Nuno Borges è l’uomo del momento. La sua incredibile vittoria su Grigor Dimitrov, arrivata al termine di una battaglia di quattro set, ha sancito senza ombra di dubbio la giornata più bella della sua vita (quantomeno a livello sportivo). Tre ore paradisiache per il portoghese, che ha ottenuto la vittoria più importante della sua carriera – la prima contro un top20 – nonostante non si aspettasse minimamente di poter tagliare un simile traguardo.
“Sono nella seconda settimana di uno Slam (è la prima volta per lui in carriera, ndr)… ancora non riesco a crederci, non me lo sarei mai aspettato: chi lo avrebbe mai detto?” – ha simpaticamente esordito Nuno nell’intervista a caldo post partita. “Solo nel terzo set mi sono reso conto di poterla vincere davvero, e così è stato” – ha proseguito un incredulo Borges, divenuto il primo portoghese di sempre a giungere nella seconda settimana dell’Australian Open, l’unico insieme a Joao Sousa almeno agli ottavi in uno Slam.
Proprio insieme a Sousa, dal prossimo lunedì Borges diventerà anche il secondo portoghese della storia a sfondare il muro della top50, raggiungendo il best ranking di n°47. Aveva iniziato l’Australian Open da n°69 e senza grandi pretese, come da lui stesso raccontato, poi dopo l’esordio vincente contro Marterer ci ha preso gusto e ha demolito Davidovich Fokina, arrivando poi alla clamorosa impresa messa a segno contro Dimitrov.
Il primo set strappato dal bulgaro ha soffiato a Nuno un curioso primato, ovvero quello di poter approdare agli ottavi senza perdere set, unico giocatore a riuscirci nel tabellone maschile insieme a Jannik Sinner. L’altoatesino resta così l’unico ad affacciarsi alla seconda settimana senza aver ancora ceduto nemmeno un parziale sulla sua strada, ma ora non è questo il punto. La vera domanda è: chi è Nuno Borges?
Nuno Borges: il profilo
Nuno è figlio unico in una famiglia in cui sì lo sport era di casa – il padre Paolo è stato campione nazionale di pallavolo – ma di racchetta e pallina nessuno si è mai inteso più di tanto. Anche perché papà e mamma certo non si aspettavano che potesse andare avanti nello sport. Come si legge profilo tracciato sul sito dell’atptour.com, Borges inizia a giocare a tennis a sei anni, dedicandovi la maggior parte del suo tempo nonostante qualche nuotata di tanto in tanto. Dai 16 ai 19 anni, grazie alla vittoria di una borsa di studio, si trasferisce negli Stati Uniti per andare al college (al Mississippi State University), credendo di non essere ancora pronto per il circuito ATP.
Ottenuta la laurea in chinesiologia – “la scienza che studia il movimento razionale attivo del corpo umano in tutte le sue forme” – il 26enne di Maia ha anche raggiunto la finale NCAA nel 2019, fermato dal britannico Paul Jubb all’ultimo atto. Una volta capito che effettivamente nel circuito vero poteva starci tranquillamente, dopo qualche esperienza sparsa negli anni tra i vari tornei ITF nel 2020 decide di aumentare le sue aspettative, ma la pandemia di Covid-19 frena la sua ascesa.
Una scalata che, comunque, è solo rimandata: nel 2021 inizia ad affacciarsi al circuito ATP, partendo da casa sua. A fine aprile supera le qualificazioni dell’Estoril Open (suo torneo preferito), riuscendo ad entrare nel main draw e a battere Carballes Baena, ottenendo il suo primo successo in carriera contro un top100. Il 2021 è principalmente l’anno del doppio, in cui insieme a Francisco Cabral riscuotono ottimi risultati nel circuito Challenger, anche se a dicembre arriva pure il primo successo in singolare.
Da Alcaraz a Djokovic, l’ammirevole Nuno sogna in grande
Sempre con Cabral trionfa in doppio ad Estoril nel suo primo torneo ATP assoluto (nel 2022), entrando così in top100 nel ranking di doppio. Supera le qualificazioni in tutti gli Slam tranne che all’Australian Open, torneo in cui esordisce nel 2023. Col passare dei mesi (e la discesa in classifica di Joao Sousa) diventa il n°1 di Portogallo e cerca di stabilirsi nel circuito ATP, arrivando anche a sfidare a Barcellona l’allora n°1 del mondo Carlos Alcaraz. “Visto che ho già affrontato Carlitos, il mio sogno adesso sarebbe di sfidare Djokovic. Mi piacerebbe da morire scendere in campo con lui, sarebbe il mio piacere più grande” – ha detto Nuno in conferenza stampa.
Neanche la parziale sordità dall’orecchio sinistro ha fermato Borges, grande tifoso del Porto e amante dei Coldplay, al concerto dei quali una volta o l’altra potrebbe anche rischiare di incrociare Roger Federer, suo idolo fin da bambino. “Sono orgoglioso di essere portoghese, spero di riuscire a mostrare ai bambini che tutto è possibile“ – ha detto ancora Borges in conferenza stampa. “Non credo di essermi ancora abituato all’idea di essere agli ottavi di finale, forse mi sono fermato al terzo turno e vivo indietro di un paio di giorni“. Il prossimo ostacolo sarà di quelli più duri, quasi impossibili: risponde al nome di Daniil Medvedev. Giunti a questo punto, però, perché smettere di sognare?