WTA Charleston: Jabeur trionfa nella rivincita contro Bencic

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WTA Charleston: Jabeur trionfa nella rivincita contro Bencic

Belinda Bencic serve per il primo set, ma Ons Jabeur la riprende con un punto spettacolare. Quarto titolo per la tunisina

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Ons Jabeur – WTA Charleston 2023 (foto via Twitter @CharlestonOpen)
 

[2] O. Jabeur b. [4] B. Bencic 7-6(6) 6-4

Quarto titolo in carriera, il secondo su terra battuta, per Ons Jabeur che supera Belinda Bencic, in due set e in due ore, nella rivincita della finale andata in scena lo scorso anno al Credit One Charleston Open di Charleston e vinta dalla svizzera 6-4 al terzo. Bencic ha servito per il primo set, ma il match è tutto nella palla del controbreak di quel decimo game, quando Ons si difende dall’attacco profondo al centro con un tweener frontale e sulla volée svizzera piazza un passantino slice delizioso e per nulla banale.

È il quarto titolo per Jabeur, che dall’Australia ha lottato con un infortunio al ginocchio che l’ha costretta a fermarsi in febbraio, con preoccupanti dichiarazioni sul proprio stato di salute che andavano oltre quel problema. Dopo un solo incontro vinto nel rientro al Sunshine Double, Ons va ora a prendersi, senza cedere un solo set, questo trofeo WTA 500, impreziosito dalla presenza delle prime quattro teste di serie in semifinale, ma che certo ha per lei un valore che trascende i punti e l’assegno da 120.000 dollari.

Per quanto riguarda Belinda, è stata molto fredda nel concludere a… freddo la sua semifinale. Perché sabato il suo match contro Jessica Pegula era stato interrotto e rimandato a domenica a causa della pioggia, con Belinda avanti 7-5 6-6, ma sotto 2-4 nel tie-break. Ha vinto anche il primo punto dopo la ripresa, Pegula, ma poi non è stata incisiva in risposta sulla seconda di Bencic che, più aggressiva, è andata dritta prendersi il tie-break 7-5.

PRIMO SET – Quinta sfida tra le due, bilancio in parità. L’inizio contratto di Jabeur le costa il servizio di apertura, uno svantaggio che sembra non riuscire a recuperare di fronte a una Bencic che non offre occasioni alla risposta. Anche Ons si è fatta solida in battuta, rimane incollata a Belinda che va a servire sul 5-4. Sul 30 pari, risposta aggressiva e chiusura, poi il capolavoro con tweener e passante con il rovescio tagliato stretto con cui aggancia l’avversaria, per poi sorpassarla.

Bencic sembra sotto un treno ma, quando si ritrova ad affrontare tre set point consecutivi, si ridesta, annulla quelli e altri due ai vantaggi trascinando con coraggio (oltre a un paio di complicità tunisine) il parziale a un ormai inopinato tie-break. Non sappiamo quanto pesino le chance sfumate, ma il doppio fallo di Jabeur sul 4 pari è davvero pesante, almeno quanto il gran bimane a sventaglio di Belinda. I set point, due consecutivi, sono per lei, ora, ma Ons è ancora lì, sarebbe un peccato perdere un set dopo che lo si è ripreso in quel modo e risponde con un lungolinea spettacolare e una prima solida. Il dritto tunisino è on fire, un altro vincente provoca il lancio di racchetta con conseguente warning per Bencic, che poi vorrebbe fuori il successivo sventaglio dell’avversaria, ma per fortuna l’arbitro Pierre Bacchi sa giudicare un segno e il set è di Jabeur.

SECONDO SET – Andamento ondivago, tre break nei primi tre giochi, poi la numero 5 del mondo si invola sul 4-1 pesante. Sul 40-15 l’incontro è dato per finito, ma Bencic risponde benissimo, contiene i danni e si rifà sotto.

Questa volta è il turno di Ons per servire sul 5-4 e neanche a lei va esattamente liscia; d’altra parte, il game della verità esige emozioni. Un po’ rigida e un po’ difensiva, si ritrova 15-40, ma una smorzata perfetta e il servizio risolvono temporaneamente la questione. Belinda lotta, si procura un’altra palla per l’aggancio, ma la battuta prima e il dritto lungolinea poi ribaltano di nuovo il punteggio. Risposta imprecisa e il secondo match point è quello buono per una raggiante Jabeur. Bello l’abbraccio a rete fra le due ragazze.

37° incontro vinto su clay da inizio 2020 per Jabeur, nessuna come lei. Naturalmente considerando “argilla” il basalto frantumato dal caratteristico colore verde che però è grigio, estratto dalle Blue Ridge Mountains, che ricopre i campi di Charleston. Ancora brava, Ons.

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