Coppa Davis
Coppa Davis: Gojo è sempre lui, batte Thiem e porta la Croazia sul 2-0
Ennesima impresa in Davis di Borna Gojo, che a Fiume supera in due set Thiem e regala il secondo punto alla Croazia, dopo la vittoria di Coric su Novak. Domenica alle 13 Mektic e Dodig potrebbero portare subito il punto della qualificazione

CROAZIA – AUSTRIA 2-0
Da Fiume, il nostro inviato
Dopo la prima giornata la Croazia è ad un passo dalla qualificazione alla fase finale della Coppa Davis 2023. Ma se la vittoria del n. 1 di casa Borna Coric sul secondo singolarista austriaco Dennis Novak era preventivabile, la sorpresa è la vittoria del “solito” Borna Gojo sull’ex n. 3 del mondo Dominic Thiem. Già il fatto di usare il termine “solito” fa capire però che quando c’è il 24enne spalatino in campo in un match di Davis non si può parlare del tutto di una sorpresa, dato che il tennista croato ha dimostrato più volte in questi ultimi anni di essere uno di quei giocatori che quando giocano per la propria nazionale sfoderano delle prestazioni di livello superiore a quelle a lui usuali nel circuito. Il nome illustre che ne ha fatto le spese stavolta, come detto, è quello di Thiem, ancora lontano però dal top player che fu in grado di giocare quattro finali Slam (e vincerne una). La squadra di casa potrebbe perciò chiudere la pratica qualificazione già con il primo match di domani, il doppio. Nonostante il forfait di Pavic, infatti, i croati schierano comunque una coppia di assoluto valore, quella composta da Nikola Mektic e Ivan Dodig, rispettivamente n. 8 e n. 11 della classifica ATP di specialità. E che quindi partono favoriti sulla coppia austriaca Erler e Miedler, che posso puntare sul loro maggior affiatamento, dato che giocano insieme anche nel circuito. Inizio del match previsto per le ore 13.
B. Coric (CRO) b D. Novak (AUT) 6-3 7-5
Il match di apertura al Palazzetto dello Sport Zamet di Fiume vedeva di fronte il n. 1 croato Borna Coric ed il n. 2 austriaco Dennis Novak. In quella che era la prima sfida tra i due, il favorito era chiaramente il 26enne zagabrese, ex n. 12 ed attualmente n. 23 ATP, soprattutto grazie al vittorioso exploit dello scorso a Cincinnati, che gli è valso anche il premio “Comeback Player on the Year” considerato che Borna era rientrato solo da pochi mesi dopo da un anno di stop a causa dei problemi alla spalla destra che lo avevano costretto ad operarsi. Il 29enne di Wiener Neustadt (sì, esattamente come Thiem, non è un refuso: i due sono anche grandi amici, ma la loro amicizia è nata a Vienna, quando avevano 14 anni e frequentavano entrambi l’accademia di Gunter Bresnik) è invece attualmente n. 144, con un best ranking n. 85 raggiunto poco meno di 3 anni fa. Insomma, ranking e curriculum parlano di due tennisti di livello diverso: l’austriaco frequenta abitualmente il circuito Challenger (ha vinto un torneo in Thailandia poco meno di un mese fa), mentre a livello di circuito principale conta solo due quarti di finale, anche un po’ datati (l’ultimo due anni fa a Montpellier). Ben diverso il palmares di Coric, che ha vinto tre tornei a livello ATP, in primis il già citato Masters 1000 di Cincinnati dello scorso anno, ma non possiamo non citare la prestigiosa vittoria sull’erba di Halle nel 2018, considerato che in finale battè un certo Roger Federer. La Coppa Davis però sappiamo come spesso sia un mondo a parte. Coric in Croazia è considerato un “animale da Davis”: 14 vittorie e 9 sconfitte per lui, che difficilmente perde quando è favorito, sa vincere da sfavorito e non trema nei momenti decisivi (basterà ricordare le vittorie decisive sul 2 pari contro Sock nel 2016 e contro Tiafoe nel 2018). Ma anche Novak non scherza: 9/6 il suo score, ma soprattutto alcuni scalpi importanti (De Minaur, Garin e Cuevas) e anche per lui la capacità di esaltarsi nei momenti clou, con due vittorie nel quinto decisivo match del tie.
