ATP Basilea: Rune a caccia delle Finals supera un ottimo Etcheverry. Auger-Aliassime annulla MP e batte Shevchenko

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ATP Basilea: Rune a caccia delle Finals supera un ottimo Etcheverry. Auger-Aliassime annulla MP e batte Shevchenko

Holger Rune e Felix Auger-Aliassime battono rispettivamente Tomas Martin Etcheverry e Alexander Shevchenko al tie-break del terzo, il canadese salvando un match point quando pareva condizionato dai crampi

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Felix Auger-Aliassime – ATP Basilea (foto via Twitter @atptour)
 

[1] H. Rune b. T. M. Etcheverry 6-1 3-6 7-6(6)

Holger Rune esce vincitore da un match thrilling superando nei quarti di finale dell’ATP 500 di Basilea l’argentino Tomas Martin Etcheverry per 6-1 3-6 7-6, 8 punti a 6, in 2h42‘ minuti di gioco.

In una partita nella quale ha faticato tremendamente al servizio, differentemente da quello che possono far pensare gli 11 ace messi a referto, il giovane danese si è distinto nei momenti concitati dello scontro dove ha fatto prevalere la migliore capacità nell’esprimere il massimo del proprio potenziale, al contrario del sudamericano poco cinico – una sola palla break convertita sulle 10 costruite – a far girare la sfida verso di sé quando ne ha avuto l’occasione mancando provvidenziali turning point.

Altro fattore da rimarcare è senza dubbio il fatto che il n. 6 ATP non abbia voluto mai modificare la propria attitudine tattica in relazione al risultato dello score, aggressività a spada tratta portata sino all’estremo anche a costo di smarrirsi a livello di chiarezza delle idee o di incappare in sanguinosi autogol quando sarebbe servita grande consistenza – vedere per credere il doppio fallo sul secondo match point -. Tuttavia alla fine la perseveranza e il protagonismo nel voler determinare il proprio destino agonistico hanno pagato i dividenti. Successo veramente importante per l’ex n. 4 del mondo dato che deve provare in tutti i modi quantomeno ad eguagliare la finale di un anno fa nell’ottica di accaparrarsi un posto in extremis alle ATP Finals, cercando di sfruttare le eliminazioni anticipate di alcuni diretti concorrenti come Ruud e Fritz.

Si conferma inoltre assoluto rullo compressore nei quarti di finale sul cemento, ha vinto gli ultimi 6 disputati. L’ultimo Ko risale a Metz 2022 per mano di Bublik.

Era la terza volta che il danese e il 24enne di La Plata si incontravano, le prime due a livello ITF e Challenger con una vittoria a testa.

Primo set: Rune fatica a mettersi in moto, ma quando i meccanismi sono ben oleati è un uragano che non conosce limiti

Dopo un inizio a rilento, in cui è subito costretto ad inseguire 15-40 in battuta nel primissimo game del match servendo quattro seconde su altrettanti punti, Holger Rune ritrova una performante prima di servizio e riesce così ad invertire l’inerzia tutta argentina dei primi scampoli di gioco.

In verità la solita eccezionale capacità di verticalizzare chirurgicamente il proprio tennis, da parte del danese, si era vista sin dal primo quindici. Ciò che però stava mancando al nuovo allievo di Becker, era il restante comparto tecnico. Rispolverando, tuttavia, la prima dei giorni migliori il 20enne di Gentofte ha ispessito il suo tenore di fiducia e consapevolezza a tal punto da riappropriarsi dell’efficacia dei colpi da fondo. In particolare il rovescio, specie direzionato lungolinea, è cresciuto a dismisura dando in là al perentorio 6-1 in 35 minuti a suo favore.

In pratica c’è stata partita unicamente per i primi tre game, dove Etcheverry ha mostrato fluidità in risposta di assoluto livello piegando a sé la ballerina seconda scandinava e costruendosi un totale di tre palle break – su quella concessa sul 2-1, provvidenziale ace danese a togliere le castagne dal fuoco e dare la spinta necessaria per confermare lo strappo e testimoniare il diverso status dei protagonisti in campo – prima del fiume in piena qual è stato il n. 1 del seeding per intascarsi il parziale inaugurale con una sequenza di cinque giochi in fila.

