Una finale mai vista (Crivelli). La forza mentale del predestinato. (Nizegorodcew). Jannik, parola al servizio: è il nuovo Nole (Martucci). I segreti di Jannik (Semeraro)

Flash

Una finale mai vista (Crivelli). La forza mentale del predestinato. (Nizegorodcew). Jannik, parola al servizio: è il nuovo Nole (Martucci). I segreti di Jannik (Semeraro)

La rassegna stampa italiana di sabato 27 gennaio 2024, in seguito allo storico successo di Sinner su Djokovic

Pubblicato

il

Jannik Sinner - Australian Open 2024 (Foto Twitter @mubalacitidc)
 

Una finale mai vista (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Se ci sbatti più volte la testa e poi trovi la soluzione del rompicapo, significa che possiedi l’intelligenza, il talento e la volontà per
piegare a tuo favore le difficoltà che hai incontrato sul cammino. Cioè la parabola di Jannik Sinner, che aveva perso i primi tre incontri con Djokovic e poi lo ha battuto tre volte, le ultime due di fila per prendersi la Davis e la prima finale Slam in carriera. Non solo: le prime sei uscite con Medvedev gli avevano riservato solo carbone, poi si è imposto tre volte consecutive e domani se lo ritroverà di fronte per il titolo più importante della sua ancor giovane vita tennistica […].

Le ultime tre sfide possono dare l’indirizzo su come si svilupperà la finale inedita che potrebbe incoronare un nuovo re. A Pechino, Sinner vinse facendo spesso serve and volley per sottrarre il pallino al russo, a Vienna invece controllò la partita con il ritmo da fondo campo e a Torino, nella semifinale delle Finals, sorprese Daniil con l’aggressività nei primi 3-4 colpi dello scambio, affidandosi al servizio. Ecco: se servirà come contro il serbo, contro il quale ha totalizzato 80 punti rispetto ai 43 del rivale entro i primi 4 colpi, Jannik si ritroverà nella posizione ideale per impedire al numero 3 del mondo di tessere la sua infida ragnatela da fondo, soprattutto se il moscovita sceglierà di rispondere da lontano solo per rimettere la palla dall’altra parte e
iniziare lo scambio, senza essere aggressivo come invece gli riuscì nel secondo set delle Finals.

Medvedev, con ironia, si era augurato che Jannik stesse in campo sette ore contro Djokovic, e invece la maratona è toccata a lui. L’ennesima: tre partite su sei le ha finite al quinto set, rimanendo in campo quasi sei ore in più. In generale, Daniil ha sempre fatto abbastanza fatica a carburare all’inizio, certamente non ha le gambe dei giorni migliori e infatti contro Zverev, a un certo punto, ha decisamente provato ad accorciare gli scambi. Sinner, invece, a differenza degli anni scorsi, non ha sprecato una stilla di energia in più per chiudere partite già vinte compiendo probabilmente l’ultimo step decisivo per diventare quel giocatore in grado di vincere sempre […].

Certo la prima finale Slam in carriera può diventare un macigno, soprattutto con un avversario che ne ha già giocate sei, e tre su quel campo, ma la tranquillità che gli trasmette il team è garanzia di nervi saldi. Di sicuro, se andrà in difficoltà, Medvedev da buon scacchista proverà a cambiare le carte coi suoi giochi mentali e non bisognerà cadere nel tranello.

La forza mentale del predestinato. (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)

Australian Open. Semifinale Slam. Ultimo (potenziale) game. L’avversario è Novak Djokovic, che nel terzo set ha annullato un match point. Jannik Sinner va alla battuta sul 5-3 per chiudere l’incoturo e raggiungere la sua prima finale in un Major. Errore di rovescio, poi dritto vincente (15-15). Va a servire da destra: doppio fallo, il primo di tutta la partita. Chiunque, a questo punto, avrebbe sentito una pressione insopportabile sulle spalle; l’ansia di sbagliare, la paura di perdere. Jannik invece prende la palla, qualche palleggio e poi ‘bum’: ace. Stringe il pugno, di chi già sapeva, di chi è consapevole della propria forza. Tennistica e soprattutto mentale. Gli ultimi due punti sembrano quasi una formalità. Dritto vincente, braccia al cielo. Djokovic, che tra semifinale e finale a Melbourne non aveva mai perso, esce sconfitto.

