WTA Indian Wells, Sabalenka sull'attacco di panico di Tsurenko: "Il suo coach le ha messo tanta pressione. La WTA non c'entra nulla, sta facendo del suo meglio"

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WTA Indian Wells, Sabalenka sull’attacco di panico di Tsurenko: “Il suo coach le ha messo tanta pressione. La WTA non c’entra nulla, sta facendo del suo meglio”

La tennista bielorussa prosegue sulla vicenda del ritiro dell’ucraina: “Anche io ho dovuto attraversare situazioni spiacevoli, ma non posso dire cosa mi sia accaduto perché chi crederebbe alla ragazza bielorussa?”

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Aryna Sabalenka – WTA Indian Wells 2023 (foto Ubitennis)
 

Fate pure 19 sussulti per Aryna Sabalenka in questo suo straordinario avvio di stagione. La numero due del mondo sta continuando a macinare prestazioni sontuose e dal rendimento implacabile in ogni zona del campo, e difatti non ha fatto eccezione lo scontro in semifinale con colei che esattamente un anno fa era giunta sino all’ultimo atto in California: Maria Sakkari. Ora dopo le gioie australiane condite soprattutto dal primo Slam della carriera vuole prendersi anche la corona della prima tappa del Sunshine Double: il BNP Paribas Open di Indian Wells. Ad attenderla in finale, però, non ci sarà la dominatrice del circuito Iga Swiatek bensì la campionessa in carica di Wimbledon Elena Rybakina. Dunque, domenica 19 marzo, nella giornata conclusiva del torneo andrà in scena il remake della finale ammirata a Melbourne e che aveva visto – per l’appunto – imporsi la bielorussa.

Purtroppo, però, prima di gettarsi a “tutto braccio” così come si confà alla terrificanti mazzolate che è in grado di sprigionare, la 24enne di Minsk ha dovuto affrontate tematiche calde e spinose nella conferenza stampa post match: a dir poco da forche caudine. Infatti, era abbastanza inevitabile che venisse chiesto alla tennista bielorussa di condividere il proprio punto di vista sulla vicenda riguardante Lesia Tsurenko, che ricordiamo sarebbe dovuta essere la sua avversaria di 3°T prima che l’ucraina si ritirasse senza scendere in campo a causa di un attacco di panico che avrebbe poi dichiarato scaturito da una conversazione poco piacevole avuta con il CEO della WTA Steve Simon.

Sul caso, poi, avrebbe fatto sentire successivamente la sua voce anche la n. 1 Swiatek che si espressa in modo non così lusinghiero nei confronti della mancanza di leadership della WTA nella figura di Simon, il quale incredibilmente continua a proseguire il proprio silenzio assordante. Aryna ha toccato il tema marginalmente, per poi però entrarci in profondità: confermando l’equilibrio precario che si respira negli spogliatoi, ma anche la sua ferma convinzione già rimarcata più volte della propria totale estraneità dai fatti e dunque dell’assenza di colpe attribuibili ai tennisti russi e bielorussi. Alla fine, tuttavia, ha evidenziato come in realtà anche lei stessa abbia vissuto simili situazioni non semplici da affrontare. La chiosa invece riguarda il coach di Lesia, che già nel 2022 ci era andato giù pesante contro Sabalenka, la quale pur comprendendo lo stato d’animo dell’allenatore ucraino è sicura che il suo atteggiamento esasperato sia stata la vera causa del problema di salute occorso alla sua allieva.

Quantomeno, Aryna chiude tutti i discorsi con un messaggio empatico di vicinanza. Basterà dopo le affermazioni fatte, in parte molto forti, a tenere a bada la tensione? Oppure non farà altro che esacerbare ancora di più gli animi già estremamente provati da quello che è successo? Staremo a vedere.

Tuttavia la difesa della WTA, quella francamente ci appare insostenibile dato che l’organo che governa il tennis femminile non si è ancora effettivamente espresso sul da farsi per provare concretamente a risolvere, o almeno apporre una pezza, ad un qualcosa che se sfuggisse definitivamente di mano sarebbe irrecuperabile.

DOggi poco prima del match c’è stato un problema tecnico che ha causato un notevole ritardo, costringendo gli organizzatori a dover posticipare l’inizio della partita. Ti volevo chiedere cosa ti sia passato per la testa in quei frangenti, in che modo si resettano tutti i pensieri affiorati durante quei minuti quando arriva il momento di scendere realmente in campo dato che il ritardo ha modificato la solita ruotine?

Aryna Sabalenka: “Sì, è vero. Ti scombussola per qualche secondo, infatti ho pensato che fosse un cattivo presagio e che più di qualche cosa sarebbe andata storta. Per fortuna non è stato così [sorridendo, ndr]. Anche perché dopo quell’iniziale spaesamento, mi sono detta che stava andando tutto bene e che situazioni o cose del genere possono accadere, fanno parte del gioco. E che quindi mi sarei solamente dovuta calmare, rilassare e attendere pazientemente che risolvessero il problema tecnico. Ebbene, così ho fatto e sono così felice che ciò non abbia in alcun modo influenzato il mio tennis“.