Alla fine a fare la differenza è stato l’opposto rendimento tra prima e seconda avuto dal n. 6 del mondo, quando ha messo la prima palla un autentico martello (80% di trasformazione, 16/20) mentre sulla seconda almeno nelle prime fasi il compito si è dimostrato molto laborioso: 58% con un 9/18 finale

Secondo set: Rune continua a soffrire tremendamente in battuta, Etchverry è chirurgico in risposta. Si va al terzo

Avvio della seconda ripresa pedissequamente identico a quello di inizio match, Tomas è perfetto nel primo turno di servizio del set tenendolo immacolato; al contrario del campione 2022 di Parigi Bercy che invece nuovamente si ricasca. Rune va sotto 0-40, esiziale l’errore a colpo sicuro con lo smash, ma ancora una volta come soltanto i grandi sanno fare alza il livello quando il momento lo richiede: recupera addirittura i primi due quindici nonostante altrettante seconde di servizio e riesce ad agganciare il rivale sull’1-1 facendo suoi quattro punti consecutivi.

Solidissimo però sul piano psicologico il 24enne di Plata che non si smonta dinanzi alle occasioni di break che sfumano – siamo a 0 convertite su 6 avute a disposizione – e a 15 mantiene il comando delle operazioni (2-1) evitando di cappottarsi sotto i colpi della furia danese, come accaduto nella prima frazione, proprio nel frangente in cui sembrava poter prendere il sopravvento.

Il vero aspetto cruciale dell’incontro sinora andato in scena è rappresentato dalla versione perfetta di Holger palesatasi nei punti importanti. Poiché il tennista sudamericano non sta in alcun modo demeritando, anzi sta esprimendo un ottimo livello complessivo di gioco. E’ pur vero che il Duracell danese sta altresì mostrando sbavature non di poco conto nella giornata odierna, ogni tanto ad esempio si perde per strada la chiusura al volo a seguito dei suoi letali attacchi in controtempo oppure è impreciso nell’accelerazione di dritto. Se sommiamo queste mancanze alla costanza prestazionale di altissimo profilo in ribattuta del n. 32 ATP, abbinata ad un servizio che non fa scintille ma è in grado di rivelarsi estremamente consistente, ecco spiegati gli enormi problemi in battuta che sta incontrando il tre volte quartofinalista Slam.

Per provare a porre rimedio a queste ingenti difficoltà nel difendere il proprio fondamentale d’inizio gioco, il classe 2003 tenta di mischiare le carte aumentando la velocità di spinta della seconda e seguendola sovente a rete. Se la prima soluzione strategica porta benefici, non si può dire lo stesso della seconda. Risultato? I round di battuta di Rune non smettono di essere delle autentiche montagne russe.

Così alla settima chance complessiva, l’argentino finalmente strappa il servizio al più giovane contendente. Etcheverry consolida e vola sul 4-1. Da notare come su 7 turni di servizio finora disputati nella partita da parte dell’ex n. 4 delle classifiche, ben 5 volte il giovane scandinavo è stato costretto sia a vantaggi sia a dover concedere break point.

Non si sta già parlando di terzo set, solamente perché in quattro di queste cinque occasioni il n. 1 del tabellone è riuscito nell’impresa di non farsi breakkare: l’ultima si materializza nel sesto game, dove il due volte vincitore del ‘250’ di Monaco di Baviera non demorde e rimane agganciato cancellando l’ottava palla break concessa – ne ha frantumate 7. Ciononostante ora si vede un Holger più frettoloso, che strappa eccessivamente i colpi e va avanti alla garibaldina venendo puntualmente infilzato dai passanti albicelesti.

Le battute a questo punto non lasciano più nulla alle risposte e allora Martin può guadagnarsi il terzo set con il 6-3 finale in 44 minuti. Stesso numero di vincenti nella frazione, 10 a testa, a far pendere la bilancia dalla parte sudamericana i 5 non forzati commessi dal favorito della sfida mentre la medesima voce del classe ’99 recita 0 gratuiti.