Il copione del match è parso da subito chiaro, con Coric superiore da fondo e Novak che doveva chiedere tanto alla sua prima di servizio per chiudere con la combinazione servizio/dritto ed evitare di entrare nello scambio, dove alla lunga era destinato a soccombere vista la maggior qualità e consistenza dell’avversario. Ed infatti non appena la prima calava di efficacia l’austriaco non sfruttava due occasioni per il due pari, mentre invece il suo avversario coglieva la seconda per il break. Le due palle consecutive per il secondo break ed il conseguente 5-1 sembravano far presagire la fine del primo parziale da lì a breve. Ma Novak si ribellava, lottava, le annullava e addirittura nel game successivo, approfittando di un Coric che si era messo a giocare un po’ troppo corto e gli permetteva di prendere l’iniziativa con il dritto, arrivava due volte a palle break. Per la gioia del rumoroso gruppetto di connazionali presenti sugli spalti. Il croato era costretto a salire di livello per annullarle, entrambe con due rovesci vincenti, prima di chiudere il game grazie ad un lob millimetrico, sempre di rovescio. Il n. 144 ATP annullava nel gioco successivo altre due palle break, che erano anche due set point, ma Coric stavolta non si distraeva e affidandosi alla prima di servizio chiudeva subito dopo il parziale (6-3). E la banda musicale croata – presente come di consueto nei match casalinghi di Davis – poteva scatenarsi sugli spalti. Spalti peraltro pieni ma non pienissimi, come invece si augurava il ct croato Martic alla vigilia. Del resto i prezzi dei biglietti (50 euro il meno costoso) non sono proprio economici, peraltro in una nazione che sta registrando un notevole aumento dei prezzi dopo l’introduzione dal 1° gennaio dell’euro.
La prima parte del secondo set faceva registrare un sostanziale equilibrio, con una sola palla break (annullata) nel primo gioco sul servizio Austria. Novak cercava di rimanere aggrappato alla partita affidandosi come di consueto al servizio e al dritto per chiudere il punto entro pochi scambi. Coric, pur trovando anche lui molto aiuto dal servizio (nonostante la superficie di gioco del palazzetto fiumano – dove di solito gioca la squadra locale di pallamano – non appare velocissima, come dimostrato anche dai molti scambi prolungati), si affidava alla maggior solidità da fondo, sebbene talvolta la nota mancanza di punch, per dirla in gergo pugilistico, lo costringesse a prendere qualche di rischio di troppo e a commettere di conseguenza qualche errore. Tanto da essere costretto a ricorrere due volte ai vantaggi per portare a casa il proprio turno di battuta, nel quarto e nel sesto gioco. Il set si infiammava nel settimo gioco, come vuole la tradizione. Il n. 2 austriaco aveva un leggero passaggio a vuoto e Coric aveva per ben tre volte (di cui due consecutive) la palla per strappargli la battuta, ma Novak ritrovava servizio e dritto e portava a casa il game. La sensazione però era che a breve l’equilibrio fosse destinato a rompersi: Borna infatti non soffriva più nei suoi turni di servizio, al contrario dell’austriaco. Ed infatti nell’undicesimo gioco il n. 23 del ranking decideva che era il momento di premere il piede sull’acceleratore. Saliva 0-30 (bravo nel ribaltare l’inerzia dello scambio con un bel lob di dritto) e poi – nonostante il rammarico per il rovescio del possibile 15-40 uscito veramente di un’inezia – si procurava la palla break che trasformava subito dopo, per passare a condurre 6-5. E chiudere poi a zero il game di servizio successivo e conquistare così il primo punto per la Croazia.