Nel tennis si può allenare quasi tutto. I colpi, la tattica, la parte fisica e anche quella psicologica. Ma solamente i predestinati hanno la capacità innata di giocare al meglio i punti importanti. Di viverli nella maniera giusta. Sono situazioni che si allenano (Sinner ha spesso parlato del lavoro con ‘Formula Medicine’), ma i campioni le hanno dentro. A volte la consapevolezza può vacillare, come accaduto anche ai più grandi di questo sport come Federer, Nadal e lo stesso Djokovic, ma la base è sempre solida: sentirsi forti, essere consapevoli. E tutto ciò non va ad incidere solamente sulla propria psiche, ma anche su quella degli avversari. La reazione di Novak Djokovic, vincitore nel terzo set al tiebreak e praticamente invincibile sulla Rod Laver Arena, avrebbe mandato in confusione chiunque […].

Jannik si arrabbia (sempre con stile) ma riparte, come niente fosse. È accaduto con Djokovic a Torino, dopo aver perso il secondo set (7-5 6-7 7-6), così come con Medvedev nella semifinale delle ATP Finals (6-3 6-7 6-1) e nella finale di Vienna (7-6 4-6 6-3). Sinner ha vinto 12 delle ultime 14 sfide terminate al set decisivo. Tutto, fuorché un caso.

Il primo Slam è li, a un passo. Una sconfitta, però, non sarebbe un dramma. Jannik Sinner è ormai stabilmente tra i migliori. Ha dimostrato di poter giocare e vincere su qualsiasi superficie, di migliorarsi giorno dopo giorno. Arriveranno anche momenti difficili, in cui alcuni avversari scenderanno in campo con maggiore fiducia o una condizione fisica migliore. Sinner vincerà molto, ma perderà anche. Per chi osserva, sarà necessario il giusto equilibrio. Quello di Sinner, invece, non è in discussione.

Jannik, parola al servizio: è il nuovo Nole (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

La prima finale Slam personale, la prima anche in assoluto del tennis italiano agli Australian Open, rimpolpa i già tanti record di Jannik Sinner, ad appena 22 anni. E anche la prima volta, era Open, che un azzurro supera un numero 1 nei Majors, e che – a parte Federer e Nadal – qualcuno batte Nole I di Serbia 3 volte in 9 settimane negli ultimi 4 confronti (nei gironi del Masters, alle Finals di Davis e ora a Melbourne; sconfitta nella finale di Torino). È anche il più giovane finalista a Melbourne proprio da
Djokovic al primo urrà Slam nel 2008. E, fra gli italiani, è a una finale Slam come Berrettini, De Stefani, Panatta, Errani, Vinci, Pennetta, la Schiavone 2, Pietrangeli 4 […].

Quanto espresso in campo venerdì a Melbourne dimostrano che le parti fra i due si sono invertite: Jannik domina lo scambio sin dal primo colpo e Novak forse si alza male dal letto come succede sempre più spesso con l’andare degli anni (lui, a 36, lotta alla pari coi ventenni). Nole è irriconoscibile: arranca, forza e sbaglia tanto, troppo, preso in velocità dall’italiano, proprio come fa in genere lui, gettando l’avversario nella frustrazione. Del resto, Sinner è stato un po’ clonato guardando proprio Djokovic e le somiglianze sono sempre di più: entrambi alti 1.88, come un fisico longilineo, elastico e ricco di forza veloce, sul quale hanno montato qualche chilo di muscoli con attenzione certosina, colpiscono sempre in equilibrio; nati sul cemento, si esaltano in difesa chiudendo tutti gli spazi, da implacabili contrattaccanti da fondocampo – evoluzione di Andre Agassi -, completi nel bagaglio tecnico, dal servizio alla risposta, con l’asso nella manica del rovescio naturale, a due mani. Entrambi costruiti col lavoro e con continue e nuove richieste allo staff tecnico-fisico, per migliorarsi. Entrambi, sin dall’arrivo nel Tour, hanno puntato, senza giri di parole, al massimo, cioè al vertice.

Guardando alla finale di domani mattina alle 9.30 italiane, i testa a testa Sinner-Medvedev sono 6-3 per il russo. Ma gli ultimi 3 confronti li ha vinti Jannik […]. Il russo (alla terza finale a Melbourne, dopo l’urrà agli US Open 2021) sarà sicuramente provato dal duro torneo (5 set con Ruusuvuori e Borges) e dalla rimonta di 5-7 3-6 7-5 7-6 6-3 di 4 ore con Zverev. Peraltro, Sinner ha imparato a non farsi irretire dai melliflui palleggi da fondo della piovra del tennis, neutralizzandolo con un mix di fiondate violente negli angoli e smorzate. Anche se il Kraken risponderà più avanti e tenterà la via delle rete.

