A questo punto porta la nostra chiacchierata sul tema dei guadagni, e quindi del denaro. Che fine ha fatto e perché ha avuto tutti questi problemi con il fisco? “Non ho mai guadagnato tanto quanto è stato riportato dai media e dai giornali negli anni passati. Basta semplicemente andare a guardare a quanto ammontavano i premi in denaro durante la mia carriera da tennista. 25 milioni di dollari prima che si abbattessero le tasse e i costi extra!” Il suo avvocato ha diversamente dichiarato che in realtà i suoi guadagni in carriera siano assimilabili all’incirca alla cifra di 50 milioni di dollari.
“Non sono stato negligente. Ho fatto anche buoni investimenti, ad esempio nel settore delle concessionarie di automobili, nel settore immobiliare. Sono arrivato ad un certo punto, dove però ero povero di liquidità ma ricco di beni. E in quella situazione, basta un divorzio e poi un altro ancora che il tutto rapidamente si capovolge a tuo sfavore. Non è che io spendessi tutti i miei soldi per acquistare Ferrari e Rolex d’oro. Non è stato così, perché alla fin fine non avevo sufficiente liquidità. Avevo molte entrate, ma allo stesso tempo altrettante spese. Ho dovuto finanziare tre famiglie“.
Dopodiché mi dice che il suo vero sogno era diventare miliardario e poter comprare una squadra di calcio. Inoltre nega le notizie secondo cui avrebbe perso 10 milioni di sterline investendo nel petrolio nigeriano. Ha poi investito denaro acquistando anche 12 ville a Maiorca, e speso 22.000 sterline (circa 25.000 euro) al mese per affittare una casa a Wimbledon durante il periodo del torneo. Era pure, stando alle sue parole “forse troppo generoso” con i regali. Durante il suo processo, è stato visto entrare con tanto di completo Harrods. “La foto fatta uscire sui media è stata in realtà erroneamente spacciata per qualcosa che non era travisando la verità Mi stavo semplicemente nascondendo dai paparazzi. Non ho mai fatto acquisti da Harrods.“.
Per quanto riguarda i pagamenti non autorizzati per i quali è stato condannato, afferma “ho usato quei soldi per pagare il mantenimento dei miei figli e della mia ex moglie, e sostenere mia moglie in quel momento che aveva necessità di liquidità per pagare l’affitto e la parcella del mio medico per l’intervento chirurgico al ginocchio a cui mi ero sottoposto. Infine anche per onorare la parcella del mio avvocato, il quale mi aveva assicurato che io potessi farlo senza incorrere in sanzioni”.
“Il sistema giudiziario britannico è brutale – per tutti! E non ha fatto eccezione per me. Ho rimborsato i 16 milioni di euro per il mancato rimborso di un prestito da 3,5 milioni di euro. Non chiedermi però la mia opinione perché potrei essere arrestato di nuovo se dico quel che realmente penso sull’accaduto. . . Ho perso la mia casa in Germania, il mio appartamento a Londra e la mia casa a Maiorca“.
Ha imparato la lezione? “Quali lezioni dovrei imparare? Che avrei dovuto e devo prestare più attenzione al modo in cui gestivo e gestisco i miei soldi. Sì, certamente. Avrei dovuto avere consulenti migliori? Sì… Quando era il miglio tennista del mondo, chi ascoltavo nei momenti difficili delle mie partite? Ascoltavo me stesso. Inizierò, quindi, a riascoltare esclusivamente il mio buon senso, come accadeva quando era più giovane lontano anni luce dal successo, invece che avere queste decine di consulenti e avvocati che mi hanno fatto solo sprofondare negli abissi. Questo perché in realtà, che ci crediate o meno, mi ritengo abbastanza bravo con i numeri Ad esempio mi sono reso perfettamente conto della cifra che ho dovuto sborsare al mio avvocato per difendermi dalle accuse giudiziarie ricevute e che ho dovuto affrontare. Il risultato finale qual è stato? Dover scontare un periodo di prigione”.
Ha dovuto affrontare 24 accuse, non 29 come riportato da molti, e ha dovuto trascorrere sette mesi e 17 giorni in carcere. È Lilian – l’attuale moglie – ora al comando di tutto? Prima di rispondermi lo vedo contorcersi in viso. “Permetto a lei di essere responsabile perché ha dimostrato di esserne all’altezza. Se avessi avuto questa donna durante la mia carriera, molto probabilmente avrei vinto di più di quello che in realtà ho ottenuto perché mi avrebbe guidato assicurandosi che fossi affamato al punto giusto quando avrei dovuto esserlo“.
Nel 2022, il suo avvocato ha sostenuto che Becker non possedeva “letteralmente nulla” e che non aveva nessuna possibilità di ricostruire la sua carriera imprenditoriale. I tempi sono però cambiati. Si metterà definitivamente alle spalle quest’anno la bancarotta, anche se è tutt’ora in ritardo di circa 400.000 sterline (circa 450.000 euro) sui pagamenti concordati al fiduciario. “Posso nuovamente accumulare denaro? Sì“. I suoi nuovi consiglieri “vedono che il brand Boris Becker è probabilmente più caldo ora di quanto non lo sia mai stato per molto, molto tempo“.
