Circoli viziosi. Si comincia con le affermazioni insensate di un tennista che parla molto più di quanto giochi, le repliche dell’ex campione tirato in ballo che danno il la (calante) alle fallace logiche del tennista di cui sopra, il chiasso sui social e la conseguente necessità (?) di riportare l’accaduto. Più o meno tutti considerano il battibecco un’insulsaggine spaventosa eppure danno il loro contributo ad allargare la cassa di risonanza. Così, quando i due, dopo aver tirato il fiato, riprendono il battibecco a distanza, non si può non riportarlo. Tutti colpevoli.
I due in questione sono naturalmente Nick Kyrgios e Boris Becker, con l’australiano che aveva tirato in ballo il sei volte campione Slam in un assurdo paragone tra il tennis attuale e quello di oltre trent’anni fa. Perché è chiaro che, se prendi il Becker di allora e lo teletrasporti nel Tour di oggi, all’inizio fatica a capire cosa stia succedendo. Con lo stesso ragionamento, catapulti Einstein direttamente qui e adesso dal 1915 e gli metti in mano uno smartphone dicendogli di iscriversi a OnlyFans: probabilmente rimane piuttosto perplesso, quindi Albert è meno intelligente di Kyrgios. Vabbè. Boris aveva risposto e Nick era tornato all’attacco rilanciando forte sul tu quoque (“sei stato in galera”).
Sembrava finita e invece no, anche perché le schermaglie tra i due non sono una novità, com’era accaduto nel periodo in cui si sarebbe dovuto disputare Wimbledon ma il Tour si era arreso alla pandemia; in quel caso, l’intervento (discutibile) di Becker era stato supportato da Dirk Hordorff, scomparso quest’anno. Non è finita perché Becker ha voluto chiudere la questione (e scriviamo “chiudere” per strappare una risata amara) con un intervento a Eurosport:
“Viviamo in una democrazia. Ognuno può pensare ciò che vuole. Puoi avere rispetto per il passato e dire semplicemente ‘grazie’ ad alta voce che questi vecchi pro siano esistiti, perché senza di loro il circo del tennis non esisterebbe più. Fammi cominciare dall’Australia: Rod Laver, Ken Roswall, John Newcombe, Ken Roach, poi Patrick Rafter & Lleyton Hewitt. Sono stati tutti numeri 1, hanno vinto Slam.
“Mi spingo oltre nella questione generazionale e dico: anni ’70. John McEnroe, Jimmy Connors, Bjorn Borg, poi è arrivato Ivan Lendl. Hanno reso popolare il tennis, hanno attirato telespettatori. Oggi ne vedi i risultati. Non ci sono mai stati montepremi così alti né visibilità come oggi. E questo grazie alle leggende del tennis. Ho giocato un po’ negli anni ’80, ma c’erano Edberg, Wilander, Agassi nei ’90. Tutti questi giocatori hanno reso possibile a Nick Kyrgios non giocare a tennis tutto l’anno e nonostante ciò vivere di questo sport”. Bum (bum).
Attualmente senza ranking vista l’inattività (solo un match giocato, e perso, nel 2023), il ventottenne di Canberra non ha esitato a commentare, affidandosi a Twitter. In un primo intervento, scrive: “Che dici, bro? Sono uno dei POCHI GIOCATORI che hanno portato milioni di fan al tennis e hanno fatto soldi per tutti. NETFLIX… Non ricordo di averci visto Becker. Questo tipo è ridicolo. Ho fatto carriera fuori dal campo senza l’aiuto degli altri”. Il tutto condito da faccine che ridono fino alle lacrime.
Poi un altro messaggio sulla falsariga del primo. “Eh, cosa? Probabilmente sono uno dei giocatori più guardati dopo i Big 3 nell’ultimo decennio” concludendo con la frecciata riferita alla condanna per bancarotta fraudolenta, “cerca di non occultare più i tuoi beni”.
Si congeda provvisoriamente con un paio di frasi poco carine, come “continuate con le vostre stupidaggini”, ma torna all’attacco dopo una decina di ore, prima di mettersi a letto:
“Mai una volta ho tolto degli slam a Becker o ad alcuna di quelle leggende nè ho detto di aver avuto un impatto sul tennis maggiore di loro. Ho solo detto di aver costruito il mio marchio e alla mia maniera e ho portato dei fan. A quanto pare, un finalista Slam non ha credibilità. Buonanotte, ho chiuso con questa conversazione.”
Sperando che al risveglio mantenga fede alla promessa finale e che Becker non torni sull’argomento (sempre che stessero parlando di qualcosa), non resta che farsi coraggio: mancano appena dieci giorni alla ripresa del Tour.