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WTA Roma, Kalinina: “Negli spogliatoi sono quasi caduta a causa dei crampi”
Sulla finale iniziata alle 23: “Non avevamo altra scelta”. Su Rybakina: “Se continua così, sarà di sicuro la nuova numero 1 al mondo”

Nessun lieto fine per la settimana da favola di Anhelina Kalinina. La tennista ucraina ha espresso il suo miglior tennis in queste due settimane, raggiungendo la sua prima finale in un WTA1000, ma ha dovuto arrendersi al suo fisico. L’ucraina lascerà gli Internazionali BNL d’Italia con il suo best ranking alla posizione numero 25 e un posto da testa di serie nel tabellone del Roland Garros 2023. La tennista ucraina è stata protagonista di battaglie dure a livello fisico, su tutte il match contro Haddad Maia, il più lungo della stagione, che le hanno presentato il conto nella finale, con Kalinina che si è ritirata ad inizio secondo set della finale contro Rybakina.
IL MODERATORE: Ovviamente non è il risultato che volevi oggi, ma qual è il tuo pensiero sulle ultime due settimane.
ANHELINA KALININA: “Sono comunque orgogliosa di quanto fatto, nonostante oggi non abbia finito il match, ma sono state due settimane fantastiche per me.”
Q. Puoi parlarci della natura dell’infortunio. Si tratta di qualcosa emerso durante la partita?
ANHELINA KALININA: “Mi sentivo come se fossi al mio limite a livello fisico, soprattutto oggi. Ho sentito problemi alla gamba dopo la partita contro Beatriz Haddad Maia [nei quarti di finale, ndr]. In semifinale mi sono spinta oltre il mio limite, sono stata in grado di farlo. Ma durante la finale ho iniziato a giocare, ma dopo, due, tre game non sono stata più in grado di farlo. Ci ho provato ma era assolutamente impossibile.”
D. Qual è la cosa che ti rende più orgogliosa nelle due settimane trascorse a Roma? Le vittorie che hai conquistato, il modo in cui sei riuscita a vincere?
ANHELINA KALININA: “Sono molto orgogliosa del mio spirito combattivo di queste due settimane. Ho continuato a combattere nonostante il punteggio, nonostante qualsiasi situazione, qualsiasi condizione meteorologica o qualsiasi avversaria. Tutte erano molto difficile da affrontare. Un tabellone molto complicato. Sono molto orgogliosa di essere stato in grado di competere a questo livello giocando match di qualità e di essere stato in grado di vincere queste sfide”
D. Considerando tutti i ritardi, quanto tardi è iniziata la partita, l’organizzazione ti ha chiesto se volevate giocare sabato?
ANHELINA KALININA: “Da quello che abbiamo capito non avevamo altra scelta perché domenica avevano già il programma al completo. In un certo senso non potevano farci giocare in un altro momento.”
Q. Lunedì sarai tra le prime 20 del ranking. Per quanto riguarda il livello che sei stata in grado di esprimere in questo torneo, cambiano le tue aspettative o ambizioni per il resto della stagione?
ANHELINA KALININA: “Non ho alcuna aspettativa. Ho i miei obiettivi per quanto riguarda il mio tennis. Non ho ambizioni per quanto riguarda i punti o la classifica perché sono per me, senza dubbio, cose che iniziano a darmi fastidio quando ci penso. Sto cercando di concentrarmi sul mio tennis, sul mio gioco, su cosa devo migliorare. Ho molte cose da migliorare (sorride). Ho molto lavoro da fare. Ho delle ambizioni ma riguardano il mio gioco e nessun altra cosa.”
Q. Hai detto che oggi eri al limite fisico. Sei preoccupata per le prossime settimane, per Parigi, o si tratta solo di stanchezza del momento?
ANHELINA KALININA: “Penso di aver percepito la stanchezza da martedì di questa settimana. Sicuramente in questo momento non abbiamo affatto intenzione né di giocare né di allenarmi. Mi prenderò penso quattro giorni completamente liberi solo per riprendermi. Dopo aver finito, penso che sia stato assolutamente corretto fermarmi, anche se a livello emotivo avevo voglio di giocare. Dopo essere uscita dal campo, sono quasi caduta negli spogliatoi perché ho sentito un crampo alla gamba.Fermarmi è stata una decisione assolutamente corretta. Ho solo bisogno di giorni liberi.
