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Wimbledon, Medvedev: “Questo torneo è il migliore del mondo, voglio fare tanta strada”

“Devo riscattarmi dai brutti risultati in Australia e al Roland Garros”, dichiara Daniil Medvedev: “Nessuno spirito di rivalsa per l’esclusione dello scorso anno”

Last updated: 02/07/2023 14:04
By Federico Martegani Published 02/07/2023
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12 Min Read
Daniil Medvedev - Halle 2022 (twitter @atptour)
Daniil Medvedev - Halle 2022 (twitter @atptour)


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Daniil Medvedev non sta attraversando un buon momento di forma e quest’anno i suoi risultati nei tornei dello Slam non sono stati quelli sperati, con il terzo turno in Australia e la sconfitta all’esordio al Roland Garros. L’occasione per rifarsi è però alle porte – con Wimbledon in procinto di iniziare (qui per studiarsi il tabellone maschile nel dettaglio) – e il russo è consapevole che un palcoscenico di tale prestigio, se ben sfruttato, potrebbe ridargli la giusta spinta per un’ottima seconda parte di 2023. Certo, ai Championships l’ex n° 1 del mondo non si è mai spinto oltre gli ottavi di finale, ma le sue parole pre torneo fanno intendere una voglia di rivalsa sportiva, nonché la ferma volontà di giocare tante partite sull’erba londinese, dopo l’assenza forzata dello scorso anno causa esclusione di russi e bielorussi dalla manifestazione. Addentriamoci allora nelle sue mai banali dichiarazioni.    

D. Daniil, semplicemente esprimi i tuoi pensieri sulla tua preparazione fin qui per Wimbledon.

DANIIL MEDVEDEV: “Certo. Sono arrivato qui piuttosto presto, martedì sera, per cercare di prepararmi. Ma prima di un torneo non sai mai come andrà. Ho voglia di competere, perché i primi due Slam non sono andati come speravo. Può accadere, ma questo mi porta ad avere ancora più obiettivi per Wimbledon nel tentativo di mostrare il mio miglior tennis. Sicuramente i tabelloni sono sempre duri, puoi dover incontrare avversari complicati, quindi mi concentrerò solo sul giocare un buon tennis”.

D. Fino a poco tempo fa il tuo profilo ATP evidenziava come l’erba fosse la tua superficie prediletta. Era vero e lo è ancora?

DANIIL MEDVEDEV: “Era vero fino a quando non ho iniziato a giocare sul cemento (ride, ndr). Ora in effetti preferisco il cemento. E, guardando ai risultati, anche la terra è meglio dell’erba per me. Vorrei tentare di invertire questa tendenza. Sento di poter giocare bene su erba, visto che lo scorso anno ho disputato due finali nei tre tornei a cui ho partecipato. Devo solo trovare il mio ritmo e il mio gioco, e questo è l’ultimo evento in cui posso farlo”.

D. È tanto importante per te, vista la rilevanza di questo torneo in questo sport, eccellere ai Championships?

DANIIL MEDVEDEV: “Questo è l’aspetto rilevante, in effetti. Quando arrivi qui il primo giorno e puoi muoverti tra le varie location di questo luogo, da Aorangi (luogo da cui si seguono le partite gli spettatori dal maxischermo fuori dal campo centrale, ndr) ai campi principali, hai sempre la medesima sensazione di ogni anno. Perché come qualsiasi cosa nella vita, ti abitui a ciò che vedi e provi. Il primo impatto è identico a quello che sentivi quando eri junior: ‘WOW, questo dev’essere il miglior posto nel mondo’. Ogni fiore sembra essere perfetto, sia nella posizione che nel colore. Gli spogliatoi e il cibo sono magnifici. La sola cosa negativa è che quando perdi diventi matto e ti dici: ‘No, ho giocato così male!’. Ecco perché voglio farlo diventare un torneo e un luogo ancora più felici per me”.

D. Andy Murray ci ha parlato di quanto sia importante l’esperienza per lui, la sua arma migliore. Tu sei in un’età in cui mischi gioventù ed esperienza. Quale dei due aspetti ritieni sia il più influente in una manifestazione come Wimbledon?

DANIIL MEDVEDEV: “Difficile da dire. È meglio chiederlo a chi ha vinto più Major come Djokovic (ride, ndr). A parte questo, credo sia un mix tra le due cose. Quando senti giocatori un po’ più in là con gli anni, si rifanno tutti all’esperienza, perché fisicamente forse non sei tanto forte quanto lo eri prima, quindi devi usare armi diverse, che possano sopperire a tale deficit. Guardate Novak: ha compiuto 35 o 36 anni quest’anno?”

D. 36

DANIIL MEDVEDEV: “Incredibile. Lo abbiamo visto con Alcaraz, ed era Carlos quello nervoso, coi crampi. Probabilmente Carlos è più forte fisicamente, data l’età. Io spero di poter contare su una certa esperienza, soprattutto nel giocare partite decisive su campi principali, e in questi tornei. Per esempio, nell’ultimo Roland Garros ho giocato contro Thiago (Seyboth Wild, ndr), lui si è espresso qualitativamente in modo perfetto, io ho puntato sull’esperienza, ma mi ha comunque battuto. Ecco che dunque è sempre un mix”.