B. Gojo (CRO) b. D. Thiem (AUT) 6-3 7-6(2)
Anche il secondo match della giornata ha visto affrontarsi due giocatori dal lignaggio molto diverso. Il n. 1 degli ospiti è infatti Dominic Thiem, ex n. 3 del mondo, vincitore (US Open 2020) e plurifinalista (Roland Garros 2018 e 2019 e Australian Open 2020) Slam. Che proprio dopo il trofeo vinto a New York, l‘ultimo e più prestigioso dei 17 della bacheca del 29enne austriaco, non è stato più lui. Prima i problemi alle ginocchia, poi l’infortunio e la conseguente operazione al polso che lo ha tenuto fermo per un anno, lo hanno fatto scivolare lontano in classifica (ora è n. 99). Ma soprattutto dal livello di gioco che aveva espresso dalla metà del 2016 a fine 2020, gli anni che lo avevano visto costantemente nella top 10, e che ora sta faticosamente cercando di ritrovare. Il n. 2 croato Borna Gojo, n. 121 ATP (suo best ranking), è anche lui, come Dennis Novak, un giocatore che frequenta soprattutto il circuito Challenger ma che in Coppa Davis si esalta. Cinque vittorie e cinque sconfitte per il 24enne spalatino nella manifestazione, ma soprattutto assoluto protagonista delle Finals 2021, dove fu capace di battere da sfavorito Popyrin, Sonego e Lajovic, perdendo solo in finale – in due set combattuti – contro Rublev. E che anche lo scorso anno è stato capace di vincere contro pronostico, superando in tre set l’argentino Baez. Nettamente positivo (9/4) anche lo score in Davis di Thiem, che dopo tre sconfitte consecutive nei primi tre match aveva infilato nove vittorie di fila. Serie interrotta da quello che sino ad oggi era stato il suo ultimo match nella manifestazione, quello perso nel 2019 contro Ruusuvuori che costrinse l’Austria ad affidarsi proprio a Novak per portare a casa il punto del 3-2.
E sin dall’inizio il match ha fatto riemergere negli austriaci quei fantasmi finlandesi. Gojo partiva subito in modalità “Torino/Madrid 2021”, bombardando con il servizio ed il dritto, mentre invece i colpi di Thiem faticavano ad ingranare. Sempre bello da vedere il rovescio a una mano dell’austriaco, ma come efficacia lontano parente di quello dei tempi d’oro. E lo stesso discorso vale anche per il dritto arrotato, che non è più quel micidiale mix di potenza e rotazione che abbiamo ammirato per anni. Chi scrive non vedeva giocare dal vivo Thiem dal Roland Garros 2018 e quindi aveva ben impressa nella memoria l’estrema pesantezza dei colpi da fondo dell’ex n. 3 ATP: la differenza è notevole. Di conseguenza un ottimo Gojo era in grado di fare match pari – e anche qualcosa in più – persino sul terreno a lui in teoria più sfavorevole, gli scambi prolungati da fondo, e sappiamo come la mobilità negli spostamenti laterali sia da sempre il tallone d’Achille dello spilungone croato. Il break a favore della Croazia nel quarto gioco era perciò la logica conseguenza di quello che si stava vedendo il campo. Thiem, con umiltà ed esperienza, provava a mischiare le carte e invece di cercare inutilmente di far gioco, lasciava il comando delle operazioni allo spalatino. Che andava un attimo in confusione e si ritrovava così sotto 15-40 al servizio nel settimo gioco. Si toglieva dagli impicci grazie alla battuta, ma anche vincendo un importante punto dopo uno scambio prolungato. Il croato non si distraeva più, tornava solido ed estremamente efficace con le specialità della casa, il servizio ed il dritto, e vincendo il successivo game al servizio incamerava il primo set con il punteggio di 6-3.
