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ATP Montpellier: Sinner batte Cressy in due set, settimo titolo in carriera [VIDEO]

Sinner è il solo a brekkare Maxime Cressy all'Open Sud de France. “La prima chiave del match è stata tenere il servizio” dice Jannik dopo la vittoria

Last updated: 13/02/2023 12:35
By Michelangelo Sottili Published 12/02/2023
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9 Min Read
Jannik Sinner - Montpellier 2023 (foto Twitter @ATPTour_ES)

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[2] J. Sinner b. M. Cressy 7-6(3) 6-3

LEGGI ANCHE: Jannik Sinner, le prospettive di un ranking migliorabile nel 2023: dove e quando si può puntare al balzo in classifica

Jannik Sinner vince il settimo titolo della sua ancora giovanissima carriera su otto finali disputate. Lo fa battendo in un’ora e 36 minuti l’uomo del serve&volley Maxime Cressy, n. 51 ATP. Un primo set teso, con occasioni per entrambi (e da entrambi mancate) nelle fasi iniziali e che poi si è assestato fino a un tie-break in cui Sinner è stato manifestamente superiore. Nel secondo parziale il divario è stato evidente tra la crescita in risposta dell’azzurro e qualche segno di affaticamento di Cressy, sabato in campo 159 minuti in singolare e un’ora in doppio; nonostante sia stato bravo a difendersi rischiando con la seconda battuta, Maxime ha finito con il cedere quello che è stato il suo ultimo turno di servizio del torneo e anche il primo che gli è stato strappato.

La stagione scorsa dell’azzurro è stata martoriata da diversi infortuni, che non gli hanno comunque impedito di chiudere a un onorevole 15° posto del ranking grazie a un bilancio di vittorie-sconfitte di 47-16 (75%) conquistando un titolo, a Umago in finale contro Alcaraz a luglio. Quest’anno alza il primo trofeo già nella prima metà di febbraio, dopo che a Melbourne ha offerto ben altra prestazione nella replica della sfida contro Stefanos Tsitsipas. Seconda testa di serie in Occitania, il nostro non ha avuto un percorso particolarmente accidentato per arrivare all’ultimo appuntamento. Partito dai quarti di finale grazie al ritiro di Marton Fucsovics, ha battuto l’amico Lorenzo Sonego e, contro la promessa Arthur Fils nella settimana in cui ha mostrato la sua luce a un pubblico più vasto, ha fatto quello che fanno i top player contro le promesse nella settimana in cui eccetera: primo set in equilibrio fino a che non si tratta di punti davvero pesanti e secondo parziale in scioltezza. Per dirla in altro modo, come nel 2019 al Challenger di Lexington (allora erano gli ottavi di finale), Jannik batte Cressy e vince il torneo.

Jannik Sinner con il trofeo a Montpellier 2023 (foto TennisTV)

LEGGI ANCHE: Jannik Sinner, le prospettive di un ranking migliorabile nel 2023: dove e quando si può puntare al balzo in classifica

WARM-UP – Maxime Cressy è un classe 1997 – coetaneo di Sascha Zverev, per esempio – ma certo non uno degli Original Next Gen, frequentando regolarmente il Tour da poco più di un anno. La battuta scagliata dai suoi 201 cm lo rendono un avversario da prendere con le pinze quando si gioca sul duro indoor, condizioni nelle quali ha vinto i suoi tre titoli a livello Challenger, anche se la superficie preferita rimane l’erba; il trionfo a Newport e la finale a Eastbourne sono lì a confermarlo. A renderlo particolarmente insidioso contribuisce quello che viene subito dopo la battuta (sempre che l’avversario riesce a rimandare la palla oltre la rete), vale a dire la volée. Perché il ragazzone nato e cresciuto a Parigi la segue a rete e non basta dunque “buttarla di là” in qualche modo, ma cercare di non rendergli semplice quel primo colpo dopo il servizio. Il che, naturalmente, vale anche per tutti gli altri avversari che rimangono ancorati alla linea di fondo, con la sostanziale differenze che il tipo di risposta da giocare è completamente diverso a quello a cui si è abituati. Con Maxime bisogna cercare di tenere la palla bassa anziché profonda.