Q. Parlando dello stato di forma di Elena, della stagione che ha avuto, cosa pensi sia in grado di fare nel futuro?
ANHELINA KALININA: “Potete vederlo anche voi cosa sta facendo. Serve a 200 chilometri orari. E mette in campo vincenti come nessun’altra nel tour.”
D. Pensi che possa vincere a Parigi?
ANHELINA KALININA: “Chiunque può vincere a Parigi, ma lei ha buone possibilità.”
D. In campo hai detto di essere stata ispirata da ciò che è stata in grado di fare. Qual è stata la più grande differenza rispetto alla persona e al giocatore che conoscevi in passato e quella di oggi?
ANHELINA KALININA: “Ricordo che molti anni fa giocavamo un 25K in Cina, probabilmente sette, otto anni fa. Lei è molto giovane. Ha migliorato tutti i suoi aspetti, li ha resi molto solidi. Lei è molto più potente, una potenza incredibile, un’ottima forma fisica. La chiave è il suo servizio, anche quando giocavamo i 25K, serviva molto bene, ma non era così solida. Ora penso che sia la sua arma migliore. È una giocatrice fantastica, una giocatrice eccezionale. Sono sicura che se continua così, sarà di sicuro la nuova numero 1 al mondo”
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Roland Garros, Paolini: “La mia solidità è stata la chiave. Ora gioco con più fiducia” [VIDEO]
“Con Olga Danilovic ho giocato a Roma qualche anno fa. Serve molto bene, sarà difficile risponderle” così Jasmine in vista del secondo turno a Parigi

La conferenza stampa di Jasmine Paolini dopo la bella vittoria di primo turno contro la romena Sorana Cîrstea.
Complimenti, bella partita. è arrivato il momento di superare questo fatidico secondo turno che non hai mai superato.
Per ora mai. Sono contenta della partita che ho giocato oggi, non era facile. Lei fa tanti vincenti, è una giocatrice sempre pericolosa. Sono contenta perché ho spinto quando dovevo spingere e ho difeso quando dovevo difendere. Ho giocato un buon match.
Ora hai Olga Danilovic. Hai mai giocato con lei?
Ci ho giocato una volta a Miami. Ha appena vinto un torneo la scorsa settimana e sta giocando bene. Ha appena superato un turno, sarà un match complicato, lei sa giocare benissimo ma io farò del mio.
Tutti dicono di aver trovato dei campi e delle palline lente, tu che dici?
Sì, le palline diventano subite grosse, forse l’anno scorso erano più veloci. All’inizio prendono bene la rotazione, sono veloci, ma dopo si gonfiano. Quindi sicuramente inizia ad essere molto più lento con l’andar avanti dei game.
Quanto è stata importante la vittoria di Firenze per arrivare poi qua?
Parecchio, perché sono state partite combattute, una settimana difficile. Il punteggio in finale è stato quello più facile ma è stato un torneo difficile per le condizioni, avendo piovuto tutta settimana. Sono contenta di come ho gestito la settimana, sono andata migliorando partita dopo partita. La partita di oggi è frutto della settimana di Firenze, di come sono stata in campo.
Senti di aver girato la pagina? I primi 3-4 mesi della stagione non sono stati semplici.
Sono stati disastrosi (ride). Guarda già da Roma mi sentivo meglio . Sto cercando di concentrarmi su quello che devo fare senza crearmi aspettative, senza mettermi pressione, cercando di pensare in maniera positiva, perché c’è stato un momento in cui pensavo solo in maniera negativa e le cose non andavano bene.
Pensi sia stato solo mentale o ci sono stati anche motivi tecnici che ti impedivano di vincere le partite?
Onestamente tutte e due. Poi ho iniziato a giocare meglio è la fiducia arrivata. Ho cercato di essere più positiva senza curarmi troppo del risultato. Ad un certo punto era diventata un ossessione perché andava sempre male. Quella è stata la chiave.
Quanto è importante dimenticare le delusioni? Ad esempio a Roma con la Rybakina hai giocato un grande primo set, poi hai giocato un grande tie-break ma hai perso. Come si fa a voltare pagina? O ancora ci pensi?
Ho preso il buono di quella partita. Ha vinto il torneo la Rybakina. E’ una giocatrice di altissima livello e lo sta facendo vedere, è anche continua per il tipo di gioco che ha. Ho cercato di prendere il buono. Però sono andata a Firenze pensando che stavo giocando meglio rispetto a prima. E’ stata una partita migliore di tutte quelle giocate quest’anno.
Quale è stata la chiave della vittoria contro Sorana Cîrstea?