DNella conferenza stampa dopo la tua vittoria nei quarti, hai dichiarato di sentirti una giocatrice diversa quest’anno rispetto al passato. In questo processo evolutivo o quantomeno di cambiamento, ha ricoperto un ruolo cruciale una rinnovata e migliore capacità gestionale di certe situazioni complicate o inaspettate come un possibile ritardo sulla tabella di marcia inizialmente programmata, che invece negli anni scorsi ti creavano molti più dubbi e grattacapi? Ti senti più a tuo agio di fronte a determinate situazioni improvvise che si palesano?

Aryna Sabalenka: “Sì, sicuramente. Ho compiuto veramente passi giganti da questo punto di vista, ora mi aiuta tanto il fatto di riuscire a rimanere più a lungo calma e tranquilla per poter così controllare al meglio certe situazioni che prima mi facevano soffrire molto di più. Adesso sono in grado di modulare la mia attenzione in modo tale da far sì che riporti immediatamente il mio focus sulla partita, in campo, quando si palesano alcune situazioni di potenziale disturbo. E questo è stato un upgrade fondamentale per accrescere il mio attuale rendimento, e che devo mantenere costante anche in futuro se voglio continuare a controllare ciò che accade e non subirlo passivamente. Ciò, poi, chiaramente mi porta ad esprimere il mio miglior tennis“.

D. Qual è il tuo obiettivo più grande per quest’anno?

Aryna Sabalenka: “Non saprei, ad essere onesti. L’unica cosa che posso dire, è che sono unicamente concentrata su me stessa, sul mio gioco, e sui continui ed incessanti miglioramenti o progressi che posso compiere. Perciò, l’obiettivo è quello di continuare a giocare, vincere secondo le mie caratteristiche concentrandomi solo su me stessa e sul mio percorso“.

D. Prima di prendere parte al torneo ed arrivare qui ad Indian Wells, immaginavi di poterti ritrovare in finale?

Aryna Sabalenka: “Ero certa che non sarebbe stato per nulla facile, raggiungere eventualmente la finale. Tuttavia, alla vigilia, ero pienamente consapevole di essere tra le favorite per la vittoria del torneo. Una delle possibili vincitrici, sì a questo ho sinceramente pensato. Ciononostante, ero concentrata su quello che avrei dovuto fare in campo. Sono infatti una giocatrice che ha un approccio del tipo: ‘va bene essere nella lista delle papabili vincitrici finali ma ciò che è imprescindibile, se ho l’ambizione di provare a rispettare quel tipo di previsione, è continuare a lavorare duramente poiché solo così sono in grado di portare sul campo il mio miglior tennis’. Quindi, una volta appurata la consapevolezza delle proprie reali possibilità, bisogna saper spostare l’attenzione da quella pressione che in un certo senso può divenire nociva facendoti accomodare sugli allori, su te stessa e su qui dettagli che devi curare se vuoi effettivamente raggiungere l’obiettivo che ti sei preposta“.

DNel recente passato hai affermato che la stragrande parte della tua vita, fin dall’adolescenza, è stata concentrata esclusivamente sul tennis come ovviamente per quasi tutti i tennisti e le tenniste, ma che questo non ti hai mai impedito di far venire fuori apertamente il lato del tuo carattere spensierato e allegro. Volevo quindi domandarti, ora che hai vinto l’Australian Open e che sei una delle prime due giocatrici del mondo, inizi anche a pensare al ruolo che potresti ricoprire a livello di leadership mediatica in questo mondo? E dei tuoi traguardi futuri, cosa ne pensi?

Aryna Sabalenka: “È una domanda molto difficile a cui dare una risposta (sorridendo, ndr). Per quanto riguarda l’aspetto specificamente riguardante il campo e il tennis giocato, posso solo dire che in questo momento mi sento davvero bene ma che allo stesso tempo sono perfettamente conscia che non potrà essere sempre così. Ecco perché continuo a lavorare sodo, senza pause, per assicurarmi così che anche in quelle giornate in cui le cose non funzioneranno al meglio come io vorrei; di avere comunque l’abilità nel mio repertorio di scovare la strada giusta per rimanere competitiva e continuare ad ottenere vittorie. Poi è certamente fantastico essere una delle due migliori giocatrici del mondo, per il resto non saprei. L’unica cosa che adesso voglio, è semplicemente continuare a lavorare come sto facendo per poter mostrare il mio miglior tennis e poter continuare ad inanellare successi, perché è davvero bello vincere (sorridendo, ndr).

DRiguardo alle condizioni dei campi e alle loro alla velocità, ero curioso di conoscere cosa ne pensi e il tipo di feeling che hai costruito con essi in queste due settimane. È situazione per te favorevole giocare sullo Stadium 1 di Indian Wells, oppure non è la più congeniale per le tue caratteristiche?

