ATP Doha, Medvedev doma il leone Murray: Daniil è tornato lui, secondo titolo di fila

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ATP Doha, Medvedev doma il leone Murray: Daniil è tornato lui, secondo titolo di fila

Il russo mantiene quasi sempre il controllo del match in quel di Doha, nonostante la stoica resilienza dello scozzese: suo il 17esimo titolo della carriera

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Daniil Medvedev - ATP Doha 2023 (foto: twitter @QatarTennis)
 

 [3] D. Medvedev b. (WC) A. Murray 6-4 6-4 

Andy Murray disputava oggi la quinta finale a Doha, due i successi, il primo nel lontanissimo 2008. Quindici anni dopo, lo scontro generazionale con Daniil Medvedev (diciassettesimo titolo in carriera) non lo premia, a causa di qualche sbavatura col dritto e soprattutto di una tenuta fisica per forza di cose inferiore. Il russo va avanti all’inizio di entrambi i set, in entrambi viene raggiunto: la rimonta definitiva non riesce mai, però, a Sir Andy, che è costretto ad arrendersi al decimo match point della settimana. Per Medvedev è il secondo titolo in due settimane dopo quello di Rotterdam, il 17esimo della carriera.

Dieci ore e cinque minuti: il tempo per cui Andy Murray è rimasto in campo questa settimana a Doha (vittorie sempre in tre set, su Sonego, Zverev, Muller e Lehecka) per arrivare in finale, contro le cinque ore e trentasei di Daniil Medvedev (in due set con Broady, tre con O’Connell, ancora due con Auger Aliassime, battuto per la seconda volta in due settimane). Questo era il principale motivo per cui lo scozzese arrivava a questa partita da sfavorito, oltre che per i numeri: l’età, la tenuta fisica, la classifica, i precedenti (2-0, l’ultimo a Miami 2022) sono tutti punti a favore del russo. Ma Murray ci ha innanzitutto dimostrato, in questi giorni, un’altra sentenza magari scontata ma da tenere sempre in conto, oltre i numeri: la tenuta fisica è subordinata a quella mentale. E da quel punto di vista, Sir Andy non parte battuto con nessuno.

Primo set: Murray lotta, ma Medvedev lo logora

Medvedev prova fin dall’inizio ad attuare il suo gioco di logoramento: lunghi scambi da fondo, per esaurire le già limitate risorse atletiche di Murray. Il russo ottiene il break in apertura, alla quarta palla break, e lo scozzese, causa anche qualche errore di dritto di troppo, sembra rimanere imprigionato nella tela del russo. La trama del match sembra delinearsi quando, nel quinto gioco, una grande difesa di Medvedev esaspera Murray fino a consegnare il doppio break a Medvedev: 4-1. 

Nel game successivo, tuttavia, l’ennesima prova di resilienza dello scozzese: sotto 40-15, Murray recupera fino alla parità e lì, grazie all’aiuto di Medvedev che- fin lì impeccabile al servizio -commette due doppi falli, concretizza la terza palla break del suo match e rientra in partita. La storia sembra ripetersi un paio di game dopo: sul 4-3, Andy prova a mostrarsi aggressivo, recupera ancora da 15-40 e ottiene un’altra palla break. Assistiamo però all’imperioso ritorno della prima di servizio del russo, che la annulla e allunga, 5-3. Un Murray spompato fisicamente e mentalmente innervosito, si abbandona al serve and volley e cede 6-4 poco dopo. Dopo 54 minuti il primo set è di Medvedev. 

Secondo set: Murray sembra poter rimontare ancora, ma crolla sul più bello

Medvedev rientra in campo con l’inerzia dalla sua: ottiene il break subito, nel primo gioco, e poi mantiene saldamente il comando della partita, anche quando è costretto ad un passante in diagonale per annullare una palla del contro break sul 2-1. 

Giunto alla fine della sua straordinaria settimana, Murray decide però di dare il tutto per tutto: a braccio sciolto comincia a sbagliare di meno con il diritto, sul 3-2 recupera ancora da 40-15. Poi Medvedev ci mette del suo: grave errore di rovescio al volo, palla break convertita dal Murray furioso: è 3-3, Braveheart Andy ritorna, ancora una volta, in partita. 

Poco dopo lo scozzese passa a condurre per la prima volta nel match (dopo un’ora e trenta minuti). Il momento sembra propizio per Andy, anche considerato il momento no di Medvedev al servizio. Il russo, tuttavia, ritorna all’improvviso implacabile, aggancia Murray sul 4-4 e gli mette pressione nel game successivo. Ora il tre volte campione slam subisce un vero e proprio contrappasso dantesco: questa volta è lui a farsi recuperare, addirittura da 40-0. Sulla parità, al termine di uno scambio concitato, Medvedev recapita il passante lungolinea direttamente su Murray, colpendolo al corpo e trovando palla break: prova a scusarsi, ma lo scozzese non lo degna di uno sguardo. Il punto si rivelerà fatale: qualche secondo dopo Murray non tiene in campo una voleè e manda l’avversario a servire per match e titolo.  

Il doppio 6-4 arriva qualche minuto dopo: sul primo match point il russo commette un vistoso doppio fallo; sul secondo, il decimo che Andy Murray si trova ad affrontare in questa settimana, suggella il secondo successo consecutivo sul tour, il diciassettesimo in carriera, con un crudelissimo lob. Medvedev manda così un messaggio a tutto il circuito: ha ricominciato a mettere in scena quel tennis inscalfibile che tanto l’aveva portato in alto dodici mesi fa, quando si laureava primo numero del mondo che non fosse fab four dal 2004. E sarà un solido pretendente al titolo nei due Masters 1000 americani di marzo.

QUI IL TABELLONE COMPLETO DELL’ATP 250 DI DOHA

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