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WTA Birmingham: Ostapenko piega la resistenza di Potapova, finale contro Krejcikova

Rimonta vindente per Jelena sulla russa. La tennista ceca n.12 al mondo battendo in due set la cinese Lin Zhu

Last updated: 25/06/2023 23:18
By Marianna Piacente Published 24/06/2023
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12 Min Read

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[12] B. Krejcikova b. Lin Zhu 6-3 6-2

In scena il penultimo atto del torneo WTA 250 di Birmingham. Quattro le attrici: Barbora Krejcikova contro Lin Zhu – la ceca n.12 del ranking mondiale si impone sulla cinese n.39 con un punteggio finale di 6-3 6-2 – e Anastasija Potapova contro Jelena Ostapenko (in programma a seguire).

Partenza in rodaggio per entrambe le giocatrici: apre al servizio Krejcikova, che lo perde. Idem Zhu nel gioco successivo. Si mette subito in riga però la tennista ceca, che tiene il secondo servizio concedendo un solo punto all’avversaria e le sfila di nuovo ai vantaggi il turno di battuta. Sul 3-1 Krejcikova mette in tasca ancora un gioco, aprendo un divario che le permette di assaporare il set. La cinese prova a insinuarsi nei punti dell’avversaria e riesce a fare suoi altri due game. Poi basta. Krejcikova chiude il primo parziale tenendo il turno di battuta a zero.

La tennista ceca continua ad accumulare margine per il match e realizza un filotto di quattro game in apertura del secondo set: tutte buone le sue palle a fondo campo, tutte a rete le smorzate di Zhu. Battuta d’arresto nel quinto gioco da parte della cinese, che tiene il primo servizio del parziale concedendo un solo punto all’avversaria (il gioco a fondo campo stavolta non le riesce). Ma ecco che al servizio la giocatrice ceca torna a non avere problemi – non che finora ne abbia avuti molti – e si porta a un gioco dal match. Sul 5-1 batte Zhu: si prende il game, è 5-2. Dopo, resta poco da fare: alla battuta Krejcikova conclude l’impresa e sigilla il match di semifinale in 1h29′ di gioco.

[2] J. Ostapenko b. [4] A. Potapova 5-7 6-2 6-4

Jelena Ostapenko, n. 2 del tabellone, ha centrato la finale al Rhotesay Classic 2023 di Birmingham – WTA 250 di scena nelle Midlands occidentali – vincendo in rimonta per 5-7 6-2 6-4 in quasi 2ore e dieci di partita a discapito della n. 4 del draw Anastasia Potapova. La 26enne di Riga aveva sfiorato l’eliminazione al turno precedente: soltanto un vero e proprio miracolo le ha infatti permesso di rimontare Magdalena Frech nei quarti di finale, in cui dopo aver richiesto un medical time-out per un problema al polpaccio sinistro nel primo set (poi perso 7-5) si è ritrovata sotto 0-4 e palla del 5-0. Ma il suo cammino accidentato nel torneo lo si era già appurato anche nei match antecedenti allo scontro con la polacca, essendo stata costretta a set decisivo sia con Venus Williams che con la 18enne ceca Linda Noskova. Inoltre, per comprendere al meglio come l’ex campionessa di Parigi non si sia minimamente risparmiata in questa settimana va anche ricordato che è stata capace di spingersi sino in semifinale anche in doppio al fianco di Lyudmila Kichenok, e difatti per lei le fatiche di giornata non sono ancora terminate dato che dovrà tornare in campo per l’incontro di specialità: assieme all’ucraina proveranno a difendere il titolo conquistato nel 2022. Sull’erba, Jelena si è sempre ben disimpegnata in tutta la propria carriera: a Birmingham vantava come miglior risultato prima di quest’edizione i quarti del 2016 e del 2019. Per lei quella di oggi era la quarta semi sui prati, ne ha vinte 3 perdendone soltanto una seppur decisamente pesantuccia contro Kerber a Wimbledon 2018. Se poi si parla del connubio erba e suolo britannico, ecco che le cose si fanno ancora più brillanti: domani giocherà la terza finale della carriera su tale superficie, le altre due le ha disputate a Eastbourne trionfando nel 2021 mentre lo scorso anno si è fatta superare da Kvitova. Infine, sottolineiamo come avesse perso l’unica altra semifinale giocata nel 2023 con Rybakina a Roma.

Per la russa, invece, si è trattato del primo penultimo atto verde di sempre, migliorando i quarti ottenuti nel 2021: 12esima sconfitta in semifinale nelle ultime cinque stagioni – cioè da quando è entrata nel mondo Pro – per la nativa di Saratov, inclusa chiaramente l’ultima pervenuta al cospetto di Sabalenka a Stoccarda.

E’ stato il loro primo confronto diretto, tra due ex campionesse junior di Wimbledon che però quest’oggi hanno palesato la stanchezza accumulata nei giorni precedenti, difatti anche Anastasia è stata costretta agli straordinari nelle sfide pre-semifinale dovendo sempre rimontare dopo aver perso il primo set e trascorrendo più di sette ore in campo (otto considerando anche quelle odierne) nelle partite contro Kostyuk, McNally e Dart.