Penso che la chiave sia stata la mia solidità. Lei è una grande giocatrice che può tirare vincenti da ogni parte del campo. Io ho provato ad essere solida sulle diagonali e ho cercato di muoverla quando potevo. Penso che questa sia stata la chiave.
Puoi dirmi qualcosa riguardo ad Olga Danilovic. Cosa ti aspetti da questo match?
E’ un’ottima giocatrice, è un grande talento. Lei sta giocando bene dopo aver vinto a Madrid (ITF), poi si è qualificata qua. Sarà un match difficile, ma sono pronta a giocare.
Tu hai già giocato contro lei?
Sì a Miami ho perso con lei tre anni fa. Quest’anno ci siano allenate due o tre volte, ci conosciamo.
Quali sono le sue armi migliori?
Penso lei serva molto bene, difficile risponderle. Lei gioca bene le due fasi di gioco. La chiave sarà giocare profondo contro di lei.
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Roland Garros, Zeppieri dopo la vittoria con Bublik: “Con lui devi stare sempre concentrato”
Il tennista romano commenta in conferenza stampa dopo il successo al primo turno a Parigi: “Ho il gioco per dare fastidio a Ruud”

La prima volta non si scorda mai: Giulio Zeppieri ha battuto in cinque set Alexander Bublik regalandosi il primo successo in uno Slam dopo aver passato le qualificazioni in questo Roland Garros. Una vittoria che sa di consapevolezza e di maturità che il ragazzo romano sta acquisendo. Adesso un secondo turno difficile contro Casper Ruud che potrà giocare libero e sgombro mentalmente. Così il tennista azzurro ha parlato ai giornalisti in conferenza stampa:
D: Buonasera, complimenti. Non avevi mai giocato contro Bublik. Con uno come lui che tira forte, che ti fa giocare poco, quanto è stato difficile rimanere in partita dopo due set persi?
Giulio Zeppieri: “Non è facile giocare contro di lui perché è molto imprevedibile. Può fare cose molto spettacolari e regalarti invece punti in momenti importanti. Devi stare concentrato tutto il tempo, non arrabbiarti e non scoraggiarti quando fa ottimi punti, ma sapere poi che possono arrivare degli errori. Io ho avuto pazienza, ho tenuto bene con il servizio, ho annullato palle break anche in dei momenti importanti: sono contento della mia prestazione“.
D: Non hai esultato tantissimo a fine partita. Questione di stanchezza o del tuo carattere?
Giulio Zeppieri: “Quando ho vinto non so perché magari non ho esultato. Non mi è uscito nulla, semplicemente ero molto contento“.
D: Volevo chiederti una cosa: come si prepara una partita con Bublik? Si vede che è un personaggio spettacolare che offre un gioco molto complicato. Mi incuriosisce cosa ti eri preparato e qual era l’idea.
Giulio Zeppieri: “Noi ci siamo concentrati sul mio gioco, senza pensare cosa potesse proporre lui. Mi sono concentrato soprattutto su me stesso, sapendo che di là poteva arrivare qualsiasi cosa. Mi ha battuto solo due volte da sotto e magari me lo sarei aspettato di più. A parte il primo set, lui non ha buttato punti, è stato concentrato, solido, non è venuto spessissimo a rete. Evidentemente anche lui teneva alla partita e non voleva perdere. Oggi (ieri, ndr) è stata particolare: non avevo mai giocato cinque set. Più che fatica fisica, è fatica mentale, sapere anche due set a uno sotto di poterla vincere“.
D: Compimenti Giulio. Ora ci sarà un giorno per ricaricare le batterie e poi ci sarà un giocatore che è totalmente l’opposto di Bublik, ovvero Ruud. Come pensi di doverla affrontare questa partita e cosa ti aspetti da te?
Giulio Zeppieri: “Lui avrà tutto da perdere: difende finale, è numero 4 del mondo, tutte le pressioni ce le avrà lui. Io sicuramente giocherò il mio tennis, proverò a dare il massimo. Secondo me ho anche un gioco che potrebbe dargli fastidio, poi ovviamente cercherò di godermi l’esperienza il più possibile perché comunque giocare contro uno dei primi del mondo è sempre importante e ti può dare qualcosa anche per il futuro per vedere a che punto sei e sono partite che ti possono dare una mano per la crescita, quindi vedremo“.
D: Comunque Ruud non è imbattibile perché Arnaldi a Madrid ci ha vinto. 3 su 5 è un altro sport, ma sicuramente si può tentare.
