Australian Open, Medvedev a testa alta: “Orgoglioso di me, Sinner sarà numero uno”

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Australian Open, Medvedev a testa alta: “Orgoglioso di me, Sinner sarà numero uno”

Il russo esce ancora sconfitto dalla finale di Melbourne ma non ha rimpianti: “Diverso dalle altre volte, ho fatto tutto quello che dovevo”

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Daniil Medvedev - Australian Open 2024 (foto by X @AustralianOpen)
 

Il seguito del video è presente sulla sezione dedicata all’Australian Open 2024 del sito di Intesa Sanpaolo, partner di Ubitennis.

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L’Italia è ai piedi di Jannik Sinner. Il Bel Paese è in festa per aver riassaporato la gioia di un titolo Slam dopo 48 anni dal successo di Adriano Panatta al Roland Garros del 1976. Per il sorriso di un vincitore, c’è l’amarezza dello sconfitto. Daniil Medvedev è l’altra faccia di questa contesa, il volto deluso della finale di Melbourne, eppure non ha rimorsi nonostante la rimonta subita dall’altoatesino. Una disfatta partendo avanti due set, esattamente come gli era successo con Rafael Nadal nel 2022. Il flashback vien da sé, in conferenza stampa il russo ha parlato delle differenze tra i due match giocati e di come il rivale, dovesse continuare su questi livelli, abbia buone possibilità di essere numero 1 al mondo.


D. Nel 2022 ci hai raccontato dopo la sconfitta con Rafa di come quel quel bambino che avevi dentro smise di sognare, e questo è probabilmente un punteggio simile. Ci puoi racccontare la differenza di come fu allora e di come la stai gestendo adesso?

Medvedev: “Sì, sensazioni diverse, circostanze differenti. Sto sognando ora più che mai, probabilmente non oggi, ma nella vita in generale. Ma direi che non è più un ragazzino che sta sognando. Sono me stesso, a 27 anni, che sto sognando e che sta facendo tutto il possibile per il suo presente e il suo futuro. Amo tutto questo. Ecco perché sono arrivato in finale. Volevo vincere. Ero molto vicino. Era veramente vicino o no? Difficile da dire, ma non ero lontano. Sì, il punteggio è simile ma penso sia stato un match un pochino diverso. Sì probabilmente la prossima domanda qualcuno mi chiederà di oggi e allora risponderò (sorride).”


D. Sul match di oggi, non stavi pensando per niente a due anni fa? Cosa è cambiato in questo incontro? Eri partito molto aggressivo e forte ed eri in vantaggio 5-1 nel secondo e da lì forse le cose sono cambiate un pochino.

Medvedev: “Sì, non ho pensato molto a Rafa, perché ho cercato davvero di buttarmi tutto alle spalle, quindi non credo sia un argomento. Ad ogni modo ci sono stati tanti e tanti incontri durante la stagione dove avrei potuto perdere. Non mi sento come se all’improvviso quando ero due set sopra avessi smesso di giocare e fossi andato dietro la linea di fondo e fare solo pallonetti. Non ho fatto errori gravi. Penso che sia successo che lui abbia iniziato a giocare meglio, un po’ diverso tatticamente, perché gli ho mostrato qualcosa di diverso all’inizio del match, che era molto aggressivo. Mi sono stanco psicologicamente, ma come ogni match precedente, i miei avversari non sono riusciti a trarne vantaggio, si sono stancati. Jannik non lo ha fatto, perché nel quinto set stavo cercando di essere fiero di me stesso. Stavo lottando, stavo correndo. Ero tipo, ci proverò, se domani non dovessi sentirmi più le gambe non importa, devo cercare di provare di tutto fino all’ultimo punto, e così ho fatto. Ci sono stati dei punti alle fine dove lui, grazie all’adrenalina, non mi è sembrato così stanco come gli altri avversari. Ha iniziato a giocare meglio. Ho iniziato ad essere stanco. Il servizio è andato un pelino peggio. Così l’inerzia è cambiata e ho provato nella mia mente a cambiarla di nuovo, perché il tennis è tutto lì. Ma non ci sono riuscito, ecco perché lui è il vincitore e lui ha il trofeo.”

D. Hai il mio più profondo rispetto per il modo in cui ha retto quattro partite da cinque set. Può dirci come questo comporti un prezzo da pagare al tuo corpo e se sei pronto per correre una maratona domani?


