US Open: Medvedev e Zverev avanti in carrozza, bene anche Norrie. Subito fuori Khachanov

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US Open: Medvedev e Zverev avanti in carrozza, bene anche Norrie. Subito fuori Khachanov

Per Daniil Medvedev è poco più di un allenamento il primo turno con Attila Balazs, mentre Alexander Zverev vince con un triplo 6-4 su Aleksandar Vukic. Avanti la testa di serie n° 16 Cameron Norrie, fuori la n° 11 Karen Khachanov

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Il primo scorcio della seconda giornata allo US Open 2023 vedeva in campo, oltre ai tennisti italiani, altri giocatori di un certo peso in ambito maschile, come Zverev, Medvedev e Norrie. E i pronostici, almeno per loro tre, sono stati rispettati senza patemi. Analizziamo di seguito gli incontri più importanti fin qui disputati, che comprendevano anche altre teste di serie.

[3] D. Medvedev b. A. Balazs 6-1 6-1 6-0

Non poteva sperare in un esordio migliore Daniil Medvedev nel Major americano. Il russo che, com’è noto, apprezza particolarmente questo torneo avendolo anche vinto nel 2021, ha in effetti già mostrato un buon livello di tennis nella sua partita di primo turno, pur contro un avversario che non lo ha messo minimamente in difficoltà in nessun aspetto del suo gioco. Troppo grande il divario tra il n° 3 del mondo e l’ungherese Attila Balazs, quest’ultimo in enorme difficoltà di risultati nel circuito maggiore nel 2023, e il 6-1 6-1 6-0 finale lascia davvero poco spazio a repliche. Medvedev ha dominato in lungo e in largo fin dal primo -15, non dovendo neanche spendere troppe energie in vista dei prossimi impegni.

In un’ora e 14 minuti – tanto è durato l’incontro – Daniil si è intascato oltre il doppio dei punti del suo contendente (80 a 36), e non ha mai concesso nemmeno l’ombra di una palla break, difendendosi con costanza sia sulla prima che sulla seconda palla di servizio. Balazs, d’altra parte, ha mostrato invece un cedimento a un certo punto del match, forse per infortunio, e potrebbe anche aver pensato al ritiro, ma disputare un incontro sull’Arthur Ashe non capita tutti i giorni e per questo probabilmente ha deciso di stringere i denti, pur acciaccato. Medvedev affronterà ora l’australiano Christopher O’Connell al turno successivo tra giovedì sera e venerdì notte, vedremo se ancora in sessione diurna.

[16] C. Norrie b. A. Shevchenko 6-3 6-2 6-2

Ha concesso qualche game in più di Medvedev ma non ha sofferto un granché neppure Cameron Norrie (tds n° 16), impostosi sul promettente ma ancora acerbo per questi livelli Alexander Shevchenko per 6-3 6-2 6-2. Anche il britannico, così come Daniil, è stato impeccabile quando era lui a poter controllare il pallino degli scambi con il servizio, dovendo fronteggiare una sola palla break quando il punteggio lo vedeva già sopra per 2 set a 0.

[WC] M. Mmoh b. [11] K. Khachanov 6-2 6-4 6-2

C’è un americano che ha già fatto felice il suo pubblico ed è la wild card Michael Mmoh, capace di superare la testa di serie n° 11 Karen Khachanov. Il russo veniva da alcuni guai fisici che lo avevano per esempio costretto a dare forfait al Master 1000 di Toronto solo poche settimane fa, e la sua condizione non è apparsa un granché migliorata, tanto da riuscire a racimolare solo 8 games in tre parziali contro uno dei beniamini a stelle e strisce. 6-2 6-4 6-2 il netto punteggio della partita, con il russo molto nervoso soprattutto alla fine, quando la tentazione di scaraventare a terra la racchetta è stata forte in più di un’occasione.

Gli altri match

Concentrandoci sulle altre partite già concluse, tra i primi turni maschili di martedì andava in scena il derby australiano tra Max Purcell e Christopher O’Connell, e a trionfare, come anticipato, è stato quest’ultimo, che è anche il più in basso in classifica (69 vs 43). Purcell aveva ottenuto ottimi risultati nell’ultimo scorcio di stagione, con i quarti di finale sia a Winston Salem che a Cincinnati (qui aveva messo in seria difficoltà Alcaraz), ma un inizio complicato e due set di svantaggio lo hanno costretto a una rimonta che si è fermata al tie-break del quarto, perso per 7 punti a 5.

Chi ha mostrato ancora una volta un tennis ben lontano da quello dei suoi giorni migliori è stato El Peque Diego Schwartzman – piombato fino alla centoquattordicesima posizione mondiale – che ha incamerato solo 9 giochi contro il transalpino Arthur Rinderknech, n° 73. L’argentino ha concesso un break in ognuno dei primi due parziali e due nel terzo, senza mai avere alcuna opportunità in tutto l’incontro di strappare la battuta al francese.

Da rimarcare poi la bella e sofferta vittoria di Nicholas Jarry, sospinto dal pubblico quasi come se giocasse in Cile, ai danni di Luca Van Assche. Jarry ha ottenuto il successo in 4 set (6-3 3-6 6-2 7-6) ma ha dovuto lottare fino allo strenuo per non finire al quinto, rimontando un break di svantaggio e annullando un set point nel parziale che lo ha invece poi fatto esultare.