Giulio Zeppieri: “Parliamo di condizioni completamente diverse di gioco, Madrid è molto veloce, la palla salta tanto. Qua invece le condizioni quest’anno sono un po’ più lente, le palline si appesantiscono subito quindi devi giocare tutti i punti. 3 su 5 è un altro sport: 2 su 3 sono battibili tutti quasi, 3 su 5 giocare con i più forti è un po’ diverso perché magari hanno giocato almeno 50 partite di questo tipo, poi lui (Ruud, ndr) ha già due finali raggiunte l’anno scorso, quindi non è uno che non sa giocare 3 su 5. Sicuramente avrei più chance 2 su 3, però mai dire mai“.
D: Giulio, oggi fai parte di una giornata storica per il tennis italiani: undici tra giocatori e giocatrici al secondo turno e sette giocatori uomini al secondo turno. E’ un risultato importantissimo per il tennis italiano e tu sei uno di questi.
Giulio Zeppieri: “Sì, sono molto contento. Io non ci sto pensando tanto, ma mi fa piacere che tanti giovani stiano arrivando tutti insieme, quindi è una cosa positiva per il tennis. Sono contento di poter farne parte e spero di riuscire ad entrare nei primi 100 il prima possibile“.
Domanda di Vanni Gibertini (Ubitennis): In due anni hai vinto sette partite al Roland Garros: so che l’obiettivo è vincerne sette in un anno solo, ma è difficile confermarsi e questa sicuramente è una conferma. Hai un’affinità particolare con questo posto, oppure questo risultato fa parte di un processo di crescita?
Giulio Zeppieri: “Sicuramente mi piace giocare qui. Sono i migliori campi che si possono trovare e negli Slam do il meglio di me stesso quando gioco. Non era facile riqualificarmi quest’anno, anche se ho avuto un buon tabellone, ma quest’anno ero anche la dodicesima testa di serie quindi era più abbordabile rispetto all’anno scorso. Spero di continuare questa striscia anche l’anno prossimo entrando direttamente in tabellone“.
Editoriali del Direttore
Roland Garros: ma Sinner sapeva che nei quarti poteva incontrare Medvedev? Un martedì da leoni, emozioni indicibili, Vavassori, Zeppieri, Monfils
Tutte pernici ieri al Roland Garros. Maratone con rimonte incredibili, battaglie all’ultimo sangue, spettacolo continuo. E il tennis italiano, 3 vittorie su 4, 11 su 15 al primo turno, si è fatto onore

Era solo il primo martedì del Roland Garros 2023, ed è stato un martedì da leoni. Sì, una di quelle giornate – peraltro dopo le tante maratone già seguite domenica e lunedì – che chi le ha vissute non potrà mai dimenticarle. È la forza di questo straordinario sport. Sempre più popolare perfino quando si rischia di essere soffocati dalla troppa folla, dalle troppe code attorno ai campi aperti ai possessori dei cosiddetti biglietti “annexes” o “ground”. Meglio queste code, tuttavia, di quelle che si devono fare ai servizi igienici del Foro Italico…che sono tutto fuorchè igienici. Non mi stancherò mai di sottolinearlo. Prima o poi spero che qualcuno ci metterà mano. Diego Nepi, ci pensi tu?
Giornate di emozioni indescrivibili, anche perché ci vorrebbero ore e ore per raccontarne una minima parte. Sia che fosse un appassionato italiano, o anche un serbo seppure con minor gioia e felicità, quelli che hanno visto e sofferto per 5 ore e 10 minuti l’epica battaglia sul campo 8 fra Vavassori e Kecmanovic, non la dimenticheranno. Papà coach Vavassori, e non solo lui, avrà rischiato l’infarto con i 4 matchpoint annullati al serbo nel terzo set e poi pure con il quinto nel terzo tiebreak consecutivo. La partita – ricordo a chi non avesse letto la cronaca puntuale – si è conclusa soltanto al ventesimo punto del tiebreak finale. E’ stata una delle più incredibili rimonte…almeno fino a quella ancora più pazzesca che ha concluso la nottata ben dopo la mezzanotte…
Sì, alludo a quella vinta da Gael Monfils, il più showman degli showman, e talvolta con eccessi border-line –come ricorderanno tutti coloro che videro quel quarto di finale dell’US open di qualche anno fa che fu vinto da Matteo Berrettini – che alla fine sono costati cari al malcapitato argentino Baez. Già stato vittima di Zverev qui al Roland Garros nel 2022: si era procurato, invano, il matchpoint. Stamattina è rimasto vittima – quando era calata la notte e si era fatto anche molto freddo dopo una giornata invece caldissima come tutte queste prime tre degli Internazionali di Francia – di una atmosfera divenuta per contrasto assolutamente incandescente.