La prigione può essere un punto e virgola, non un punto, proprio come lo è stato per il guru della TV americana Martha Stewart. Boris non ha mai preso in mano una racchetta da tennis dal suo rilascio: “Gioco solo quando è assolutamente necessario.” Evita anche di commentare il tennis femminile, per timore di fare una gaffe. Ma ama lo sport e ama la TV. “Sono già in trattative per fare una serie di talkshow. Boris Becker incontra Arnold Schwarzenegger o Mike Tyson o ancora Michael Jordan.” A proposito di televisione e programmi tv, Apple TV+ trasmetterà presto in streaming un documentario sulla sua vita, diretto da Alex Gibney.
Gli piace anche parlare e discutere di politica. Critica i fallimenti dei parlamentari britannici, incluso Nadhim, e gli affari fiscali di Zahawi. “Devono essere più responsabili delle loro azioni!” esclama, fra l’altro, senza apparente ironia. Padre di quattro figli di etnia mista, Becker ha parlato a lungo del tema riguardante il razzismo. “Ho incontrato molti razzisti in prigione, veri e propri nazisti. Quindi uno dei miei compiti era quello di spiegare ad un razzista il perché sia completamente sciocco pensare che una persona bianca sia migliore a priori di una persona nera. Veniamo tutti dal continente madre africano, quindi tecnicamente chiunque – anche gli stessi razzisti – è allo 0,01 centesimo nero. È tutto qui il punto, questo è il discorso relativo al razzismo“.
“Dovremmo stare tutti molto attenti al modo in cui trattiamo gli stranieri. . . Non siamo tutti un po’ stranieri in realtà?” Bisogna riconoscergli un buon talento da comunicatore e commentatore nel rendere profondo tutto ciò che dice.
Per ora, però non può commentare a Wimbledon. “Mi piacerebbe tornare. . . Sono in contatto con i ragazzi, i quali mi rivogliono dentro, quando mi sarà permesso di tornare. Questo certamente non succederà quest’anno. . . La porta per il futuro invece non è definitivamente chiusa“.
Potrebbe richiedere un permesso speciale per rientrare nel Regno Unito, ma dice di essere preoccupato a ritornarci. La paura di finire di nuovo in prigione? “Dato che sono in licenza fino ad ottobre 2024, rischierei. . . Ci sono lì persone a cui non piaccio… Se si verificasse una situazione sfortunata, al pub, o a causa di incontro fortuito con l’ “amico” di turno sbagliato, oppure ancora se all’improvviso l’ex moglie dovesse impazzire. Tutto può accadere. Tutti mi dicono: Boris, non rischiare”. Mi chiedo se però la sua vera paura sia essere evitato dall’All England Club. Ma lui insiste: “La vita in prigione è una vita di m…, e non voglio ritornarci“.
Becker ha avuto una seconda possibilità dopo il suo caso fiscale in Germania. Perché questa volta dovrebbe essere diverso? “Ancora una volta, dobbiamo chiarire prima di tutto di cosa si tratti. . . Tutti devono combattere con le tasse. E più soldi hai, più diventa complicato“. Si ritorna poi a parlare di 2022, ora lo fa con un atteggiamento meno contrito. “I giurati . . . metà di loro avevano meno di 30 anni, non credo che capissero veramente questa cosa. Questo caso non gli poteva in alcun modo riguardare“.
Cerco di pagare il conto e continuare la conversazione, ma calcolo male e finisco per dare una mancia a Becker del 30 per cento. Fallimento: è più facile di quanto si possa pensare. Sono stato con Becker, seppur ad intermittenza, per otto ore. È più facile parlare con lui che con quasi tutte le altre celebrità che ho incontrato in passato. Appare sincero e libero da qualsiasi freno inibitorio. Ma allo stesso tempo è anche sfuggente. In campo, odiava perdere. Se è visceralmente addolorato dalle sue recenti sconfitte, lo nasconde bene. “Accettazione, accettazione, accettazione”, il suo mantra.
La cultura delle celebrità genera storie di redenzione: rimorso lacrimevole, verrebbe da dire. Ma mi colpisce che Il tennis abbia insegnato a Becker un’altra opzione: la redenzione per amnesia. Puoi immergerti nel passato per una volée in tuffo e, che tu ce la faccia o meno, la folla applaudirà. Puoi essere un set sotto, due set in svantaggio. Ma sarai sempre in grado di ribaltare il match, anche se non giochi meglio del tuo avversario; puoi sempre migliorare. Becker annuisce. “Sono ancora in gioco. Basta solo giocare meglio. Devi solo giocare meglio“.
La fiducia in sé stesso è la sua vera forza. La fiducia in sé stesso è stata però anche la sua debolezza. Conquisti il mondo a 17 anni, e credi di non avere limiti. Torniamo alla Porsche, e lui consegna un’altra mancia. Questo è il suo suggerimento, prima di essere in procinto di salutarci, da riservare al parcheggiatore dell’hotel. Devo essere sincero, mi è enormemente piaciuto aver potuto fare un giro nella Porsche di Boris Becker.