A. Murray b. [14] M. Berrettini 6-3 6-3 4-6 6-7(7) 7-6(10-6)
Finisce con una sconfitta al primo turno l’Australian Open 2023 di Matteo Berrettini, battuto da Andy Murray in fondo a quattro ore e quarantanove minuti di lotta. Una partita bellissima, che promette di conservare a lungo l’appena acquisito status di match dell’anno. Incertezza fino all’ultimo metro, lunghi momenti di tennis paradisiaco e un rimpianto, per Matteo: quello di aver iniziato a giocare davvero solo a partire dal terzo set, dopo aver malissimo interpretato e perso i primi due. Il nostro numero uno è stato bravissimo a girare l’inerzia e ad arrampicarsi vicino ai propri picchi di tennis strada facendo, ed è andato a un centimetro dal girare le sorti della contesa. Ma al momento buono, sul 5-4 del parziale decisivo, procuratosi un match point con una bella risposta, si è divorato un comodissimo rovescio in avanzamento, affossato in rete con lo scozzese inerme e ormai battuto. Il supertiebreak di un set che non aveva altrimenti offerto grosse occasioni al ribattitore di turno, specie a un Murray capace di raccogliere appena quattro punti in risposta nella frazione, ha purtroppo visto spegnersi d’improvviso il cannone di Berrettini, il quale ha messo tre seconde nei primi tre turni on serve ed è rapidamente precipitato sotto a un 5-0 difficile da rimontare e in effetti non rimontato. Il KO al primo turno costa a Matteo 710 punti, vale a dire quasi per intero il bottino incassato grazie alla semifinale raggiunta lo scorso anno, e lunedì 30 gennaio vedrĂ il suo nome escluso dalla top 20 per la prima volta dal 26 agosto 2019. Sempre nel 2019 era arrivata l’ultima sconfitta al primo turno di uno Slam, proprio all’Open d’Australia per mano di Stefanos Tsitsipas.
IL MATCH – Si chiude il tetto a Melbourne a causa dell’eccessiva calura e le condizioni indoor della Rod Laver Arena rendono i ritmi di gioco piĂą lenti. Sin dal primo game di servizio, si vede come i colpi di inizio gioco di Berrettini siano meno efficaci rispetto a condizioni piĂą rapide: il romano sbaglia due dritti abbastanza comodi e tocca male una smorzata, cedendo subito la battuta. Decisamente piĂą in palla Murray che nello scambio sembra avere qualcosa in piĂą dell’avversario almeno in avvio di partita e ottiene anche qualche punto prezioso gratis dal servizio, salendo sul 3-0. Tante scelte sbagliate e frettolose per Berrettini, come se si sentisse incerto e poco tranquillo: tanti punti sudati e tanti scambi avviati, pochi punti semplici sull’uno-due per il numero uno italiano. Qualche segno di risveglio l’azzurro lo dĂ nel settimo game: si procura due palle break riuscendo a rispondere con piĂą continuitĂ , ma Murray si salva con due prime vincenti e uno splendido passante di dritto in corsa. Anche nell’ultimo turno di battuta del set lo scozzese si prende dei rischi che vanno a buon fine, mentre Berrettini commette un paio di errori di troppo a scambio avviato, perdendo così il primo parziale con il punteggio di 6-3.
L’inizio di secondo set è poco promettente per Berrettini: subito un errore marchiano con il dritto da metà campo e altre palle break concesse grazie anche alla qualità della risposta di Murray. Il britannico si inventa un passante stretto eccezionale di rovescio sulla palla break per strappare per la seconda volta la battuta a The Hammer. Il giocatore romano riesce a comandare in uno scambio con il dritto a sventaglio, ma non si procura possibilità per il contro-break dal 30-30. Le occasioni potenziali per l’italiano per riuscire a recuperare il break non mancano, come nel sesto game, nel quale si ritrova 0-30 e sbaglia un passante accessibile e un dritto in cross comodo che potevano portarlo a palla break. Berrettini risale dal 40-0 al 40-40 nel game in risposta sul 4-3 grazie a una volée sbagliata da Murray e a un doppio fallo, ma il dritto lo tradisce ancora nel momento del bisogno. L’atteggiamento è sempre più passivo e negativo con sé stesso e l’azzurro perde ancora una volta il servizio in conclusione di secondo set sbagliando l’ennesimo dritto e un tocco facile sulla smorzata di Murray, mostrando poca lucidità mentale e poca energia.
Dopo aver perso il servizio all’inizio dei primi due set, Berrettini riesce a tenere il suo turno di battuta senza troppi problemi in apertura di terzo e prova ad attivarsi con le gambe per scrollarsi di dosso la negatività che l’ha contraddistinto nei primi due parziali. Murray non si deconcentra e continua a servire con una grande regolarità ad uscire, ottenendo diversi punti diretti. Il britannico però nel terzo game sbaglia sul 30-30 un sanguinoso schiaffo al volo e concede una palla break, ma Berrettini non riesce ancora una volta a far partire lo scambio in risposta. L’azzurro non ci sta, risponde bene in un paio di circostanze, ma sul vantaggio pari sbaglia ancora un dritto sanguinoso a scambio avviato. Lo scozzese tiene così un turno di battuta fondamentale.
La svolta psicologica dell’incontro si materializza nel game successivo, quando Berrettini si trova a dover fronteggiare due palle break che, qualora trasformate, vista e considerata la piega presa dalla tenzone fino a quel momento, l’avrebbero con ogni probabilitĂ spinta verso una rapida fine. Pericolosamente salvatosi dalla seconda di esse – insidiosissima risposta di Muzza fuori di un nonnulla – la testa di serie numero tredici si rialza dalla buca mentale in cui era un paio d’ore prima precipitato, e inizia all’improvviso a giocare il suo tennis, alzando notevolmente le percentuali al servizio e prendendo a mettere in campo il drittone, sino a lì contumace. Nel quinto gioco, sotto 30-15, Berrettini infila una gran risposta con il dritto inside-in e un passantissimo lungolinea con il taglio sotto – non l’unico di giornata -, per poi approfittare di un dritto in controllo messo largo da Murray: 3-2 con break per lui, e set condotto in porto con poche sbavature.
Ritrovate le soluzioni che nei primi due parziali erano clamorosamente parse assenti, eppure costretto da un Murray al solito encomiabile a rinculare nei turni di risposta, Berrettini si trova a giocarsi la sopravvivenza al tiebreak del quarto, che si rivelerĂ un concentrato straordinario di emozioni. Bravissimo Matteo a scappare avanti di un minibreak sul 3-2, sul 5-4 e sul 7-6 (qui grazie a un incredibile passante giocato con il rovescio coperto a una mano, causa dell’errore con la volĂ©e in tuffo dell’ex numero uno ATP); meno nel concretizzare detti momenti di vantaggio specie nei primi due set point avuti in sorte sul 6-5 (ma in risposta) e sul 7-6, entrambi bruciati con due brutti errori di rovescio. Sul sette pari Matteo si salva giocando una volĂ©e da campione nei piedi di un Murray decisamente vicino al punto, e al terzo set point chiude guardando la difesa di dritto di del cinque volte finalista perdersi larga.
I piĂą si chiedono per quanto tempo ancora la benzina possa fluire nel motore di Sir Andy, trentacinque anni e un’anca d’acciaio, mentre il quinto set si dipana in modo lineare, privo di occasioni per il giocatore in risposta. Fino al decimo game, come dicevamo: Berrettini risponde bene alla seconda di Muzza e si procura il momento del destino, ma incredibilmente, con il campo spalancato e lo scozzese impotente a mezza via, Matteo affossa a mezza rete un comodissimo rovescio in avanzamento, regalando a Murray la scialuppa che di lì a poco avrebbe accompagnato entrambi al supertiebreak. Un supertiebreak smozzicato da Berrettini, tornato alle percentuali dei primi due, nefasti set con le percentuali della prima di servizio e in un amen sotto al 5-0 da cui non si riprenderĂ piĂą. Finisce anche in modo beffardo, con l’ultima risposta dello scozzese che accarezza il nastro e muore nel campo del Nostro in coda a quasi cinque ore di grande battaglia e di tennis sovente spettacolare. Berrettini si sognerĂ quel rovescio per molte notti a venire. Il sogno di Murray, invece, continua, e al prossimo turno troverĂ il vincitore della sfida tra Fabio Fognini e Thanasi Kokkinakis.
Hanno collaborato Matteo Beltrami ed Emmanuel Marian