ATP Finals, Medvedev: "Rublev? In campo non esistono amici, ma quando lo batto mi dispiace"

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ATP Finals, Medvedev: “Rublev? In campo non esistono amici, ma quando lo batto mi dispiace”

Le parole del numero tre del mondo dopo il successo nell’esordio a Torino: “Dopo la carriera potrei fare il commentatore o il coach, ma il sogno è fare il pilota da corsa”

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Daniil Medvedev - ATP Finals 2023 (Twitter @ATPTour_ES)
Daniil Medvedev - ATP Finals 2023 (Twitter @ATPTour_ES)
 

dal nostro inviato a Torino

“Daniil, che cosa vuoi fare dopo il tennis?”. La domanda del direttore Ubaldo Scanagatta a Medvedev sottolinea la capacità di Daniil di non essere mai banale davanti ai microfoni. Anche nella conferenza stampa dopo la vittoria contro Rublev nel suo primo match delle ATP Finals 2023, il russo non si è smentito…

D: Quale è stata la chiave del match?

“E’ stata molto difficile specialmente nel primo set. Ho avuto la sensazione che questo match potesse finire in entrambe le direzioni. Nel primo set lui ha giocato a un ottimo livello, poi è un po’ calato. Quindi sono felice di aver vinto e di aver servito bene quando contava”.

D: E’ stato il tuo 81esimo match della stagione, come fai a stare così bene?

“Secondo me non sono tra i primi quattro che hanno giocato più tornei, ma ne ho giocati tanti perché ne ho vinti alcuni. Probabilmente Zverev e Rublev ne hanno giocati di più. Cerco di gestire bene i giorni di allenamento con quelli di riposo. Il tennis non è facile e il programma è sempre fitto. Il mio team però lavora molto bene e sono felice della mia condizione fisica”.

D. Quando giochi contro Rublev, che è uno dei tuoi migliori amici, è facile o è difficile? E dopo che la partita finisce, dopo quanto tempo tornate a parlarvi?

“Sono cose personali. Per quanto mi riguarda solitamente ci vuole un’oretta. O forse due, dipende dal tipo di partita. Penso che Andrey ci metta un po’ di tempo in più. In campo per me non esistono amici o nemici. Penso solo a vincere. Una volta che la partita finisce, se vinco contro di lui mi dispiace per lui. Ma lo stesso vale per Andrey, l’anno scorso quando mi ha battuto è stato terribile per me, lui lo sapeva e per un giorno o due era timido nei miei confronti. A rete ci diciamo semplicemente bravo, complimenti, in bocca al lupo per il prossimo match”.

D: Quando smetterai di giocare, ti piacerebbe fare il commentatore? Perché sei molto originale quando parli.

“Proverò diverse cose. Potrebbe essere una cosa da provare, così come il coach, anche se non so se io possa avere successo in quel ruolo. Il mio sogno, in ogni caso, è fare il pilota di corse automobilistiche amatoriale, per esempio nel Ferrari Challenge, non potrei fare il professionista ma pagherei volentieri per correre nelle migliori piste del mondo coi miei amici”.

D: Sei sorpreso dalla vittoria di Zverev contro Alcaraz?

Fosse successo due o tre mesi fa sì, ora di meno. Il tennis è molto difficile e ora c’è la sensazione che Alcaraz giochi a un livello leggermente più basso rispetto a prima. Non ha la stessa fiducia che ha avuto nel resto dell’anno. Questo può succedere, è successo pure a Novak quando era giovane. Ora bisogna vedere quanto tempo ci mette a tornare come prima.  Vedendo la partita, ho avuto la sensazione che Alcaraz non fosse al top, mentre Zverev è comunque un grande giocatore, serve alla grande. Sarà interessante giocare contro di lui per la diciottesima volta”.

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