Come nel primo incontro, anche questo match vedeva il secondo parziale svilupparsi all’insegna dell’equilibrio. Entrambi tenevano con sicurezza i propri turni di battuta: da una parte Thiem cercava di comandare gli scambi da fondo muovendo l’avversario, dall’altra Gojo cercava di essere aggressivo, non disdegnando anche qualche puntata a rete grazie alla spinta di servizio e dritto. Le emozioni arrivavano nel settimo gioco, quando Thiem aveva un improvviso passaggio a vuoto mentre era in controllo del game sul 40-15. Gojo infilava tre punti consecutivi e si procurava la prima palla break in assoluto del parziale. Sbagliava però la risposta, lamentandosi – supportato dal ct Martic – di essere stato disturbato da un flash durante l’esecuzione. L’austriaco, grazie anche al servizio che tornava ad aiutarlo al momento giusto, si salvava. Anche il croato doveva affrontare il suo momento di difficoltà nel decimo gioco, quando un paio di rovesci lungolinea simili a quelli dei bei tempi portavano Thiem ad un passo dalla palla break. Probabilmente però, su un rovescio d’antan di Thiem Gojo non sarebbe arrivato a tirare quel passante incrociato stretto di dritto che rimaneva sulla racchetta dell’austriaco e consentiva poi al n. 121 del mondo con il successivo servizio vincente di impattare sul 5 pari. Gojo sembrava riuscire a sfruttare il momentum e si procurava due palle break consecutive. Ed il pubblico sugli spalti iniziava a farsi sentire sul serio, con i croati che cercavano di spingere il connazionale verso l’ennesima impresa. Thiem però sarà ancora convalescente, ma resta pur sempre un campione: con autorità annullava entrambe le palle break ed anche una terza, e teneva la battuta. Si arrivava così poco dopo al tie-break, giusto epilogo di un parziale combattuto ed equilibrato. Gojo scappava sul 2-0, Thiem si riprendeva il mini-break grazie ad una bellissima palla corta dopo uno scambio serratissimo, ma vanificava il tutto con il successivo doppio fallo. Thiem accorciava ancora sul 2-3, ma da quel momento Gojo era assolutamente ”on fire”. Con un bel punto con il dritto, dopo un altro scambio prolungato, ed un servizio vincente saliva 5-2 e si portava a due punti dal match. Ma era sublime negli ultimi due punti alla risposta: erano due vincenti, prima una risposta di rovescio lungolinea e poi un dritto incrociato, con il quale portava la Croazia sul 2-0. E confermava nuovamente di essere un giocatore che è meglio non affrontare in Coppa Davis, soprattutto per chi gli è davanti in classifica…
Coppa Davis
David Haggerty (ITF): “La nuova formula della Coppa Davis funziona”
Nonostante la fine del contratto con Kosmos per la gestione della Coppa Davis, il presidente dell’ITF David Haggerty ribadisce che la nuova formula per la competizione a squadre è la scelta vincente

Presente a Nizza per la presentazione della Hopman Cup che si svolgerà a luglio nella settimana che segue Wimbledon, il presidente dell’International Tennis Federation (ITF) David Haggerty ha ribadito che la tanto criticata nuova formula della Coppa Davis “ha funzionato”.
A gennaio, l’ITF si è trovata costretta a riprendere il controllo dell’organizzazione dell’evento, ponendo fine alla collaborazione con Kosmos, il gruppo di investimento presieduto dal calciatore spagnolo Gerard Piqué, iniziato nel 2018 e che doveva durare ben 25 anni. Sulle ragioni della fine della partnership, ne abbiamo parlato in questo articolo.
Con l’arrivo di Kosmos nel 2018, la formula della competizione a squadre più antica della storia dello sport era stata modificata con il consenso dell’ITF. Le tradizionali partite in casa o in trasferta sono state abbandonate a favore di fasi giocate in un unico luogo. Questo nuovo sistema ha faticato a convincere giocatori e tifosi e continua a far discutere.
La fine della collaborazione aveva fatto sperare le tante voci contrarie su un possibile “ritorno al passato” o, quantomeno a una ridefinizione dell’attuale formula. Haggerty però sembra convinto: “Abbiamo un modello che funziona”, anche se “continuiamo a lavorare per migliorare il format”.
Ricordiamo che, dopo un primo turno eliminatorio che si è giocato all’inizio di questo febbraio, 12 nazioni si sono qualificate (Cile, Corea del Sud, Croazia, Francia, Finlandia, Gran Bretagna, Olanda, Repubblica Ceca, Serbia, Stati Uniti, Svezia, Svizzera) per una fase a gironi che si giocherà dal 12 al 17 settembre in quattro città diverse (delle quali ancora non si conosce il nome, però ci rivediamo a Bologna), a cui parteciperanno anche Italia, Spagna, Australia e Canada, ammesse senza passare dalle qualificazioni. Gran finale con la fase a eliminazione diretta a Malaga dal 21 al 26 novembre.
Coppa Davis
Coppa Davis, sorteggiati i tie dei World Group. Ma cosa succederà nel 2024?
Ecco tutti gli accoppiamenti delle sfide di settembre dei due gruppi mondiali. Le vincitrici del World Group I giocheranno le qualificazioni per le Finals 2024

Mattinata dedicata ai sorteggi quella di giovedì negli uffici dell’ITF a Londra. 48 sono stati i nomi delle nazioni estratti dall’urna per 24 sfide settembrine con il tradizionale formato casa-trasferta con cinque incontri individuali (rubber) al meglio dei meno tradizionali tre set. Il tutto su due giorni, anche se in realtà sono complessivamente tre perché la squadra di casa può scegliere se giocare venerdì e sabato oppure sabato e domenica. Il weekend sarà naturalmente quello del 15-17 settembre, dunque la settimana successiva allo US Open.
