Intervista esclusiva con Gianluca Cadenasso, 18enne promessa del tennis ligure

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Intervista esclusiva con Gianluca Cadenasso, 18enne promessa del tennis ligure

Il promettente alfiere del TC Genova vince l’Open di Reggio Emilia dopo aver sfiorato il colpaccio contro Lorenzo Sonego.

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Solo qualche giorno fa ci è capitato di assistere alla finale dell’Open di Reggio Emilia, torneo molto importante con un ricco montepremi di ben 2.500 euro. Spesso questi tornei sono molto interessanti, con un tasso tecnico che non sfigura certo davanti ai migliori Futures. Nella fattispecie il 18enne 2.3 Gianluca Cadenasso ha avuto la meglio su quello che era il logico favorito, nonché padrone di casa, Andrea Guerrieri (n.750 ATP) col punteggio di 2-6 7-6 6-3. Il giovane genovese ha messo in mostra un ottimo tennis, molto aggressivo e ricco di soluzioni interessanti. Così abbiamo deciso di conoscerlo meglio e l’abbiamo contattato telefonicamente proprio mentre scendeva dal treno che lo portava a Mantova dove giocherà gli ottavi dell’Open in corso di svolgimento alla Canottieri Mincio.

Buongiorno Gianluca, innanzitutto complimenti perché Guerrieri non è certo un giocatore banale.

Assolutamente no, soprattutto sul veloce dove, coi suoi colpi mancini, è particolarmente pericoloso. Io ho fatto un po’ di fatica ad entrare in partita ma poi è filato tutto liscio.

Tu sei di Genova, dove e con chi ti alleni?

Mi alleno al TC Genova con Mauro Balestra e la mia preparatrice atletica è Graziella Rodonò. In più tutte le mattine gioco al TC Baiardo con mio fratello Giorgio, che è maestro nazionale.

Giornate piene di tennis, c’è posto anche per la scuola?

Sto facendo online l’ultimo anno di un istituto tecnico-commerciale. E quest’anno avrò la maturità, per cui ogni ritaglio di tempo lo dedico allo studio.

Nel 2022 avevi vinto altri due Open, dico bene?

Sì, a Ceriano Laghetto e in casa al TC Baiardo. Poi ho tentato la strada dei Futures, dove sono riuscito a qualificarmi per il tabellone principale a Madrid e Creta.

Tra i professionisti la vita è dura, vero?

Con chiunque giochi noti subito che tutti hanno una voglia pazzesca di vincere e nessuno ti molla un punto. E questa è la differenza più grande che ho notato rispetto agli juniores, dove invece i cali di tensione sono frequenti.

Per quest’anno che programmi hai?

Farò un altro paio di Open poi andrò in Spagna a Manacor per giocare due 25.000 $. Poi navighiamo un po’ a vista perché conosciamo il programma solo fino a fine febbraio.

Qualche settimana fa durante il Memorial Agazzi hai giocato contro Lorenzo Sonego. Che impressione ti ha fatto affrontare un top player?

Per fortuna ho avuto molto poco tempo per pensarci, e dunque per agitarmi, perché avevo già giocato la mattina. Quindi sono sceso in campo molto tranquillo e ho giocato anche bene. Peccato non aver trasformato quel set point che ho avuto nel secondo set, su cui ho fatto doppio fallo (ride, ndr).

Immagino che il tuo obiettivo sia fare del tennis una professione, dico bene?

Sì certo, ci sto provando molto seriamente.

Hai giocato con qualcuno della Nouvelle Vague italiana o i due anni di differenza te l’hanno impedito?

In partita mai, ma mi sono allenato spesso con Matteo Arnaldi che giocava la gara a squadre con me e con cui siamo davvero amici. Poi mi sono allenato a Tirrenia con Francesco Passaro che è un giocatore davvero impressionante. Devi vedere come gli scorre la palla, soprattutto di diritto. E’ difficilissimo leggere i suoi colpi. Poi anche con Matteo Gigante ad Iseo durante il Memorial Agazzi. E anche lui, soprattutto di rovescio, è impressionante. Ti prende il tempo e ti mette subito in soggezione.

Dicono che Gigante sia un po’ pigro.

Mica tanto (ride, ndr), sembra sempre un po’ fermo, come Fognini per capirci, e poi ti tira un vincente che non te ne accorgi nemmeno.

Quando sei in giro per tornei e non stai giocando/allenando, cosa ti piace fare?

Se non sono stanco mi piace molto girare per le città. Ad es. a Madrid ho avuto qualche giorno libero e sono stato contentissimo di poter fare il turista.

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