Berrettini e Musetti. È vera crisi? No, ci sono troppi “becchini”. Perché io li difendo. Una fiducia motivata - Pagina 2 di 2

Editoriali del Direttore

Berrettini e Musetti. È vera crisi? No, ci sono troppi “becchini”. Perché io li difendo. Una fiducia motivata

A 27 anni Matteo Berrettini e a 21 anni Lorenzo Musetti non possono essere vittime di uno “stallo” duraturo. Aliassime, Rublev, Alcaraz, Ruud non hanno regalato i loro duelli. Il computer ATP non è stato manipolato per issarli n.6 e n.18 del mondo. Pioli, Inzaghi e Allegri…

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Lorenzo Musetti (sinistra) e Matteo Berrettini (destra) - Napoli 2022 (foto Riccardo Lolli - Tennis Napoli Cup)
 

Ci sono tanti ottimi giocatori giocabilissimi per un Berrettini capace di tornare sui suoi migliori livelli fra i top-ten e top-20 di oggi: Ruud, Aliassime, Rublev, Rune, Hurkacz, Fritz, Norrie, Tiafoe, Khachanov, Carreno Busta, de Minaur, Paul. Tutta gente forte ma non irresistibile. Lascio fuori da questi Alcaraz, Medevdev se ha la testa a posto, e forse, ma solo forse, Tsitsipas. E fra un anno o due magari Sinner.

Mi dà tremendamente fastidio leggere qualche commento che sottolinea le mancate vittorie di Matteo contro i top-ten, quasi che l’aver battuto Rublev, Aliassime, Hurkacz, Khachanov un paio di mesi, a volte settimane o giorni prima o dopo che erano top-ten, significasse che quelle vittorie erano state ottenute a spese di tennisti modesti e piazzati fuori dai top50!

Se Matteo ha portato al quinto o al quarto Djokovic o un altro top-5 non conta. Se ha raggiunto i quarti di finale in tutti e 4 gli Slam e le semifinali in tre Slam su 4, e la finale di Wimbledon unico italiano di sempre, secondo alcuni è stato un caso, pura fortuna. Per me no. E c’è ancora chi lo sostiene anche se questi risultati non sono stati ottenuti in 8-10 anni di carriera, quando ci sta di aver fruito anche di qualche sorteggio e qualche tabellone fortunato con l’uscita di scena di qualche favorito, ma invece questi risultati sono arrivati in meno di 3 anni: 43 vittorie contro 13 sconfitte negli Slam è una percentuale che non può vantare nessun altro tennista italiano (73%). Vogliamo farci tafazzianamente del male? Ma di che stiamo a discutere? Se è stato più forte lui o Panatta? Ma chissenefrega! Intanto sarà giusto fare semmai eventuali confronti a fine carriera. Senza immaginare che Matteo possa arrivare a essere ancora competitivo come i fenomenali Fab Four all’età di 36, 37 anni e oltre, beh visto che ne ha soltanto appena 27 vogliamo aspettare un po’ a “celebrare” il suo De Profundis agonistico, oppure c’è qualche…“becchino” che ha gran fretta di “seppellire” la sua carriera?

Sull’altro caso sul quale i leoni da tastiera paiono ansiosi di infierire, Lorenzo Musetti, qui me la sbrigo perché è molto più facile: avete in mente molti tennisti, anche di quelli fortissimi (Nadal, Federer, Djokovic cito nomi a caso) che a 21 anni avessero già raggiunto il loro massimo livello tecnico e non siano più migliorati, al servizio, nella risposta, nella volee, nella condotta di gara, nella varie superfici? Per quale dannato motivo si devono già oggi sputare sentenze negative su un tennista che a 20 anni è già stato capace di salire fra i primi 20 del mondo? Qualcuno gli ha forse regalato quella classifica? Forse Carlitos Alcaraz, n.1 del mondo, ha perso apposta da lui nella finale di Amburgo? E idem Ruud a Parigi, Aliassime a Montecarlo, Korda a Madrid? Datemi retta: piantatela. Lorenzo ha 21 anni, volete mostrare un po’ più di pazienza ed equilibrio?

Devo dire che anche dai giornali e dai giornalisti mi aspetterei le stesse doti di equilibrio che chiedo ai lettori, però quando vedo che certi grandi allenatori di calcio vengono messi in vivacissima discussione con titoli da prima pagina sulla “rosea” dopo due, tre o anche quattro partite perse anche se – vedi Pioli con il Milan, vedi Inzaghi con l’Inter, ma anche Allegri che sia con Milan sia con Juve ha vinto di tutto e di più… e lo dico io che sono viola nel cuore – hanno appena vinto un imprevisto scudetto, hanno vinto una Coppa internazionale, si sono appena qualificati per i quarti di finale di Champions dopo anni e anni di digiuno, sono in lotta per il secondo posto in classifica alle spalle di un Napoli che non è mai stato così travolgente dall’epoca di Diego Armando Maradona, beh dico…a me stesso: ”Ma che pretendi Ubaldo dai tuoi lettori, se l’esempio che danno i più grandi giornali mettendo in discussione personaggi di quel calibro, è questo?”.

Coraggio Matteo, coraggio Lorenzo, coraggio Vincenzo Santopadre, coraggio Simone Tartarini, smentirete tutti i pessimisti di mestiere. I becchini.

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