Ma la statistica decisiva nel set è raffigurata dal 63% (10/16) di punti conquistati da Etcheverry rispondendo alla seconda avversaria.

Terzo set: finale al cardiopalma, Rune cancella una palla break sul 5-6 con S&V sulla seconda e poi la chiude al tie-break

Ovviamente non c’è due senza tre, e allora altro inizio da incubo al servizio per Holger: tra un doppio fallo, un dritto scostante – decisamente meglio il bimane – ed un back che non va a buon fine; la frittata appare cosa fatta. Invece la tempra agonistica inossidabile di questo ragazzo viene ancora una volta fuori in tutta la propria magnificenza: si ritrova prima 15-30 e poi 30-40, tuttavia sull’orlo del precipizio tre ace da sinistra di cui uno di seconda lo tolgono d’impiccio (1-1).

Si prosegue, così, sulla stessa falsa riga: il quartofinalista dell’ultima edizione del Roland Garros in scioltezza al servizio, a zero, il 20enne danese a perire di nuovo uscendo indenne da un pericoloso 30-30. Insomma l’argentino decisamente più costante e solido, Holger invece a corrente alternata e in stato confusionale a livello tattico ma in grado di picchi non raggiungibili dall’avversario.

E non a caso dopo la sequela di turni di servizio in cui ha perito le pene dell’inferno, mentre l’altro contrariamente teneva i suoi con la pipa in bocca, ecco fioccare nel quarto gioco tre opportunità di break per il classe 2003 all’interno di una game infinito da 14 punti che tuttavia alla fine della fiera non premia Rune. Probabilmente, infatti, unicamente di ciò necessitava ancora Tomas per poter compiere l’ultimo passo verso la conquista di una partita veramente ben giocata: resistere alla furia danese quando si scatena, possibilmente non rimettendoci le penne. Perciò recuperando dal 15-40, Etcheverry centra il 2-2: l’equilibrio rimane intatto.

Dopo un paio di game di transizione, nel settimo gioco altro frangente da cuori forti: il principale favorito all’ottenimento del titolo è costretto ad affrontare un complicato 0-30, perdipiù ad esasperare ulteriormente l’umore del danese è il giudice di sedia con la chiamata del time violation: Holger non gliene manda dire, i due si erano già pizzicati sullo shot clock nel primo set.

Ma questi momenti di tensione non fanno che caricare uno come Rune, difatti due ace – siamo a 6 nel match, tutti da sinistra – in fila accompagnati da inevitabili let’s go a sfogare l’adrenalina accumulata. L’allievo di Becker completa la rimonta e siamo 4-3 senza break.

Da annotare come nonostante i continui alti e bassi, il n. 6 del mondo non abbia mai smarrito durante tutto l’incontro l’imprescindibile attitudine aggressiva che ne contraddistingue lo stile di gioco. A questo punto si assiste ad una fasi di stasi che sembra quasi preparare al gran finale, il quale va in scena a partire dall’undicesimo gioco dove Rune cancella la nona ed ultima palla break della sua partita con il marchio di fabbrica della sua performance odierna: Serve&Volley sulla seconda che sprizza coraggio da tutti i pori della racchetta. Si giunge così al tie-break, qui assistiamo ad un vero e proprio saliscendi di emozioni palpitanti: il primo a rompere gli indugi è il danese che sull’1-1 alzando l’intensità dello scambio si prende il mini-break di vantaggio.

Holger si porta rapidamente sul 4-1, ma Etcheverry non molla e rimanendo a contatto con la battuta opera poi il contro mini-break sul 4-3. Ecco che però Rune ritorna immediatamente e prepotentemente a far la voce grossa quando l’aria si fa rarefatta: sul 5-4 estrae dal cilindro un passantone in corsa di rovescio che è da cineteca guadagnandosi due match point consecutivi.