Monfils, in vantaggio due set a uno, aveva perso il quarto set 6-1 e si trovava sotto 4-0 30-40 nel quinto. Insomma aveva fatto un solo game su 11. Non so come abbia fatto, giuro, ma sebbene avesse la testa sott’acqua, è riuscito miracolosamente a risalire la corrente. Certo il pubblico letteralmente impazzito per lui gli ha dato un’incredibile energia. Lui che era rimasto praticamente fermo e senza tennis da un anno per i vari acciacchi fisici. Eppoi mica è più un ragazzino mr Svitolino. Non c’è oggi che spenda più di lui con quel suo tennis da “rematore” di fondocampo eppur anche con quelle incredibili improvvise accelerazioni, cambi di ritmo, dropshots, tutto un repertorio imprevedibile e affascinante.
Ma alla fine, in mezzo al delirio collettivo e nonostante i crampi che sembravano averlo implacabilmente attanagliato, è riuscito ad evitare il supertiebreak nel quale avrebbe probabilmente finito per soccombere. Se non faceva scena, se non recitava come tante altre volte – lui che ha vinto al Roland Garros 11 volte al quinto set su 15 – sembrava non reggersi proprio più in piedi. E invece, ancora una volta, ha finito per vincere 7-5 al quinto. Pazzesco! Non so chi abbia visto i francesi sullo Chatrier…sembravano tutti fuori di testa. Come dicevo partita davvero indescrivibile. 3 ore e 51 minuti di lotta furibonda, tremenda, appassionante. Una meraviglia indimenticabile. Anche se gli argentini preferirebbero dimenticarla.
Quindi dopo i tifosi italiani e serbi, anche gli appassionati francesi e argentini hanno vissuto emozioni grandissime. E che dire allora di quegli altri italiani che hanno seguito per 5 set e 3 ore e 20 minuti Zeppieri e contro quel matto di Bublik? Ci sarà stato anche qualche tifoso kazako no? Io la partita l’ho rivista un po’ su Discovery Plus, che ce la fa vedere tutte. E di cui su Ubitennis ritrovate gli highlights.
Ma vogliamo parlare di quanto successo per 4 ore e un quarto fra il campione di Roma nonché n.2 del mondo Daniil Medvedev e un brasiliano, Thiago Seyboth Wild, che in tre apparizioni al Roland Garros aveva sempre perso al primo turno delle qualificazioni?
Beh, era dai tempi delle tre vittorie di Guga Kuerten a Parigi che la torcida brasileira non godeva così. Sotto di due set a uno, il ragazzo di 23 anni, ex speranza mondiale junior che giocava soltanto il suo secondo Slam dopo quello disputato nel 2020 a New York, ha rimontato e battuto il russo che aveva scalzato Djokovic dalla seconda posizione mondiale. Medvedev grazie all’inatteso trionfo romano su una superficie che non ha mai fatto mistero di non amare _”Meno male che la stagione sulla terra battuta è finita” ma non è che quella sull’erba lo ispiri troppo di più – aveva reso possibile il maligno sorteggio che ha messo nella stessa metà del tabellone i due principali favoriti del torneo, Alcaraz e Djokovic.
I due giocheranno sempre nello stesso giorno, fino a quando dovessero eventualmente scontrarsi. Giocano oggi sul centrale uno dopo l’altro, Alcaraz con il giapponese Taro Daniel, Djokovic in sessione notturna con Fucsovics. Nessuno dei due dovrebbe rischiare di perdere, sebbene il Djokovic di Roma e Montecarlo non sia stato il vero Djokovic. Se giocheranno sempre negli stessi giorni la colpa è di Medvedev.
Non so se Sinner e il suo team guardino i tabelloni, a volte dicono di no, altre volte dicono di sì. Certo la strada verso i quarti di finale, quando teoricamente Sinner n.8 e Medvedev n.2 avrebbero potuto incrociare i loro destini, è oggi ancora lunga.
Jannik dovrà prima liberarsi domani del tedesco Altmaier, n.79 ATP, ma pericoloso quando in giornata con il servizio, poi probabilmente di Dimitrov, quindi di Tiafoe o di Zverev (mi fa più paura il tedesco perché prima o poi ritroverà l’antico splendore: inciso, anche lui come Medveved perse al primo turno a Parigi nel 2017 poco dopo aver trionfato a Roma). Tiafoe sulla terra rossa mi pare più limitato, anche se la personalità per produrre più d’un exploit non gli manca davvero.
