Il nuovo assetto del tennis in TV, tra caro-tennis e sempre meno soluzioni on-demand

evidenza

Il nuovo assetto del tennis in TV, tra caro-tennis e sempre meno soluzioni on-demand

L’arrivo prepotente di Sky richiede un ulteriore sforzo economico agli appassionati, nonostante la mancanza dell’on-demand. Dubbi sulla posizione di SuperTennis. Il mistero di WTA TV

Pubblicato

il

Tennis in TV
 

La notizia era nell’aria da mesi, ed è stata ufficializzata alcune settimane fa con un comunicato stampa da parte di Sky Italia: per i prossimi cinque anni, ovvero fino alla fine del 2028, la casa televisiva del tennis saranno i canali Sky, che ai diritti già posseduti del torneo di Wimbledon e degli ATP Masters 1000 ha aggiunto quelli di tutti gli ATP 250 e 500 più i diritti dell’intera WTA.

All’annuncio della copertura prevista in occasione dei primi tornei della stagione, diversi lettori di Ubitennis hanno dichiarato il loro disappunto per questo cambiamento che molto probabilmente andrà a incidere sulle finanze degli appassionati di tennis. Eh sì perché se fino alla fine del 2023 per assistere a tutti i tornei del circuito femminile, oltre a un bel numero di ATP 500 e 250, bastava avere una televisione sintonizzata sul canale 64 di SuperTennis, o nella peggiore delle ipotesi lo streaming di SuperTennix, gratuito per le centinaia di migliaia di tesserati FITP e loro famiglie, ora per vedere gli stessi eventi sarà necessario sottoscrivere un abbonamento a Sky, peraltro con la quasi matematica certezza di un sostanziale calo quantitativo dell’offerta disponibile.

Infatti in questa prima settimana dell’anno, Sky ha promesso di dedicare cinque canali alla copertura dei quattro eventi di cui ha i diritti (il combined ATP e WTA di Brisbane, l’ATP di Hong Kong e il WTA di Auckland): Sky Sport Uno e Sky Sport Tennis, più tre nuovi canali “riciclati” per il tennis tra quelli che erano dedicati alla trasmissione del calcio di Serie A. Manca però tutta la parte OTT (over-the-top) che risolve i problemi di contemporaneità durante le affollate prime giornate e soprattutto manca l’offerta on-demand che permette agli appassionati di recuperare i match non visti durante le ore notturne o magari durante gli orari d’ufficio.

Questo è il tipo di prodotto offerto dalla soluzione Discovery+ per i due Slam trasmessi da Eurosport (Australian Open e Roland Garros), una soluzione davvero extra-lusso che è diventata il benchmark al quale vengono rapportate le offerte di tutte le altre emittenti impegnate nella trasmissione del tennis. Sky ha una propria soluzione OTT, ovvero NOW TV, ma non è altro che la trasmissione via streaming dei canali lineari trasmessi via cavo o via satellite dalla piattaforma Sky, quindi senza la sempre più indispensabile funzione on-demand.

Già ogni anno durante il torneo di Wimbledon si assisteva alle ripetute lamentele degli appassionati che si trovavano privati del loro amato Discovery+ (derivato dal glorioso Eurosport Player) e dovevano “accontentarsi” di sei campi trasmessi contemporaneamente sui canali lineari approntati da Sky per l’occasione. E anche in occasione dell’ultimo US Open, l’esordio tutto sommato più che positivo di SuperTennis, che ha riportato in Italia uno Slam in chiaro dopo quasi 32 anni, ha dovuto subire il pesante confronto con Discovery+ uscendone più malconcio di quanto forse non avrebbe meritato.

La verità è che nonostante lo sforzo notevole già profuso da Sky durante la prima settimana (cinque canali lineari non sono uno scherzo), già c’è chi storce il naso per il fatto che il WTA di Auckland vedrà solamente la finale trasmessa sulle onde dell’emittente del gruppo Comcast, senza altre possibilità “streaming” di vedere altri incontri. La scelta di Sky di puntare esclusivamente sui canali lineari, senza (almeno per ora) soluzioni streaming oppure on-demand, è potenzialmente penalizzante per uno sport come il tennis che vede grandi quantità di contenuti disponibili contemporaneamente, e spesso anche a orari poco fruibili per le dirette. Si tratta di una scelta singolare, dato che tutti i loro concorrenti, da Discovery e SuperTennis nell’ambito televisivo per arrivare alle soluzioni OTT Tennis TV e WTA TV, hanno fatto scelte differenti.

E tutto questo senza considerare l’aspetto economico: mentre SuperTennis ha offerto per anni tantissimo tennis gratuitamente, ora l’appassionato (soprattutto quello dello “zoccolo duro”) si trova a dover sborsare come minimo €9,99 al mese per l’abbonamento più economico a NOW TV per un prodotto percepito come sostanzialmente inferiore a quello che fino a poche settimane prima era disponibile gratuitamente.