Aryna Sabalenka: “Mi piace molto questo campo, ed in generale le condizioni che ho trovato in tutto l’impianto durante il torneo, dai campi di allenamento a quelli principali. Mi trovo estremamente a mio agio su superfici come queste, ovvero un cemento leggermente lento perché riesco ad adattarmi meglio alla palla avendone più controllo così da poter imprimere maggiore pesantezza con i miei colpi. Perciò non posso che dire, che a me piacciono molto le condizioni di gioco che il torneo offre“.

DImmagino che questa che ti sto per fare, sia una domanda abbastanza difficile a cui rispondere. Ti consideri attualmente, la migliore giocatrice del mondo? Capisco che Iga [Swiatek, ndr] sia in questo momento la numero 1 del ranking, ma quando ti rendi conto di essere arrivata almeno in finale in tre appuntamenti del circuito di questo inizio di 2023 le tue prospettive cambiano?

Aryna Sabalenka: “Penso di essere una delle migliori del mondo, tutto qui“.

DSempre immediatamente dopo il successo contro Gauff avevi parlato della tua crescita sul piano mentale a livello di calma e compostezza. È stato un risultato straordinario, quello che hai compiuto da questo punto di vista? Come ci sei arrivata e puoi collegare tali miglioramenti avuti anche a come si è evoluto il rapporto con tuo coach?

Aryna Sabalenka: “Ho faticato molto l’anno scorso, specialmente con il mio servizio che mi ha causato così tante sconfitte, e credo che proprio l’inferno ‘tennistico’ che ho affrontato la stagione passata abbia contribuito in maniera evidente al processo di evoluzione che mi ha portato ad essere la giocatrice che sono ora. Adesso, infatti, sono in grado di controllarmi meglio ma ho anche modificato la mia attitudine mentale capendo quando è il momento di staccare dal tennis perché alla fine è solo tennis. Se poi lavori sodo e fai tutto il possibile per prepararti al meglio, i risultati con il tempo arrivano. In campo, perciò, devo solo continuare a combattere, non importa come e credo fra l’altro che ormai non sarei capace di comportarmi in nessun altro modo; il che è sicuramente un bene “.

Diego Barbiani, Ok Tennis: Devo chiederti della questione riguardante Tsurenko. Lei ha detto che si è dovuta ritirare perché ha avuto un attacco di panico proprio poco prima di entrare in campo nel match di 3°T contro di te. Inoltre, Iga [Swiatek, ndr] ha successivamente dichiarato che vi è ancora molta tensione nello spogliatoio a causa del conflitto. Mi chiedo, dunque, se hai qualche opinione in merito a questa vicenda e se, dal tuo punto di vista, la WTA avrebbe forse potuto gestire meglio il rapporto tra giocatori russi, bielorussi ed ucraini durante l’ultimo anno e di conseguenza tutta la situazione creatasi in seguito

Aryna Sabalenka: “Quello che posso dire innanzitutto, è che nessuno può controllare le emozioni degli altri. Penso che la WTA stia facendo del suo meglio per controllare tutta la vicenda. Poi sì, è vero attualmente vi è molta tensione tra di noi nello spogliatoio. Io però continuo ad avere ancora la convinzione di non aver fatto nulla di male agli ucraini; né io, né gli altri atleti bielorussi o russi, nessuno di noi ha fatto qualcosa di brutto nei loro confronti, nessuno di noi ha fatto loro del male. Alcuni di noi si sono anche mobilitati per aiutarli pubblicamente. Cos’altro posso dire o aggiungere? Ripeto, credo che la WTA stia facendo davvero un ottimo lavoro per supportare entrambe le parti, qualunque cosa sia accaduta o accadrà. E ribadisco, nessuno può controllare le emozioni altrui. Anche io personalmente ho dovuto affrontare ed attraversare così tante cose brutte e situazioni spiacevoli nell’ultimo periodo. Ma sfortunatamente non posso dire cosa chi mi sia successo perché chi crederebbe alla ragazza bielorussa? Mi riferisco chiaramente anche alle parole del suo allenatore [di Tsurenko, ndr]. Capisco perfettamente che abbia attraversato l’inferno, non è che non lo capisca. Cos’altro posso dire, meglio che mi fermi. Penso che Tsurenko si sia ritirata per via di un attacco di panico. Non saprei quanto la situazione politica possa aver influito, ma credo che qualcosa in più ci sia. Io lo scorso anno ho avuto un confronto molto difficile e spiacevole con il suo allenatore, una situazione complicata a causa del comportamento che lui ha assunto nei miei riguardi. Quindi, penso che lui abbia messo così tanta pressione su di lei, e questo inevitabilmente ha portato a quello che è successo. Non ha nulla a che fare con la WTA, stanno facendo il loro lavoro nel migliore dei modi. Cosa possono fare di più? Nessuno di noi ha il totale controllo di questa situazione. Tutti noi stiamo cercando solamente di mantenere la calma nello spogliatoio e continuare a far capire che non è colpa nostra e che tutti noi comprendiamo pienamente gli ucraini, e che ci sentiamo davvero male per loro per quello che stanno vivendo. Questo è tutto. Penso di aver detto anche molto“.

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