Panatta sul momento d'oro del tennis italiano: "La Davis una svolta storica. Alla politica servirerebbe un Sinner"

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Panatta sul momento d’oro del tennis italiano: “La Davis una svolta storica. Alla politica servirerebbe un Sinner”

In un’intervista per “Il Riformista” l’ex numero 4 del mondo ha parlato anche di Berrettini: “I suoi problemi non sono certo dovuti alla relazione con Melissa Satta”

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Da Santiago del Cile a Malaga, 47 anni dopo. C’era Nicola Pietrangeli e c’era anche Adirano Panatta, numero 1 e trascinatore in singolo e doppio (proprio come Sinner) di quella squadra e poi commentatore tecnico per la Rai. A quasi una settimana del trionfo in terra spagnola, Adriano è tornato a parlare, questa volta non in televisione ma a mezzo stampa, in un’intervista per Il Riformista realizzata da Roberto Giachetti, con cui l’ex numero 4 del mondo ha condiviso parte della sua esperienza politica al Comune di Roma (Adriano era consigliere, mentre Giachettti capo di gabinetto). “Dopo 47 anni finalmente l’abbiamo riportata in Italia. E’ una svolta storica. Probabilmente questa vittoria sarà un volano per il movimento del tennis come è avvenuto negli anni ’70 con la nostra in Cila e con le vittorie individuali. È un movimento che già gode di ottima salute ma sicuramente Sinner e compagni saranno un ulteriore stimolo per far praticare questo sport ai giovani”.

Da migliorare c’è poco, siamo già all’eccellenza

Il commento entusiasta di Panatta sul momento del tennis italiano è poi proseguito: “A parte Sinner, abbiamo avuto Berrettini in finale a Wimbledon, prima avevamo Fognini che come talento puro forse era il migliore, ma anche Musetti, Sonego, Arnaldi… credo davvero sia un momento d’oro per il tennis italiano. Poi con queste performance di Sinner c’è stata grande attenzione. La finale del Master, ad esempio, ha fatto quasi 7 milioni di audience in tv, non succedeva da anni. Da migliorare c’è poco, siamo già all’eccellenza”.

Stimolato da Giachetti, l’ex tennista romano si è poi concentrato su Sinner, ribadendo quanto affermato dopo le Finals di Torino: “Può solamente migliorare. Penso che abbia tutte le qualità per diventare numero uno, che sia l’anno prossimo, tra due o tre. Ormai è lì, tra i papabili. Djokovic è come se fosse Highlander ma dovrà smettere anche lui. Credo che nei prossimi anni Sinner se la giocherà con Alcaraz, Rune e Shelton. Penso che questi quattro avranno il predominio dei tornei più importanti”.

L’unica macchia della stagione ormai conclusa è probabilmente la discesa in classifica e i continui problemi fisici di Berrettini, la cui presenza a Malaga ha però avuto un significato simbolico non di poco conto: Matteo fa parte di questo periodo di splendore del tennis italiano e tornerà da protagonista in campo.

A tal proposito si è espresso Panatta che, in particolare, ha voluto difendere il concittadino dalle critiche ricevute per la relazione con Melissa Satta: “Che torto è quello di avere una ragazza bella e conosciuta? Per quale motivo bisogna pensare che una ragazza famosa possa far male e invece la classica studentessa no? […] Credo che lui debba fare la sua vita, non devo dargli nessun consiglio. È normale che siano un po’ sotto i riflettori. Lui i problemi non ce li ha di certo per il suo rapporto sentimentale. Purtroppo ha avuto vari tipi di infortuni perché ha un gioco che si presta, molto strappato e violento. Probabilmente ha qualche parte del corpo più fragile, tipo le caviglie o gli addominali. Lui comunque ha 27 anni, è nel pieno della forza, forse è il momento di migliore maturità psicofisica”.

“Ora non c’è nessuno che mi assomiglia”

Adriano ha poi parlato di come si è rivoluzionato il mondo del tennis rispetto alla sua epoca: “Non credo ci sia nessuno che possa assomigliarmi perché giocano in maniera talmente diversa, il modo di colpire la palla, sono cambiate le racchette, le metodologie di allenamento, l’alimentazione, è il professionismo portato all’estremo. Oggi i giocatori più forti girano con un team di persone, dal preparatore atletico al nutrizionista passando per il mental coach, cose per noi abbastanza sconosciute. Quando andavo a giocare a Parigi o in Australia, andavo da solo, mi compravo il biglietto aereo”.

Infine la politica, argomento in linea con il taglio tipico del quotidiano in questione e anche con le passate esperienze di Panatta: “La politica è cambiata. Adesso l’ultimo arrivato diventa senatore, deputato, se non ministro. Sento tante persone improvvisate. A me non interessa più, sono completamente disincantato, ho perso quella voglia di incazzarmi”. Per superare questo disincanto, allora, “ci vorrebbe un Sinner”, dice Adriano. Ma forse fare politica in maniera efficace è persino più difficile che vincere una Davis.

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