I segreti di Jannik (Stefano Semeraro, La Stampa)

Lui sostiene di essere «un ragazzo normale» ma con la terza vittoria negli ultimi quattro incontri contro Novak Djokovic, il più forte tennista di sempre, e la prima finale Slam conquistata da un azzurro agli Australian Open ormai deve rassegnarsi: Jannik Sinner si è guadagnato un posto nella storia dello sport italiano ed è entrato definitivamente nell’immaginario collettivo di una nazione, dai ragazzini che lo riconoscono come modello alle nonne che improvvisamente interrogano ansiose tutto il parentado: «Ma a che ora gioca Jannik?». Risposta: domani alle 9.30 ora italiana, contro il numero 3 del mondo Daniil Medvedev. E se è vero che «sono molto felice di essere arrivato fin qui, ma il torneo non è ancora finito», il suo status ormai è
cambiato: da campione sportivo a icona pop di cui tutti (o quasi) vogliono sapere tutto.

“Jan”, la Volpe, nonostante negli ultimi mesi sia entrato regolarmente nelle nostre case sprintando su una fibra iperveloce, è un tipo riservato. Quando può torna a casa sua, in Alto Adige, dove i suoi genitori hanno per anni lavorato al Rifugio Talschlusshutte, in Val Fiscalina. Papà Hanspeter era lo chef, mamma Sieglinde la responsabile di sala. Ora Sinner senior segue spesso il figlio, cucinando per tutto il team, mentre la mamma gestisce una casa vacanza. In famiglia c’è anche Mark, 25 anni, nato a Rostov, in Russia, di professione istruttore dei vigili del fuoco, amatissimo fratello maggiore, adottato dai Sinner quando pensavano di non poter avere figli […].

Appena può, per il terrore dei suoi manager, si scatena in gare di kart con amici e team, e possiede un’Audi potente. Durante i tornei invece preferisce passatempi meno pericolosi: il Burraco, che gioca con il preparatore fisico Umberto Ferrara, il fisio Giacomo Naldi e i suoi due coach Simone Vagnozzi e Darren Cahill. Da figlio d’arte, se la cava benissimo anche in cucina. Piatti forti: pasta al pomodoro e cotoletta alla milanese, ma è un drago anche al barbecue e nella realizzazione di pizze con la ‘faccia’ disegnata da pomodori e peperoni che chiama “la pizza me stesso”.

Con i soldi ora ha un rapporto sereno, visto che vale commercialmente attorno ai 50 milioni di dollari: 15 a stagione solo da un contratto decennale con la Nike, mentre non è nota la cifra che gli elargisce Gucci per entrare in campo con un elegantissimo borsone griffato, poi Lavazza – che foraggia anche i Carota Boys, il suo fan club itinerante – Head, Panini, Alfa Romeo, Rolex, Fastweb, Pigna, in passato anche Parmigiano Reggiano. In carriera ha incassato più di 17 milioni di dollari in soli montepremi ma da ragazzino, quando ancora si allenava a Bordighera, “adottato” dal Piatti Center e dalla famiglia del tecnico croato Luca
Cvjetkovic, aveva convinto il papà a comprargli una macchina incordatrice portatile per risparmiare preparandosi le racchette […].

Non lo spaventano gli avversari, piuttosto i ragni, i film horror e le domande sulla sua vita sentimentale. Risulta fidanzato con la influencer Maria Braccini, ma non vedrete mai un loro post insieme. «Non vedo perché dovrei farlo – commenta saggiamente – perme i social sono una parte del lavoro».

Andreas Schonegger è stato il suo primo maestro di sci e tennis («sua madre era disperata, in casa distruggeva tutto tentando di spegnere e accendere la luce colpendo l’interruttore con la pallina»), poi sono venuti “Heby” Mayr, Andrea Spizzica, Massimo Sartori, Riccardo Piatti e Simone Vagnozzi, ma da giovane si allenava anche con Maria Sharapova e Novak Djokovic, «che mi raccomandava di variare il gioco». E ora se ne pente.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement