppio di ristoranti, spogliatoi, macchine per la transportation, palestre, personale… Il centrale dovrà arrivare a 12500 spettatori ed avere una copertura; e dobbiamo realizzare qualche nuovo campo. L’impatto sul site che si prospetta è il più importante nella storia del Foro, e dobbiamo adeguarci velocemente. Sport e Salute ha già portato nel nostro consiglio federale alcune proposte e le faremo arrivare all’ATP, che ha grande apprensione, si rendono conto prima di noi dello sforzo necessario. Loro hanno una attenzione maniacale per le facilities. Sono l’organo sportivo più esigente, ma la qualità dei nostri partner è una garanzia assoluta per noi per la buona riuscita di qualunque tipo di manifestazione sportiva che arriva in Italia. Noi con loro siamo sicuri di fare le cose bene e di non creare buchi economici. Noi siamo dei Robin Hood: i nostri biglietti sono molto cari ma i proventi cerchiamo di reinvestirli nel sociale, e questo è il motivo per cui siamo lo sport più cresciuto in Italia negli ultimi vent’anni”.

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