Ai tie validi per il World Group I prenderanno parte le 12 nazioni uscite sconfitte dalle qualificazioni disputate lo scorso fine settimana e le 12 vincitrici dei playoff del Gruppo I, con il sorteggio che ha tenuto conto del ranking ITF. Le vincenti di settembre, leggiamo nel comunicato della Federazione Internazionale, saranno ammesse ai Qualifiers del febbraio 2024, validi per guadagnarsi la possibilità di disputare le Finals. Eravamo però rimasti, dopo la rottura fra Kosmos e ITF, che il format non sarebbe cambiato… per quest’anno. Ci stanno dicendo che questa formula verrà confermata?
Perché, tralasciando (si fa per dire) il fallimento della collaborazione con il gruppo di Piqué e i cambi in corsa delle ultime edizioni, la parte del comunicato in cui quelli dell’ITF si dicevano “concentrati sulla crescita futura della più ampia competizione sportiva annuale a squadre” faceva presagire un nuovo cambiamento. Lo scopriremo, abbiamo quasi un’intera stagione davanti prima che sia battuta la prima palla del prossimo tie. Vediamoli, allora, questi abbinamenti, tenendo presente che la nazione con la (c) ha la scelta del campo (l’asterisco significa che tale prerogativa è stata sorteggiata) e i numeri indicano la testa di serie.
World Group I
Bosnia ed Erzegovina (c)* vs Germania (1)
Bulgaria (c)* vs Kazakistan (2)
Belgio (3) (c)* vs Uzbekistan
Argentina (4) (c)* vs Lituania
Ucraina (c)* vs Colombia (5)
Ungheria (6) (c)* vs Turchia
Israele (c) vs Giappone (7)
Austria (8) (c) vs Portogallo
Grecia (c)* vs Slovacchia (9)
Perù (c)* vs Norvegia ((10)
Romania (11) (c)* vs Taiwan
Danimarca (c)* vs Brasile (12)
Dodici sono i tie anche per il World Group II. Nell’urna, le perdenti dei playoff di cui sopra e le vincitrici dei playoff del Gruppo II. Le vincitrici delle sfide elencate qui sotto e le perdenti di quelle sopra giocheranno i playoff 2024 del Gruppo I.
World Group II
Monaco (c)* vs Ecuador (1)
India (2) (c)* vs Marocco
Nuova Zelanda (3) (c) vs Thailandia
Messico (4) (c)* vs Cina
Pakistan (5) (c)* vs Indonesia
Uruguay (6) (c)* vs Egitto
Libano (7) (c)* vs Giamaica
Slovenia (8) (c)* vs Lussemburgo
Georgia (c)* vs Tunisia (9)
El Salvador (10) (c)* vs Irlanda
Hong Kong (11) (c)* vs Lettonia
Polonia (12) (c)* vs Barbados
L’ultima informazione è che Pakistan e Uruguay sono pari nel ranking, per cui le rispettive teste di serie son state assegnate tirando una moneta – o con il sistema che sono soliti usare negli uffici dell’ITF.
Coppa Davis
Giudicelli, vicepresidente ITF: “Mahut è un ignorante, ormai può andare in pensione”
L’ex Presidente della Federtennis francese replica duramente a Nicolas Mahut, che di recente aveva criticato il format che la Coppa Davis ha assunto dal 2019

L’ultimo weekend di tennis andato in archivio ha regalato agli appassionati tante belle storie, a cominciare dall’inaspettato trionfo a Lione di Alycia Parks, che non nasconde le sue ambizioni e aspira alla top10 entro fine anno. Nell’altro torneo in programma a livello WTA Zhu Lin ha vinto in Thailandia il primo titolo in carriera, lei che è reduce dalla sorprendente campagna australiana. Anche la 29enne cinese sta contribuendo e non poco alla lenta ma costante rinascita del tennis cinese, con tante ragazze pronte a lasciare il segno.