È inevitabile che questo cambiamento di scenario richieda un periodo di aggiustamento da parte degli appassionati-spettatori, anche se questa correzione del mercato era largamente prevedibile. La situazione italiana fino alla fine del 2023, infatti, era una evidente anomalia nel panorama internazionale: non c’era nessun Paese al mondo che potesse avere a disposizione una quantità di tennis in chiaro anche solo lontanamente paragonabile a quella che veniva offerta in Italia.

Il tennis è uno sport di nicchia, e al di là degli sporadici legate alle cavalcate di Sinner e degli altri giocatori italiani alle Finali ATP e in Coppa Davis, gli ascolti generati raramente giustificano la trasmissione in chiaro. SuperTennis, come sappiamo, è sostanzialmente un “ramo d’azienda”, quasi interamente finanziato dalla FITP, e che risponde a logiche molto diverse da quelle commerciali. Per quanto la FITP sia la seconda federazione sportiva più ricca d’Italia (dopo l’inarrivabile FIGC) e una delle più floride di tutto il mondo, non era difficile prevedere che non fosse in grado di rispondere colpo su colpo alle offerte dei colossi televisivi come Warner Bros (Discovery/Eurosport) o Comcast (Sky) qualora il mercato fosse stato “scaldato” dai risultati dei tennisti italiani. La TV federale, peraltro, è stata abilissima a infilarsi nel vuoto lasciato dalla diatriba tra Discovery e la USTA, conquistando i diritti in esclusiva per lo US Open fino al 2027 (si dice per 3 milioni di euro a stagione).

Sappiamo che le trattative tra Sky e SuperTennis per un possibile “subappalto” di qualche torneo (soprattutto la WTA e qualche 500) sono ancora in corso, e c’è da sperare in una risoluzione positiva per non far rimanere inutilizzato il potenziale della televisione della FITP. Nel frattempo per gli appassionati non rimane altro che mettere mano al portafogli, anche se la situazione potrebbe essere ancora in divenire.

Per quel che riguarda i tornei ATP esiste un’alternativa via streaming chiamata Tennis TV, la piattaforma OTT dell’ATP che trasmette in diretta tutte le partite di tutti i tornei ATP (anche Masters 1000 e Finals), con commento in inglese, e con una ricca offerta on-demand. Il costo è di €16,99 al mese oppure €124,99 per 13 mesi (un anno + un mese promozionale in regalo), dopo un recente aumento dal prezzo di €109,99 che era rimasto invariato da qualche tempo.

Per i tornei WTA esiste un’offerta analoga chiamata WTA TV, che copre tutti i tornei WTA, ma la cui offerta on-demand è meno completa di quella di Tennis TV. Il costo è di €8,93 al mese e di €67,05 l’anno, ma forse sarebbe più corretto dire che quello “era” il prezzo del servizio. Da alcuni giorni, infatti, non è possibile sottoscrivere l’abbonamento alla piattaforma collegandosi dall’Italia, e nemmeno da Germania, Austria, Svizzera e Regno Unito, che guarda caso sono proprio i Paesi per i quali Sky ha appena acquistato i diritti in esclusiva. Rimane l’Irlanda, che al momento non è interessata dal “fenomeno” pur essendo parte del novero dei nuovi Paesi dell’esclusiva Sky, e rimane anche il Lussemburgo, per il quale però i diritti di Sky non erano in esclusiva. Non abbiamo avuto la possibilità di testare il collegamento dal Liechtenstein e dal Sud Tirolo.

Si potrebbe azzardare l’ipotesi che il contratto tra Sky e la WTA possa comprendere anche l’esclusività della trasmissione in streaming: d’altronde era già accaduto con il vecchio contratto tra WTA e Amazon Prime Video per il Regno Unito (dove WTA TV è geo-bloccato) ed è così anche negli Stati Uniti, dove l’accordo tra WTA e Tennis Channel comprende anche un’esclusiva di quest’ultimo sui diritti in streaming.

Se così fosse, gli appassionati italiani di tennis femminile perderebbero anche questa soluzione per seguire i tornei WTA, e sarebbero completamente nelle mani di Sky. Si tratta ovviamente solo di un’ipotesi, e la situazione attuale potrebbe essere solamente un disservizio temporaneo. Certo la coincidenza dei Paesi nei quali ciò sta accadendo è curiosa.

Mentre la stagione 2024 è già inesorabilmente iniziata, è probabile che l’assetto televisivo del tennis in Italia non sia ancora completamente cristallizzato. Vedremo dunque se SuperTennis riuscirà a ricavarsi uno spazio togliendosi dal ruolo marginale a cui al momento sembra relegato (il solo US Open, con l’aggiunta probabile di BJK Cup e United Cup, è un po’ poco per un canale che vive di solo tennis) e cosa accadrà con WTA TV per la quale al momento non ci si può abbonare dall’Italia.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement