[24] R. Bautista b. A. Murray 6-1 6-7(7) 6-3 6-4
Gli applausi accompagnano l’uscita dalla Margaret Court Arena di Andy Murray, al termine di un Australian Open indimenticabile tanto quanto quelli in cui raggiunse la finale. La corsa dello stoico scozzese finisce al terzo turno contro il muro chiamato Roberto Bautista Agut, dopo altre tre ore e trentadue minuti di battaglia che si sono sommati alle quasi undici ore nei primi due turni. I 5 set contro Matteo Berrettini e soprattutto quelli contro Thanasi Kokkinakis non verranno mai dimenticati e resteranno negli annali del tennis.
Oggi Andy Murray ha perso, arresosi al dolore e ad un cliente scomodissimo come lo spagnolo, unica testa di serie rimasta nell’ultimo quarto di tabellone dopo i primi due turni. E forse è un cerchio che si chiude perchè è lo stesso Bautista che, quattro anni fa, sembrava aver posto fine alla leggendaria carriera dello scozzese, che invece è ripartito dal basso, ha lottato in ogni singola partita e, a 35 anni, si è più volte ancora regalato un palcoscenico di primissimo piano. Con l’augurio che, al termine di questa epopea australiana, l’ex numero uno del mondo possa dar vita ad un’ultima, fantastica fase della sua vita tennistica. Non avrà vinto, ma quanto espresso in questo torneo vale come uno dei più grandi successi della sua carriera.

IL MATCH – Il primo set è a senso unico, con Murray che fa tanta fatica in risposta, mentre al servizio riesce a salvarsi soltanto grazie alla sua solita importante prima, che però non gli evita un punteggio molto severo. Bautista è l’avversario peggiore che il britannico potesse incontrare dopo le oltre dieci ore disputate fin qui. Si parte con un 3-0 0-30 per lo spagnolo, con l’ex numero uno al mondo autore di un solo punto conquistatto in un parziale impietoso di 14-1, con sette gratuiti commessi fin qui. La prima di servizio e la sua mano educata lo salvano e cancellano lo “zero” dalla casella dei game vinti. Lo scozzese prova a scuotersi chiedendo l’incitamento del pubblico, ma Bautista è attentissimo e non fa sconti: 14 errori gratuiti di Andy segnano inevitabilmente il primo parziale, vinto dallo spagnolo per 6-1 in 29′.
Nel secondo set continuano i problemi di spostamento di Murray, mentre lo spagnolo va dritto come un treno. Nel terzo game arriva il primo break del parziale con un doppio fallo del britannico: al cambio campo, Sir Andy dice al suo angolo di non riuscire a far nulla e di non trovare velocità col servizio. Bautista serve bene e non trema, mentre il sofferente britannico regala spettacolo: il pubblico ha chiaro in testa per chi tifare. Sotto 2-4 il 35enne di Glasgow cancella una pericolosa palla break e, con le poche forze residue, trova l’ace decisivo per tenersi in scia del suo rivale. All’improvviso, le prime di Bautista calano: arrivano errori e un doppio fallo che, sommate alla classe di Murray e all’entusiasmo del pubblico presente, significano break nell’ottavo gioco. L’iberico è come paralizzato dalla paura e dai fantasmi, dalla tempra inossidabile del suo avversario.
La testa di serie numero 24 si dimostra poco lucido rispetto al piano partita da attuare contro un avversario semi-immobile, ma dalla classe infinita. Murray sbaglia tanto sugli scambi prolungati e sul 5-5 offre un’altra palla break, sciupata però da Bautista con una comoda volée lunga. Si arriva al tie-break, con il numero 25 ATP che con un dritto vincente ottiene il primo minibreak: 3-1. L’iberico conferma il vantaggio fino al 6-4, procurandosi due set point. Il primo, sul suo servizio, sfuma al termine di un braccio di ferro dal quale esce vincitore Murray. Il secondo si gioca sul servizio del britannico, che tira la seconda a 119km/h ma con un dritto fenomenale risale sul 6-6. L’ennesimo scambio fuori da ogni logica tennistica porta Andy al primo set point, sventato da Bautista, che però incappa in due errori gratuiti consecutivi e consegnano al match un’incredibile e impronosticabile parità: 7-6(7).
Nonostante un secondo set scivolato via nel momento in cui sembrava averlo in pugno, Bautista non batte ciglio tiene a zero il suo primo turno di battuta del terzo set, costringendo Murray ai vantaggi nel secondo game. Il livello di tennis resta impressionante: praticamente si vedono solo vincenti. Sullo scoccare delle due ore di gioco, al termine di un game da oltre sei minuti, lo scozzese tiene la battuta senza concedere palle break, impattando sull’1-1 utilizzando tutte le variazioni a sua disposizione: cross di dritto, smorzata, volée, passante e pallonetto. Tutto rigorosamente eseguito alla perfezione.
Di palle break finora non nemmeno l’ombra, ma sotto 2-3 l’ex numero 1 del mondo è costretto a recuperare da 0-30, vincendo l’ennesimo punto spettacolare al termine di tre recuperi eccezionali: 3-3. La relativa facilità con cui Bautista tiene i suoi turni di battuta gli consente di essere più fresco, libero e aggressivo in risposta. Nell’ottavo game lo spagnolo si procura i primi break point del parziale: sotto 15-40 Murray annulla con grande generosità entrambe le chance, ma alla terza opportunità deve arrendersi. La testa di serie numero 24 sfrutta un sanguinoso errore di rovescio di Andy, uno dei pochi del terzo set, sale 5-3 e in un batter d’occhio si porta avanti due set a uno: 6-3.
Il numero 66 serve per primo nel quarto set e nel primo gioco in risposta si procura una chance di break con una gran risposta in allungo. Bautista spedisce lungo il suo rovescio incrociato e concede a Murray il break in avvio, ma se lo riprende immediatamente al termine dell’ennesimo game lottato. “I can’t serve!” (Non riesco a servire!), urla il cinque volte finalista a Melbourne verso il suo angolo, ormai piegato su se stesso praticamente al termine di ogni punto, stremato dall’idea che, per vincere questa partita, dovrebbe restare in campo almeno per un’altra ora e mezza.
Si ritorna dunque on serve, con Sir Andy costretto ad annullare un break point pericolosissimo nel quinto gioco per mantenersi in vantaggio. Ogni punto giocato, rincorso e lottato è sempre più simile ad un’agonia per lo scozzese, ma il termine ‘arrendersi’ non farà mai parte del suo vocabolario. Avanti 4-3 Murray si porta sul 15-30, ha una piccola chance per incidere ma la spreca, sbagliando il dritto d’attacco. Questo errore segna la parole fine sulla sua partita e sul suo epico torneo: da quel momendo Bautista vince sette punti consecutivi, impattando prima sul 4-4 e trovando poco dopo il break a zero. Nel decimo game lo spagnolo scaccia i fantasmi, rimonta da 0-30 e dopo tre ore e mezza di battaglia mette il punto esclamativo: finisce 6-1 6-7(7) 6-3 6-4 in suo favore. Agli ottavi di finale affronterà un altro cliente ostico come Tommy Paul.
Con la collaborazione di Paolo Pinto