IL MATCH

Il primo momento di difficoltà per i turni di battuta si manifesta già nel terzo game, con Potapova costretta a ricorrere ai vantaggi dopo aver cancellato la prima palla break del match. Nel successivo gioco, anche Ostapenko si trova per la prima volta nella partita nella complessa situazione di doversi disimpegnare sul 40-40, anche lei se la cava con però la differenza rispetto alla russa di non aver concesso break point nel game (2-2). In seguito, dopo due turni controllati agevolmente dai servizi, con Anastasia ha tenerlo a zero e Jelena ha lasciare per strada un solo quindici, ecco che si materializza il primo vero scossone del match con il break a marca lettone. Tuttavia si dimostra un effimero fuoco di paglia, dato che arriva prontamente il contro-break russo a ripristinare la valenza del servizio (4-4). Dopodiché, inframezzato dal classico gioco interlocutorio, va in scena con la campionessa del Roland Garros 2017 in battuta un decimo game a dir poco pazzesco: 24 punti giocati, tre set point mancati – di cui due i primi due consecutivi sul 15-40 – dalla n. 21 del mondo ed infine la 26enne di Riga che conclude questo infinito game all’ottava palla per agguantare il 5-5, tra l’altro tutte avute ai vantaggi.

La 22enne di Saratov, a questo punto, comprensibilmente rischia di compromettere l’intero parziale trovandosi a fronteggiare un pericoloso 30-40 che qualora fosse stato sfruttato dalla rivale, avrebbe garantito alla n. 17 WTA di portarsi al comando e poter servire per chiudere i conti. L’ex campionessa juniores di Wimbledon 2016 non trema però sulla palla break, l’affronta a viso aperto e si salva. Nuovamente ritrovatasi nella scomoda situazione di dover servire per rimanere nel parziale, dopo averlo già sperimentato sul 4-5, questa volta Jelena non è in grado di cancellare gli altri tre point che la russa si guadagna pur riuscendo comunque a rimontare ancora dal 15-40, poiché la terza palla set le è fatale: 7-5 Potapova in 56 minuti.

Ostapenko pronti via e reagisce vigorosamente ad inizio ripresa, mentre dall’altra parte della rete Anastasia spegne totalmente l’interruttore sotto le potenti fiammate della lettone: in pochi minuti, la n. 2 del seeding viaggia a vele spedite salendo sul 3-0 “pesante”. Dopo che l’ex n. 5 del ranking confeziona anche il doppio vantaggio ufficializzando il 4-0, la n. 21 – la sua miglior classifica – quantomeno appone un freno all’emorragia vincendo il suo primo gioco del secondo set. Ma la frazione è ormai talmente indirizzata da renderne incontrovertibile l’esito conclusivo, i servizi vengono rispettati sino alla fine e la giocatrice più esperta in campo si mette in cascina la frazione per 6-2 in 31 minuti pur dovendo ricorrere ai vantaggi nel game decisivo. Da notare come entrambe le protagoniste siano apparse un pò sofferenti sul piano fisico in questo secondo set, tradendo alcuni fastidi piegandosi sulle ginocchia o non mostrando movimenti così fluidi: ad esempio la vincitrice junior a Church Road 2014, prima del game con cui ha posto il sigillo al parziale ha assunto un integratore.

Potapova va vicinissima ad alzare bandiera bianca nell’abbrivio del terzo set, offrendo due palle break che avevano il sapore di resa anticipata. Ma il qualche modo la russa riesce a mantenersi in vita salvandosi ai vantaggi, dopo aver frantumato una doppia chance che avrebbe potuto ricalcare l’avvio di secondo set. Ciononostante, l’inerzia della sfida appare oramai ribaltata irremovibilmente: la lettone ora è sempre in condizione di colpire da ferma lasciando andare splendidamente le proprie strabilianti mattonate sia dal lato del dritto che da quello del rovescio, al contrario Anastasia è costretta a rincorrere e provare a fare il punto soltanto da situazioni completamente difensive non riuscendo più a muovere con continuità l’avversaria come avveniva nella prima parte del match. E se si permette ad una giocatrice come Ostapenko di prendere fiducia trovando un gran numero di accelerazioni vincenti, poi anche in quelle rare circostanze in cui sarà obbligata ad eseguire i suoi colpi in precario equilibrio di appoggi penetrerà la sfera con la medesima convinzione: puntualmente questa ipotesi di realtà si verifica. Dall’altro lato, Potapova si lamenta ripetutamente con il suo angolo a causa – sembrerebbe – di una caviglia dolorante. Sta di fatto, che Jelena rompe gli indugi sull’1-1 centrando il break. Avanti 3-2, tuttavia si distrare a causa di alcuni battibecchi con la giudice di sedia che in verità erano iniziati molto prima, regalando una serie di smorfie estremamente divertenti tanto da scaturire l’apprezzamento del pubblico ma che le sono costate care in termini di concentrazione. Poco male per la lettone, poiché arriva subito la reazione rabbiosa, rimessasi a posto a livello di focus mentale la nativa di Riga breakka ancora (4-3). Al cambio campo, la russa nasconde il capo sotto l’asciugamano sconsolata per aver riconsegnato immediatamente il vantaggio alla rivale, le battute non tremano più e allora Ostapenko può mettere la firma per la quattordicesima finale della carriera nel Tour maggiore, la terza su erba con il 6-4 finale dopo poco più di due ore di partita.


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