Nell’area originalmente presidiata da Medvedev le teste di serie sopravvissute al primo turno sono Nishioka, De Minaur e Coric. Ma ci sono anche due argentini come Cachin (vittorioso su Thiem) e Etcheverry da non sottovalutare. Un altro argentino a Roma ha giocato un brutto scherzo a Sinner.
Però, e non solo i ragazzi vestiti da Carote (e da Lavazza che li ha portati a Parigi dove averli visti a Roma) in onor di Pel di Carota Jannik Sinner – che di Pel di Carota, nomignolo che gli aveva affibbiato il sottoscritto, non aveva mai sentito parlare, tantomeno letto – per Sinner cominciano a sognare cose grandi, nonostante lo choc romano che di nome fa Cerundolo.
Fra i tanti spettatori che non dimenticheranno mai la giornata vissuta ieri a Porte d’Auteuil non vanno dimenticati i tedeschi che hanno visto il loro Hanfmann (quarti di finale a Roma e ottimo protagonista anche a Cagliari) prevalere 6-4 al quinto sull’altro brasiliano Monteiro il quale, rimontati due set era avanti 40-0 sul 4 pari al quinto, ma ha perso il servizio proprio in quel momento.
Insomma, per i brasiliani ieri è stata una giornata di gioie e dolori. Forse conviene affidarsi alla Haddad Maia. Anche i finlandesi, se c’erano (? Non li ho visti), si saranno entusiasmati per il loro Ruusuvuori venuto a capo in 5 set del francese Barrere. Così come i giapponesi – c’erano, c’erano, ne ho visti tanti – per Nishioka che ci ha messo anche lui 5 set per battere Mister Muscolo, l’americano Wolf. Ribadisco: sono state giornate intense, intensissime, indimenticabili, per chi le ha vissute.
Ho accennato alle gioie e ai dolori di tanti Paesi e chissà quante ne ho dimenticati. Anche perché ho trascurato colpevolmente il tennis femminile. Mi sono eccitato quasi soltanto per la vittoria schiacciante della sedicenne (compiuti il 29 aprile) enfant prodige russa (non so come si dice in russo enfant-prodige, e se lo sapessi non potrei scriverlo con la mia tastiera, Gianni Clerici le chiamava tutte Lolita) Mirra Andreeva che ha lasciato soltanto 3 game alla Riske Amritray in un giorno in cui sono saltate diverse teste di serie:Kalinina con Parry, Bouzkova con Wang Xin, la campionessa di due anni fa Krejcikova con l’ucraina Tsurenko, la Azarenka con la Andreescu, la Cirstea con la nostra Paolini, la Rogers con la Martic.
Allora adesso chiudo qui ripetendo quanto ho detto ieri sera a caldo intorno alle 20 sia sull’Instagram di Ubitennis – seguiteci ragazzi, se volete ..uova fresche, siamo solo a 16.000 followers vorrei arrivare almeno a 20.000 per Wimbledon…sbrigatevi! – sia sul rituale video quotidiano di fine giornata: 11 italiani sui 15 in tabellone hanno passato il primo turno. Molti contro pronostico, come le tre vittorie su quattro ottenute questo martedì: Vavassori con Kecmanovic, Zeppieri con Bublik, Paolini con Cirstea. La sola a non compiere il miracolo è stata la campionessa di Rabat, la Bronzetti. Ma chiederle di battere la Jabeur era chiederle troppo.
Oggi 6 azzuri affrontanto il secondo turno. Il mio pronostico l’ho già “azzardato” come faccio sempre su Instagram, peggio per voi se non vi siete ancora iscritti. “Chi non li azzarda i pronostici non li sbaglia”, era solito ripetere Rino Tommasi, spesso con l’aria di rimproverare un po’ l’amico Gianni Clerici che invece non amava sbilanciarsi.
Gianni però quasi tutte le sere veniva da me in sala stampa e mi chiedeva: “Ubaldo, ma Ubitennis le ha già pubblicate le quote degli incontri di domani?”. Stavolta allora lo chiedo io alla redazione. E vediamo se i miei quattro favoriti, sui sei che scendono in campo oggi, hanno quote favorevoli oppure no. Serve per capire se i bookmakers la pensano come il sottoscritto oppure no. Più tardi verifico.