Il circuito ATP si è invece fermato per una settimana, lasciando spazio alle qualificazioni di Coppa Davis (qui le 16 squadre qualificate per la fase a gironi di metà settembre), che hanno visto tanti pronostici rispettati ma anche qualcuno ribaltato. Un esempio sono le inattese vittorie di Finlandia, che per la prima volta nella sua storia parteciperà alle Finals, così come quella della Svizzera, capace di ribaltare la Germania di uno spento Zverev.
Tra le 16 qualificate a settembre ci sarà anche l’eclettica Francia, che ha faticato molto più del previsto contro l’Ungheria, prevalendo 3-2 al match decisivo. Contando che Fucsovics, numero uno ungherese, ha perso (da favorito) entrambi i suoi match di singolare, lo smacco per i transalpini era davvero dietro l’angolo. Una delle due partite perse è stato il doppio, dove i francesi sulla carta partivano decisamente più avanti rispetto a Marozsan/Valkusz, capaci però di imporsi in due set su Rinderknech/Mahut.
Proprio quest’ultimo è stato preso di mira da Bernard Giudicelli, attuale vicepresidente della ITF ed ex presidente della Federtennis francese, che lo ha invitato ad andare in pensione. Tra i due non è mai corso buon sangue, come dimostra un’intervista, questa volta da parte del tennista transalpino, in cui non vedeva di buon occhio l’elezione di Giudicelli alla presidenza della Federazione del suo paese.
Il motivo del nuovo battibecco tra i due risiede questa volta proprio nella Coppa Davis. Mahut non ha mai nascosto le sue perplessità riguardo al nuovo format (quello in vigore dal 2019), mentre la FFT – nella figura di Giudicelli – si è sempre detta favorevole al cambiamento. “Abbiamo buttato via quattro anni. Bernard sa che cosa penso delle sue decisioni da vicepresidente dell’ITF e presidente della FFT: ha grandi responsabilità per questo fiasco, ma vedo che non si mette in discussione“ – aveva dichiarato a L’Équipe il 41enne di Angers.
La risposta di Giudicelli non è tardata ad arrivare e, intercettato da Tennis Actu, l’ex presidente della FFT non le ha mandare a dire: “Nicolas Mahut è un ignorante. Non sarà un giocatore di 41 anni a spiegare oggi ad un giocatore di 20 o 22 anni come dovranno funzionare le cose. Ormai va bene per la pensione“.
L’intervento di Guidicelli si poi concentrato anche sul weekend di Davis appena trascorso, visto in modo più che positivo: “Ero in Finlandia e lì c’era un’atmosfera eccezionale. Nonostante sia un piccolo paese, con poco più di cinque milioni di abitanti, c’erano circa 5000 persone al giorno a seguire l’evento, cioè quasi 10.000 spettatori nei due giorni di competizione. È stato un evento vero e proprio, organizzato alla perfezione dalla Federazione finlandese”.
La Finlandia sarà tra le 16 nazioni che, a settembre, si giocheranno l’accesso alle Davis Cup Finals di Malaga, anche se ancora non sono note le città che a settembre ospiteranno le fasi a gironi. Oltre a Bologna, infatti, al momento sono da stabilire le altre tre sedi, come confermato dal vicepresidente dell’ITF: “Non sappiamo ancora quali città ospiteranno i gironi a settembre“.
Dalla nuova formula, secondo Giudicelli, non si può più scappare, con buona pace di chi la pensa diversamente: “Ormai non si può più tornare indietro. Mahut ha detto che abbiamo perso quattro anni? Lui è uno che parla senza sapere. Non abbiamo perso proprio niente, anzi, abbiamo salvato la Coppa Davis. Il format antico, quello in vigore fino al 2018, non funzionava più perché, semplicemente, non attirava più i migliori giocatori”.
Ancora Giudicelli: “Gli sponsor principali avevano detto che non avrebbero rinnovato i contratti. Non abbiamo sprecato quattro anni, abbiamo trovato un nuovo sistema che garantisce un pubblico eccezionale anche per le qualificazioni: basta guardare a quello che è successo in Grecia. Grecia e Ecuador non sono nazioni con una grande storia tennistica, eppure hanno generato grande entusiasmo perché c’erano giocatori forti. Mahut è un ignorante, può andare in pensione e magari diventare un giornalista. Avrebbe così l’opportunità di fare diverse critiche, cosa che tra l’altro gli riesce piuttosto bene”.