Coppa Davis, Australia-Croazia, la preview: balcanici leggermente favoriti, ma De Minaur e i doppisti possono ribaltare il pronostico

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Coppa Davis, Australia-Croazia, la preview: balcanici leggermente favoriti, ma De Minaur e i doppisti possono ribaltare il pronostico

Con Cilic, Coric, Mektic e Pavic la squadra croata è più completa, ma l’entusiasmo aussie può rompere le uova nel paniere

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Marin Cilic (sinistra) e Alex De Minaur (destra) - Davis Cup Finals Torino 2021 (Photo by Jose Manuel Alvarez / Quality Sport Images / Kosmos Tennis)
 

Alle ore 16:00, sul sintetico di Malaga, andrà in scena la prima semifinale di questa Coppa Davis 2022, tra la Croazia finalista lo scorso anno, sconfitta dalla Russia di Medvedev e Rublev, e la grintosa Australia, che pur priva di Nick Kyrgios è comunque presente tra le prime 4 nazioni del mondo, per la prima volta dal 2017, quando si arrese al Belgio di Goffin all’ultimo singolare, vinto da Steve Darcis su Jordan Thompson (unico ancora presente da quella spedizione). Si tratta del secondo incrocio nella storia tra le due nazionali, con il primo disputatosi solo l’anno scorso, quando i balcanici si imposero con un secco 3-0, e un solo set perso, il secondo della partita tra De Minaur e Cilic. Quest’anno le carte in tavola sono un po’ cambiate, con la Croazia ancora più pericolosa, potendo schierare come secondo singolarista il ritrovato Borna Coric.

E proprio il n.26 al mondo Coric sarà il primo a scendere in campo, opposto a Thanasi Kokkinakis, attuale n.95 ATP e 5° d’Australia (oltre a Kyrgios, neanche O’Connell è presente in Davis), giocatore come il croato ha patito molto gli infortuni in passato ma sta ritrovando la fiducia in campo sia in singolare che in doppio. Coric, oltre a saper tenere lo scambio, è bravissimo a cambiare il ritmo e impostare il gioco come vuole col suo gran rovescio, sicuramente un punto di forza dal quale oggi non potrà prescindere per portare a casa un match importantissimo, in cui parte favorito. Il croato nei quarti ha battuto lo spagnolo Bautista Agut in due set, mentre Kokkinakis è al suo esordio in questa fase finale di Coppa Davis. L’unico precedente tra i due è stato disputato il mese scorso a Tokyo sul cemento, col croato vittorioso per 6-4 7-6(4).

Marin Cilic, attuale n.17 al mondo, è alla ventottesima convocazione in Davis (la prima risalente al 2006), e tra tutti è sia il giocatore più esperto, sia più pericoloso (ex n.3 al mondo e campione Slam), con 33 vittorie su 48 singolari giocati in questa competizione. Il croato ama dirigere il gioco dal fondo del campo con il suo drittone e cercare più spesso l’uno-due, una tattica che, grazie all’altezza e la prestanza, gli ha sempre portato grandi frutti. Ma dall’altra parte c’è Alex De Minaur, n.24 ATP, alla sua ottava convocazione, con un ottimo record di 10 vinte e 4 perse in singolare, ed è certamente un giocatore che può mettere in difficoltà Cilic. Infatti il trottolino australiano, che ha anche 11 anni in meno dell’avversario, si esalta nello scambio lungo ed è fantastico nella difesa estrema del punto, con una capacità e rapidità di copertura del campo non indifferente, che può stancare e mettere in difficoltà il croato, impedendogli di martellare come vuole.

I precedenti sono 2-1 in favore dell’ex campione dello US Open, che ha vinto anche l’unico in Davis (appunto lo scorso anno, quando poi la sua Croazia sconfisse anche l’Italia), oltre a una storica, fantastica partita proprio a New York, nel 2018. Alla luce di ciò, e della maggiore esperienza, leggermente favorito Marin; ma la lentezza della superficie potrebbe giovare all’australiano e ribaltare tutto. In caso di doppio decisivo inoltre, stavolta la Croazia, pur schierando Mate Pavic e Nikola Mektic, non partirebbe così nettamente favorita come spesso le capita: l’Australia può infatti opporre Matthew Ebden e Max Purcell, campioni di Wimbledon proprio contro i croati. E c’è anche l’alternativa Thanasi Kokkinakis, sia in singolare che in doppio; un giocatore che in giornata può far male a tutti. Dunque l’equilibrio regna sovrano, la Croazia per esperienza (Cilic, Coric e Pavic furono già decisivi nella vittoria della Davis 2018, seconda affermazione della storia per la nazionale balcanica) e qualità parte leggermente avanti, ma la freschezza e l’entusiasmo degli aussie, oltre alla grinta di Hewitt dalla panchina, possono fare la differenza.

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