Ferrero su Alcaraz: "Non mi sorprende vedere quanto sia amato. Ma deve ancora crescere"

ATP

Ferrero su Alcaraz: “Non mi sorprende vedere quanto sia amato. Ma deve ancora crescere”

Da un paio d’anni Carlos si avvale della consulenza di una psicologa, Isabel Balaguer, che lo aiuta a metabolizzare tutto quello che sta vivendo

Pubblicato

il

Carlos Alcaraz Garfia e Juan Carlos Ferrero - ATP Challenger Todi 2020 (foto Felice Calabrò)
 

Juan Carlos Ferrero è, senza tanti giri di parole, il serio candidato al Coach of the Year 2022. L’allenatore di Carlos Alcaraz è stato lodato più volte nel corso dell’anno per il lavoro svolto con il diciannovenne spagnolo.

LA PRESSIONE DEL NUMERO 1 –Mosquito“, il soprannome di Ferrero ai tempi in cui giocava, ha concesso una lunga chiacchierata ad Arab News, dove ha parlato del processo di crescita di Alcaraz e delle sfide che lo attendono nel 2023. La pressione che ha dovuto gestire il suo protetto dopo la vittoria del suo primo Slam è stata tanta, come dimostrato anche dal fatto che i suoi risultati non siano stati eccezionali in autunno:Dopo gli US Open è stato difficile adattarsi al suo nuovo ruolo da numero 1. Stavo parlando con lui della maniera in cui doveva gestire la situazione, ma penso che abbia bisogno di fare dell’esperienza da sé, andare a un torneo e sentire la pressione di essere il numero 1, giocando da numero 1 del mondo”.

Certo non è facile affrontare tutto questo per la prima volta, specie se le aspettative sono così grandi: “Non è molto facile all’inizio, soprattutto a 19 anni. Non è ancora super maturo, e controllare tutto quello che gli è successo non è affatto semplice. È in un momento in cui ha bisogno di vivere e fare esperienza, adattandosi piano piano alla nuova realtà”.

L’AIUTO DI UNA PSICOLOGA – Da un paio d’anni a questa parte Carlos si avvale della consulenza di una psicologa, Isabel Balaguer, per aiutarlo a metabolizzare tutto quello che gli sta capitando. “Senza di lei non sarei dove sono come specificato da Alcaraz a La Razon a fine 2021. Mi aiuta a controllare le emozioni in campo, ed è importante in uno sport come il tennis in cui sai che fallirai, perderai, e devi imparare dagli errori”. “Stiamo cercando di gestire insieme tutto il pacchetto – prosegue Ferrero – e devo dire che sta andando molto bene“.

Spostandosi sul concreto viene chiesto a Ferrero se, e quali sono, i margini di miglioramento per Carlos: “Non puoi dire a qualcuno che non ha più bisogno di allenarsi visto che è arrivato a occupare il posto di numero 1. Anzi, è l’esatto opposto. Carlos deve continuare a lavorare in tutte le aree in cui ha bisogno di progredire, ed è quello che faremo“. Nello specifico Ferrero crede che: “Sul diritto ci sono alcuni piccoli dettagli da sistemare, e lo stesso vale per il rovescio. Naturalmente deve essere più continuo con il servizio e vorrei che fosse ancora più aggressivo in risposta. E dovrebbe pulire un po’ il suo gioco a rete“. Alla faccia dei margini di crescita.

In chiusura Ferrero si lascia trasportare dai ricordi, rammentando gli inizi con Alcaraz:Mi ricordo che già quando ho iniziato a lavorare con lui, a 16, 17 anni, non era così famoso, ma era molto carismatico ai tornei e tutti volevano vederlo giocare. Non mi sorprende vedere che tutte le persone ora lo amano”.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement