Pegula: "Vika mi ha reso difficile pensare che potessi davvero metterle pressione"

Australian Open

Pegula: “Vika mi ha reso difficile pensare che potessi davvero metterle pressione”

Sconfitta amara per Pegula che ha sofferto l’avversaria ma anche le condizioni di gioco: “Lei ha giocato molte partite in tarda serata, quindi penso che sembrasse decisamente più abituata di me a queste condizioni”

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Jessica Pegula, United Cup 2023 - Credit: Tennis Australia/James Gourley
 

Si ferma ancora una volta ai quarti la corsa della statunitense Jessica Pegula. Per il terzo anno consecutivo la nativa di Buffalo fallisce l’accesso alla semifinale. Quest’anno a sbarrare la strada dell’attuale numero 3 al mondo è stata la bielorussa Azarenka, capace di sconfiggere Pegula in due set 6-4 6-1.

MODERATORE: Jess, una partita dura oggi contro un’avversaria molto tosta. Parlaci della sfida.

JESSICA PEGULA: “Sì, è stata una partita difficile. Penso che lei abbia giocato ad alto livello per tutto il tempo. Mi sentivo come se ogni volta che tentavo di ottenere un po’ di slancio, non ero realmente in grado di dare seguito. Non credo di aver giocato al meglio, ma penso che lei abbia giocato molto bene sin dall’inizio, è stata più costante limitando gli alti e i bassi per tutta la partita.”

D. Era da un po’ che non vedevamo Vika giocare a quel livello sia da fondocampo sia a rete. Com’è stata affrontarla? Cos’è che ha fatto stasera che ti ha impedito di imporre il tuo gioco?

JESSICA PEGULA: “Penso che oggi lei abbia fatto esattamente quello che voleva fare. Stava solo seguendo il suo piano e lo ha fatto piuttosto bene stasera. Colpire la palla profonda, cercare l’anticipo, cambiare la direzione della palla, ha fatto le cose che io sono solita fare con le mie avversarie. Ovviamente penso che servire e rispondere bene [abbia fatto la differenza, ndr]. Penso che quando serve bene – lei risponde sempre bene – e non ha troppi alti e bassi nel servizio la rende davvero pericolosa. Ha variato molto bene il gioco stasera, trovando molta profondità nei suoi colpi. Mi ha reso difficile pensare che potessi davvero metterle pressione. Mi sentivo come se mi avesse messo costantemente sotto pressione dall’inizio alla fine del match.

D: Sconfiggere Iga all’inizio dell’anno, un risultato importante, ha fatto pensare a molte persone che potessi essere una contendente per il titolo. È stato diverso per te questo torneo dal punto di vista mentale?

JESSICA PEGULA: “Un pochino. Mi sento come se avessi avuto una buona possibilità di andare più avanti nel tabellone rispetto a quanto fatto. Allo stesso tempo, ancora una volta, si gioca una partita dopo l’altra. Ho conquistato delle ottime vittorie all’inizio dell’anno e in questo torneo. Penso di poter dire che è stato un ottimo torneo e una trasferta australiana soddisfacente. Mi sentivo decisamente più fiduciosa del fatto che sarei potuta andare più a fondo. Non sono stata così sorpresa di aver raggiunto i quarti di finale o il quarto turno o la seconda settimana. Era una cosa abbastanza normale per me il che è una buona cosa.

Q. Quando Vika giocava con i piedi all’interno della linea di fondo, colpendo la palla in anticipo, come hai cercato di contrastarla?

JESSICA PEGULA: “Stavo cercando di colpire profondo e andare in profondità verso il centro per non permetterle di spostarmi così tanto. Ma se non avessi spinto così in profondità, mi avrebbe punito per non averlo fatto. È stata molto brava a colpire la palla in alto, entrando con i piedi in campo. Mi sentivo come se fin dall’inizio non avesse avuto molte difficoltà. Avendo già giocato contro di lei, mi sembra che a volte lei possa avere dei cali per il modo in cui gioca, ma stasera non è stato così e questo l’ha resa molto difficile da affrontare. Allo stesso tempo penso di aver concesso molti errori gratuiti. Stasera non mi sono piaciute le condizioni. Sembrava così lento. Lei ha giocato molte partite in tarda serata, quindi penso che sembrasse decisamente più abituata di me a queste condizioni.  Mi sembravano come se stessi giocando una delle prime partite, mi ci è voluto un po’ per prendere il ritmo con la sua palla. Quando colpiva una palla alta, non arrivava come ero abituata in questi giorni. Mi ci è voluto del tempo per adattarmi. Allo stesso tempo mi se colpivo la palla troppo corta, lei era lì aggressiva e pronta per punirmi.

Q. Ti sei riscaldata nella Rod Laver Arena con il tetto chiuso prima della partita. Hai percepito il differenziale di velocità durante il riscaldamento?

JESSICA PEGULA: “Sicuramente. Ho giocato contro Sasnovich con il tetto chiuso, ma era durante il giorno e non sembrava così diverso [giocare con il tetto chiuso, ndr]. Ma penso che di notte fosse molto più umido, abbiamo sudato molto. Sembrava molto lento, l’ho percepito subito durante il riscaldamento ma allo stesso tempo è stato anche come se la palla volasse via verso di me, era molto strano. Non riuscivo a capire bene le condizioni. Le palle sono più lente e più pesanti, ma allo stesso tempo ogni volta che provavo a colpire, mi sentivo come se mi mancasse qualche centimetro qua e là. Penso di aver iniziato a trovare me stessa colpo dopo colpo. Quel tipo situazione che ti porta a fare più errori di quanto tu voglia. Sono campi diversi, condizioni diverse. Ho giocato su molti campi diversi qui, e ho dovuto giocare in modo diverso ma sono stata in grado di adattarmi molto bene. Solo stasera con il modo in cui stava giocando Vika, non mi ha dato tempo per prendere confidenza o ritmo con il mio gioco.

Q. Hai pensato al fatto che stavi giocando un quarto di finale e non sei andata oltre quel round in uno slam? Pensi che abbia fatto qualche differenza stasera?

JESSICA PEGULA:Non proprio. Una volta che sei là fuori, è solo un’altra partita, un’altra battaglia. So sempre che sarà dura giocare contro Vika. È una avversaria tosta, gioca così bene qui, abbiamo giocato delle belle partite in passato. Non credo di averci pensato affatto. Ovviamente senti maggiori emozioni quando giochi le fasi finali di un torneo, ma una volta che scendi in campo cerchi solo di vincere la partita. Non credo che abbia avuto molto effetto su di me. Ovviamente, ora, fa male perché avrei voluto giocare una semifinale, ma è andata così.

D. Cosa pensi di poter davvero trarre da questa esperienza a Melbourne per arrivare agli ultimi turni del torneo?

JESSICA PEGULA:Penso che devo anche fare un passo indietro e rendermi conto che ho fatto tre quarti di finale in tre anni. Pensando a dov’ero quando ho fatto il primo quarto di finale, ho decisamente fatto molta strada. Penso di essere una perfezionista e molto dura con me stessa. Ovviamente sono arrabbiata per stasera, ma allo stesso tempo sto ponendo me stesse nelle condizioni di poter andare in profondità in questi tornei. Penso di averlo dimostrato. Sono stato super consistente ma voglio assolutamente fare di meglio.  Quello che mi porto via è che sono lì e che ogni partita è dura, ma penso che la mia mentalità e il modo in cui stavo giocando a Sydney e qui, penso che il mio livello sia davvero alto in questo momento.

Q. Puoi parlarci di come pensi di elaborare la sconfitta di stasera, essere in grado di avere la giusta mentalità in vista dei quarti di finale di doppio di domani?

JESSICA PEGULA: “Penso che in realtà sia d’aiuto il fatto che giocherò il doppio domani perché non ho molto tempo per tenere il broncio. Domani giocherò come terzo incontro, quindi devo andare a incordare le racchette, prenotare i campi di allenamento, capire a che ora devo riscaldarmi. Tornerò qui probabilmente entro mezzogiorno. Ovviamente sarò piuttosto incazzata per il mio match di stasera. Ma domani è solo un’altra possibilità per ottenere un’altra vittoria, per avere un feeling migliore, per tornare indietro e ritornare in modalità competitiva, si spera di fare bene nel doppio. Voglio ancora vincere.

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