Va da sé che il problema creato dal “giocatore differente” si estende oltre, amplificandosi: non si tratta semplicemente delle difficoltà di ogni singolo punto di fronte a un serve&volleyer, ma di un tutto che è maggiore di quella somma, dal momento che moltissimi tennisti – e Sinner è senza dubbio fra questi – amano scambiare per trovare il ritmo. E contro Cressy, in metà dei giochi, quasi non… giochi.

Al contrario di Maxime, Jannik vanta però una delle migliori ribattute del circuito, è settimo nella classifica relativa agli ultimi dodici mesi redatta dall’ATP. Inoltre a differenza del favorito del seeding Holger Rune, che in semifinale contro il lungo statunitense ha esibito più supponenza di quella usuale e indispensabile per evitare che la sua generazione faccia la fine delle precedenti, possiede l’umiltà per non sottovalutare un avversario inferiore in classifica. Per nulla impressionati dalla prima parte di questa introduzione, i bookies restano dell’idea che non ci sarà gara.

SI COMINCIA – La scelta di Sinner di cominciare in ribattuta si rivela subito azzeccata: due doppi falli e una buona risposta gli valgono il 15-40 ma, dopo essere riuscito a far giocare la prima volée all’avversario, non passa con il rovescio e diventano 12 su 12 le palle break salvate da Cressy nel torneo. È evidente l’intenzione statunitense di abbreviare per quanto possibile gli scambi anche in risposta e Jannik deve ringraziare il dritto insicuro dell’altro (troppo Edberg a colazione?) perché si dissolva il pericolo del 15-30. A dissolversi sembra anche essere l’iniziale tensione di Maxime che con tre vincenti si procura altrettante palle break consecutive, ma è bravo il nostro a uscirne illeso con qualche complicità made in the Usa.

Fisioterapista in campo per Cressy dopo cinque giochi – prontissimo in questa occasione, contro Rune si era fatto attendere oltre quattro minuti. I due parlottano del dito medio della mano destra e l’uomo di due metri cambia da solo il cerotto. Jannik varia la propria posizione in risposta impattando a volte in corrispondenza della scritta Montpellier, altre volte più avanti ma più spesso arretrando ulteriormente, ma i turni di battuta statunitensi volano via veloci dietro le ottime volate, come del resto quelli del ventunenne altoatesino, chiaramente superiore nello scambio da fondo. A decidere il parziale sarà dunque il tie-break, che l’americano inizia con il quinto doppio fallo; quanto contribuisca ad aumentare la fiducia di Sinner è difficile da dire, ma il rosso si fa valere anche in risposta e chiude 7-3.

SECONDO SET, UN FINTO EQUILIBRIO – Nessun calo di concentrazione per Jannik che anzi si fa trovare subito molto attento, ma l’ace di seconda sullo 0-30 che gira il secondo game dimostra che l’altro non è pronto per la doccia, a dispetto del dito – se non di tutta la mano – che continua a infastidirlo e soprattutto dei punti vinti in risposta, due in quattro turni. Il break è nell’aria e infatti arriva all’ottavo gioco, grazie anche all’imprecisione delle volée di dritto di Cressy, magari non elementari ma sono il suo sport. Jannik va a servire per il titolo, Maxime gli annulla un primo match point ma un nuovo errore al volo gli è fatale. Con questo successo, il classe 2001 di Sesto Pusteria stacca Paolo Bertolucci e raggiunge Berrettini a quota sette titoli. Nell’Era Open, in questo momento gli sono davanti solo Adriano Panatta (10) e Fabio Fognini (9).

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