Ad aggiudicarsi però la vera battaglia della prima parte di giornata è stato un altro francese, ovvero Arthur Fils, al primo successo in carriera allo US Open. Quest’ultimo ci ha impiegato quasi 4 ore per venire a capo del suo primo turno sulla testa di serie n° 24 Tallon Griekspoor, ma l’ha spuntata grazie al break decisivo nell’undicesimo gioco del quinto set. 4-6 6-3 5-7 6-4 7-5 è quanto evidenzia lo score conclusivo, anche se il nativo di Metz è stato a un passo dal dover dire addio al torneo quando ha dovuto fronteggiare tre insidiose palle break che avrebbero portato l’olandese davanti nel punteggio nelle bettute finali, con poco tempo per Fils per abbozzare una rimonta.  


Prendi uno Zverev piuttosto concentrato, come sempre ostico e neanche troppo frettoloso. Aggiungi un Vukic generoso e con la giusta mentalità, che ha forse solo il demerito di aver perso qualche buona occasione, specie nel terzo set finale. Il risultato è una partita che non ha avuto un esito scontato, no, ma che nemmeno si è mai realmente spostata da un equilibrio sostanziale in cui il tedesco è parso in totale gestione dei tempi e degli scambi. Capace, cioè, di alzare il livello di gioco a proprio piacimento di anche solo di quel pochissimo, che bastasse per mantenere un vantaggio psicologico che è risultato comunque incolmabile per il bravo australiano.

[12] A. Zverev b. A. Vukic 6-4 6-4 6-4 (Gian Luca Tilocca)

L’incontro

Si veda l’andamento del primo set e del secondo. In entrambi un solo game al servizio strappato al numero 50 del ranking valgono a Zverev il punteggio unico per ciascun set disputato oggi: 6-4 per il tedesco. Nel 1° set il break arriva al 5° game ealla seconda occasione, con uno Zverev molto aggressivo che fa costante pressione su Vukic. Vantaggio poi ben capitalizzato dal tedesco grazie a un servizio a dire il vero non sempre perfetto, complice alcuni doppi falli, ma che come contraltare è un’arma potente che gli permette di mantenere percentuali eccellenti alla prima (86%) e di sfoderare ben 12 ace se si considera l’arco dell’intero match. In generale nel 1° set per quanto Vukic, non faccia malissimo al servizio, trovando anche qualche soluzione alternativa (sulle palle smorzate ad esempio) non sembrerà mai impensierire davvero la battuta di Zverev. Vukic non otterrà nemmeno una palla break nella prima frazione di gioco.

Una sola la palla break nel secondo set per Aleksandar, ma no chiramente non Aleksander Zverev, parliamo di Aleksandar Vukic. Dopo il servizio perso al 3° game, con il tedesco sempre più padrone del gioco, del ritmo e artefice di discese a rete sempre più pericolose per l’avversario, l’australiano avrà una sola opportunità di rimettere in equilibrio il set al 6° game, ai vantaggi. Palla break ottenuta con un ulteriore variazione di gioco, stavolta non la tanto cara palla smorzata, ma un lob vincente. È nuovamente il servizio però, a cavare dagli impicci Zverev, che rimonterà lo svantaggio e poi con una prima vincente sposterà il punteggio sul 4-2. Che non ci metterà troppo, giocandosi ora sui turni di battuta del tedesco, a trasformarsi e poi fissarsi sul 6-4 definitivo del 2° set.

Andamento leggermente diverso nel 3° set. Il break di Zverev arriva sì, puntuale al 3° game, arriva anche in modo deciso, su un turno di battuta in cui l’australiano Vukic rimane a 0. Qui Vukic fa la cosa migliore di tutto il suo incontro: decide di non demoralizzarsi, ma di rimanere in partita. Attendendo la sua occasione. E quando all’8° game per la prima volta, concentratissimo, osa sfidare la discesa a rete di Zverev più seriamente, con una bellissima soluzione in allungamento sulla palla smorzata di Sasha, esulta col pugno. Mentalmente è ancora in partita. Nonostante un ace di Zverev arriva in questo game il break point per Vukic, trasformato. Siamo ora sul 4-4 e Vukic serve. Per la prima volta ha la possibilità di portarsi in vantaggio in un set. È qui che però Zverev decide di mettere definitivamente fine ai dubbi circa le possibilità di riarertura di un incontro che nella sua mente è stato forse sempre chiuso. Alza nuovamente il ritmo e si porta sul 30-0 a favore nel 10° game, Vukic poi rimonta dal 15-40: si va ai vantaggi. L’australiano si porta anche in vantaggio, con una prima vincente, ha quindi la sua ultima e rara opportunità, ma in men che non si dica viene ribaltato da Zverev. Altro controbreak. Il tedesco così serve per il match in un game che si chiude senza troppa storia. Tra parentesi, 6-4 anche il risultato finale del 3° set, come dire si cambino e si moltiplichino pure fattori e componenti, il risultato comunque non cambia. Neanche un pò.

Commento

È sempre lecito chiedersi cosa sarebbe stato, se Vukic avesse sfruttato meglio le sue (rare) occasioni in questo caso. Quello che appare è che Zverev, pur giocando in modo oggi non perfetto in alcuni casi, abbia sempre sentito di avere pieno controllo di una partita, che tutto sommato non si è mai aperta. Un Sasha solido quindi, determinato e abbastanza sereno. Quanto abbiamo visto oggi dal numero 12 del mondo (arrivato in buona condizione all’ ultimo Slam) è positivo, sicuramente. Forse anche buono, probabilmente. Per capire se sia anche sufficiente per proseguire (e quanto) nel tabellone, aspettiamo invece i prossimi appuntamenti.

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