Stefanos Tsitsipas, Novak Djokovic, Holger Rune. Tutti affrontati e tutti battuti da Jannin Sinner negli ultimi cinque giorni, che con il successo contro il danese sale a 16 vittorie nelle ultime 17 partite. Numeri pazzesci per l’altoatesino, che chiude da imbattuto il gruppo verde delle Nitto ATP Finals 2023. In semifinale attende uno tra Medvedev, Alcaraz o Zverev (affronterà il secondo classificato del gruppo rosso), mentre Novak Djokovic sfiderà il vincitore dell’altro girone. In conferenza stampa …
D: Abbiamo visto che il bimbo con cui sei entrato in campo era molto felice al tuo fianco, che sensazioni hai avuto?
Jannik Sinner: “Per i bambini piccoli è meraviglioso entrare in campo con i migliori giocatori al mondo. Anche per me è stato molto bello, mi ha detto ‘dai jannik, tifiamo tutti per te!’. È bello dare loro questa opportunità, ma devo dire che è speciale anche per noi giocatori: ci sono così tante volte durante l’anno in cui entriamo in campo da soli ed è bello che qui invece non lo siamo”.
D: Sei migliorato molto mentalmente nell’ultimo anno, qual è il segreto?
Jannik Sinner: “Stiamo lavorando con Formula Medicine, il cui boss è Riccardo Ceccarelli. Riccardo era nel mio box nel match contro Rune e anche durante la partita contro Djokovic. La cosa bella è che non parliamo solamente uno con l’altro, ma facciamo anche determinati esercizi che calcolano quanta parte del tuo cervello stai usando. Nell’ultimo anno penso di essere migliorato molto”.
D: Sei sceso in campo già consapevole di esserti qualificato alle semifinali. Negli ultimi tre giorni hai battuto due giocatori contro i quali non avevi mai vinto, che cosa provi? E come stai fisicamente?
Jannik Sinner: “Sto bene, ho avuto solo qualche problemino nel secondo set, ma fisicamente sto bene. Era importante ripartire dopo la bella vittoria su Djokovic, non avevo mai battuto Rune. Holger ha servito molto bene oggi, ho iniziato bene la partita ma nel secondo set è stato molto più complicato breakkarlo. Sono contento della vittoria”.
D: Ti senti un privilegiato per poter competere di fronte ad un pubblico tutto per te? È una motivazione in più o ti procura anche un po’ di pressione?
Jannik Sinner: “È ovviamente molto speciale, è un grande privilegio per me essere qui. In Italia c’è un po’ di pressione in più, è vero, ma è una pressione positiva che mi piace. Spero di continuare così, il pubblico mi dà sempre molta forza, specialmente quando le cose non vanno troppo bene. Ho la possibilità di giocare eventualmente ancora due incontri, Torino è un posto speciale per me”.
D: Ti faccio una domanda un po’ diversa. Negli ultimi giorni il tuo nome è stato paragonato a quello di grandissimi campioni dello sport italiano, qual è la tua reazione?
Jannik Sinner: “Se penso a Tomba nello sci o a Valentino nella moto, loro hanno raggiunto risultati pazzeschi e sono di un altro livello. Il fatto che mi paragonino a loro secondo me è un po’ troppo, hanno vinto molto di più e hanno fatto una carriera molto più lunga. Io ho solo 22 anni, spero di star iniziando adesso a fare il mio percorso. Nel tennis italiano si sta muovendo qualcosa, ci sono tanti ragazzi giovani che iniziano a giocare. Ci sono tante buone strutture e tanti ottimi coach. Mi fa molto piacere, ma non dimentichiamoci di quanto hanno fatto gli altri prima di me. Fabio ha vinto Montecarlo, Berretta ha fatto finale a Wimbledon. È bello ci sia questo movimento”.
D: Più di tre milioni di italiani, tanti di loro probabilmente non super appassionati di tennis, hanno visto la tua partita contro Djokovic. Si può dire che vali quasi una nazionale di calcio? Ti piace l’idea di poter arrivare a persone che magari non hanno mai visto una partita di tennis?
Jannik Sinner: “Il movimento sta crescendo. Il tennis magari prima si guardava un po’ meno, ma ora è po’ diverso. Una partita di calcio oppure una discesa di Tomba sai quanto durano, mentre il nostro sport è diverso. Una partita può essere programmata non prima delle 17, ma puoi anche entrare in campo alle 19. Un incontro può durare mezz’ora, tre o cinque ore in uno Slam. Guardare match lunghi con figli di 7/8 anni per le famiglie può essere pesante, ma già il fatto che si informino e guardino un pezzo di partita è molto bello”.
D: Medvedev, Alcaraz o Zverev, uno di loro tre sarà il tuo avversario in semifinale. Chi ti ha impressionato di più? Chi è più pericoloso?
Jannik Sinner: “Giochiamo in altura e il campo è veloce, quindi affrontare chi serve molto molto bene è difficile e lo ha dimostrato oggi Hurkacz contro Djokovic. Zverev e Medvedev servono un po’ meglio di Carlos, mentre Alcaraz ha quella qualità di cambiare il suo livello da una partita all’altra. Sono tre giocatori diversi: Sascha è molto solido da fondo, Medevedev lo conosciamo ormai e Carlos sa fare tutto. Penso guarderò gli incontri di domani, non mi pesa vedere partite di tennis. Mercoledì sera ho guardato un po’ di Medvedev-Zverev, ma venerdì vedrò anche quando mi allenerò, al primo posto metto sempre me stesso”.
D: Hai vinto 16 delle ultime 17 partite. Cominci a sentire anche un po’ di stanchezza o sei comunque compensato dal tanto entusiasmo? Stasera mi sembravi un pochino meno reattivo rispetto alla partita contro Djokovic, ma magari è solo un’impressione mia.
Jannik Sinner: “Mi fa piacere essere questa posizione (riferito ai match vinti, ndr) se giochi tanto vuol dire che stai facendo bene. Dopo Parigi ho avuto tempo di recuperare, qui c’è il giorno di riposo tra una partita e l’altra. Venerdì mi allenerò ma non troppo, come ho fatto mercoledì, senza esagerare e arrivare pronto a sabato”.