D. Hai detto che l’aver giocato male i primi due Slam della stagione è per te una motivazione qui. Non hai parlato invece del non aver potuto giocare qui lo scorso anno come ulteriore motivazione. Non fa nessuna differenza per te tornare a Wimbledon dopo un’assenza obbligata?

DANIIL MEDVEDEV: “Mi è veramente mancato questo posto. Ho sempre detto che amo giocare questo torneo. La mia prima vittoria junior è arrivata qui. La mia prima partecipazione in un main draw e il mio primo successo. Sensazioni incredibili. Quando sei più giovane, sei allo stesso tempo più nervoso ed emozionato, perché pensi che possa essere il tuo ultimo Slam nella vita, e io non credevo di poter arrivare dove mi trovo ora. Da quel primo momento, in cui ero incredibilmente nervoso, ho sempre ritenuto fosse speciale poter scendere in campo ai Championship altre volte”.

“Parlando dello scorso anno, ho semplicemente seguito le regole e ho trascorso un’ottima vacanza con la famiglia. Ero dispiaciuto chiaramente, ma cerco di trovare sempre l’aspetto positivo. Non mi dà ulteriori motivazioni il fatto di non aver partecipato, devo ammettere. Ciò che più mi spinge è pensare che a Wimbledon ho sempre fatto male e voglio migliorarmi perché non voglio sia il mio peggior Major. È da qui che traggo i grandi obiettivi per quest’anno”.

D. Pensi che aver reagito alla mancata partecipazione senza fare una piega possa avere un’influenza positiva sui fan?

DANIIL MEDVEDEV: “Non so come sarà il rapporto coi tifosi. Non lo si può mai sapere. Tu scendi semplicemente in campo, poi si vede come va. Quando esco a Londra ma anche a Wimbledon, incontrando persone, mi sembra di avere una buona relazione con loro. Ma poi non si sa mai, perché qualche volta posso innervosirmi in campo e perdere il sostegno della folla. L’unica cosa che rimane è che amo questo torneo, e lo ripeto, specialmente i primi due giorni qui. Vediamo se stanno ascoltando quello che sto dicendo…(sorride, ndr)”.

D. Avendo battuto Djokovic in una finale Slam ti offre una prospettiva differente rispetto a quanto ha fatto nella sua carriera e sul conquistare così tanti titoli. Cosa ne pensi di tutto ciò che ha vinto e di ciò che ancora sta vincendo?

DANIIL MEDVEDEV: “Per prima cosa, non so come ci riesca. La sensazione che ho è che tutti noi, fatta eccezione forse per Nole, Rafa e Roger, possiamo incappare in giornate storte e perdere quindi con giocatori fuori dalla top 100 quando disputano una grande partita, ma anche contro qualificati o wild card. Credo sia normale nello sport che capiti qualcosa di simile. Se ho visto bene, credo che Nole abbia giocato 70 Slam e in 35 di questi sia arrivato in finale. E lui non ha giornate storte? Sì che le ha, ma anche in quelle riesce a portare a casa il risultato. Per questo per me è il più grande giocatore nella storia del tennis. Per batterlo quando stava puntando al Grande Slam, ho dovuto mettere in campo un tennis magnifico, e questo mi rende ancora più orgoglioso, vedendo cosa ha fatto successivamente. Allo stesso modo, uno Slam è uno Slam, non importa come o con chi tu lo vinca. Sono solo contento di esserci riuscito. E non mi voglio fermare, desidero continuare a giocare finali, che sia contro di lui o contro qualcun altro”.

D. Mi stavo chiedendo se anche tu, come Sabalenka, non volessi rispondere a domande di natura politica

DANIIL MEDVEDEV: “Credo di poter rispondere a tutto, anche se non so se tutti saranno contenti delle mie risposte”.

D. Molto rapidamente, allora: cosa ne pensi dei giocatori che parlano o che non parlano della guerra in Ucraina e del conflitto in corso?

DANIIL MEDVEDEV: “Ho sempre detto di non poter esprimere pareri sugli altri giocatori, perché ho sempre vissuto e pensato così. Non voglio forzare gli altri a dire nulla. Se qualcun altro non vuole farsi sentire, è libero di farlo. La mia posizione è sempre stata una, e la ribadisco. Sono un fautore della pace, e non ho molto altro da aggiungere”.

D. L’organizzazione di Wimbledon si è espressa piuttosto chiaramente sulla guerra in Ucraina. Supportano l’Ucraina. Pensi che questo influisca sul modo in cui i tifosi ti tratteranno, alla luce di quanto hai appena dichiarato?

DANIIL MEDVEDEV: “Come ho detto in precedenza, non ne ho idea. Quando vado in campo, cerco sempre di essere me stesso, e poi vediamo. Ci sono certamente tornei, per diverse ragioni, in cui la folla mi sopporta e supporta meno, e altri in cui invece accade il contrario, e fa molto piacere. Più gioco a tennis, e più mi accorgo che se cerchi di fingere per conquistare il tifo, prima o poi il pubblico se ne accorge. Ti troverai a cadere a causa delle tue bugie, mentre se ti comporti in maniera veritiera è tutto più semplice”.

D. E rispetto a Wimbledon, hai una tua opinione sul loro atteggiamento verso la guerra?

DANIIL MEDVEDEV: “È semplicemente la loro posizione, è la posizione del torneo. Io sono solo qui per giocare a tennis”.


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