Sfumato il primo match ball in risposta, sul secondo il 20enne scandivano continua a dimostrare di essere allo stesso tempo testardo e coerente con il piano tattico messo in pratica fin dall’inizio: segue a rete la seconda ma viene infilato, 6-6 e tutto da rifare. Allora corre in soccorso la sorte al buon Holger, nastro fortunello e terzo match point che viene vidimato dal doppio fallo argentino. Inferno e Paradiso condensati in unico istante.

[6] F. Auger-Aliassime b. [Q] A. Shevchenko 7-6(2) 3-6 7-6(1) (scritto con M.S.)

Alexander Shevchenko vince sei punti più dell’avversario, ha anche un match point, ma sparisce nei tie-break e allora è Felix Auger-Aliassime a guadagnare la sua seconda semifinale dell’anno vincendo per 7-6(2) 3-6 7-6(1) in due ore e 34 minuti

Primo set: avvio shock di Auger, poi si ritrova e al tie-break mostra la differenza di livello con il rivale

Shevchenko parte aggredendo la partita, pronti via ed è break a freddo prontamente confermato per il 2-0 iniziale. Non si può dire lo stesso per uno spento Felix che rischia addirittura il doppio break di svantaggio, ma alla fine riesce in qualche modo ad evitare il 3-0 “pesante” cancellando la palla break concessa e accorciando le distanze dopo 11 punti e due palle game.

Auger è letteralmente tramortito in questo avvio, deve uscire ancora una volta dalle sabbie mobili dei vantaggi nel quinto game per sconfessare il 4-1 e servizio Russia. Il momento favorevole non sfruttato fino in fondo da Alexander rigenera il canadese che opera così il contro-break a zero per il 3-3 scovando energie mentali insperate. Dopodiché non succede di fatto più nulla sino al tie-break, dove la maggior caratura di Aliassime viene fuori in tutta la propria robustezza: doppio mini-vantaggio Canada firmato tra sesto e settimo punto del gioco decisivo.

17 vincenti e 10 non forzati per Auger-Aliassime, 10-5 il bilancio russo.

Secondo set: Shevchenko prende il controllo

La svolta del secondo parziale e del match arriva al quarto gioco, quando Auger-Aliassime inizia a mancare il campo e non di poco con entrambi i fondamentali e neppure il comodo passante fallito da Shevchenko lo salva dal break. Ne rischia anche un secondo, salva i due set point, ma Alexander chiude in battuta al game successivo.

Terzo set: Shevchenko va avanti due volte, ma non riesce a chiudere nonostante (o “per colpa”) dei crampi canadesi

Felix inizia la partita finale con un doppio fallo e altri errori. Shevchenko sale 2-0, ma un game in risposta giocato con aggressività e precisione dal canadese riportano il punteggio in equilibrio. Sul 4 pari, una volée acrobatica fa comparire quelli che sembrano crampi alla coscia sinistra di Auger-Aliassime che finisce con il cedere la battuta.

Alexander serve per la sua prima semifinale del Tour (questi sono i suoi primi quarti) e, nonostante da destra sbagli due dritti in uscita, arriva a match point di fronte a un FA2 che sembra limitato dai problemi muscolari – si tocca gli ischiocrurali della coscia sinistra, fa stretching al quadricipite della destra. Shevchenko inizia lo scambio in maniera troppo conservativa, cerca di prendere il controllo ma fallisce un dritto lungolinea: non avrà altre occasioni.

Il ventiduenne della scuderia di Günter Bresnik rischia la caviglia nel primo punto del tie-break, ma per fortuna la sua caduta è senza conseguenze, a differenza dei due successivi dritti in rete che mandano Felix sul 3-0. Shevchenko non tiene più una palla in campo, mentre Auger-Aliassime corre come se fosse in campo da mezz’ora, non sbaglia più e chiude 7-1.

Felix non arrivava tra gli ultimi quattro da febbraio, quando perse da Daniil Medvedev a Doha. Sabato non prima delle 16.30 affronterà Holger Rune, che è avanti 2-1 nei confronti diretti.

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