Medvedev: “No, no. Domani non sono pronto a

fare nulla. Prenderò un volo. Sarà un bene domani, per lo meno, quando prenderà l’aereo dato che non mi piace. Per il mio corpo, non so non so cosa sia, la pressione nella cabina, la posizione di seduta o altro, al mio corpo non piace. Domani per come mi sento ora, credo che dopo il volo sarò sarò morto per una settimana (sorride). Ma i cinque set sono difficili per il corpo. In realtà il peggio che ho provato è stato dopo la partita con Hurkacz. Ieri, mentre mi allenavo, mi sono detto, dannazione, come giocherò la finale, come mi muoverò. Abbiamo lavorato duramente soprattutto con il mio fisioterapista, ha fatto un lavoro straordinario per far sì che ogni volta che entravo in campo in campo fossi di nuovo pronto. Durante la partita, ogni volta è stata la stessa storia, dopo due set, il mio livello di energia calava perché non avevo dormito perfettamente. Quindi, diciamo che è colpa mia perché avevo bisogno di vincere partite più facili, ma a volte è dura.”

D. 24 ore spese sul campo da gioco. E’ stato questo il torneo più logorante che hai mai giocato?

Medvedev: “Oh sì, di molto anche. E’ incredibile che dopo il match con Sascha sono andato a letto alle 5:00. Non ho mai fatto così tardi, dormire così tardi, è stato folle. Ricordo un’altra volta dura fu alle ATP Finals che ho vinto a Londra, perché penso di essere andato a dormire alle 4:00 dopo il match con Rafa, giocammo un incontro folle e il giorno dopo dovevo giocare contro Dominic Thiem, e sono riuscito a vincere quella partita. E’ stato brutale. Chi gioca cinque set è avvantaggiato rispetto a chi ne gioca tre perché ha il giorno di riposo. Ma quando vai a dormire così tardi, il giorno dopo ti senti stremato, e cerchi di recuperare per il giorno successivo. Per lo meno ho un record in qualcosa. Sono nei libri di storia per qualcosa. Lo prendo volentieri (Ride).”

D. Hai menzionato come stavi giocando aggressivo all’inizio. Sono curioso di sapere cosa ti ha spinto a iniziare in quel modo e, come sai, in modo differente rispetto agli altri match e quanto è stato difficile sostenere quel livello per tutti i cinque set?

Medvedev: “Sì, è questo il punto. E’ quello che mi sono chiesto, Sono riuscito a tenere questa aggressività o l’ho persa nel terzo set? Anche se l’avessi persa, lo ricondurrei all’aspetto fisico, che è migliore dell’aspetto mentale, se tu, non so, ti spaventi e cerchi di trattenere la palla un pochino. Mi sentivo come se nella mia mente stessi andando ancora al 100% ma il mio corpo si stava sentendo peggio. Cosa mi ha fatto decidere è stata la mia condizione fisica, sapevo che non sarei stato in grado, perché Jannik può reggere scambi lunghi, lui sa stare lì sul pezzo. Oggi avevo bisogno di chiudere i punti il prima possibile, e stava funzionando bene. Ho avuto due palle break o una nel quarto set, ha fatto un ace e io non ho scelto il lato giusto. Era quello che dovevo fare, quindi ancora, sono orgoglioso di me.”


D. Posso chiederti di Jannik e delle ATP Finals. Dicesti che se avesse continuato a giocare così sarebbe diventato il n.1 al mondo e che avrebbe vinto molti slam. Pensi sia il migliore giocatore al mondo o pensi sia ancora Novak?

Medvedev: “Penso che sia per questo che abbiamo i ranking nel tennis. In questo torneo è stato il migliore giocatore al mondo, ed è per questo che ha vinto lo slam. Ma nessuno di noi sa cosa succedere in futuro. Attualmente è il numero uno della race. Continua a giocare così, continua a vincere tornei così, e sarà numero uno del mondo un giorno. Non sappiamo cosa possa succedere. Molte cose possono succedere nella carriera tennista di un giocare. Per questo penso che il tennis sia uno sport meraviglioso perché non puoi prevedere il futuro. Se sta bene e gioca così come ha giocato questo torneo, lo sarà. In due mesi, in un anno, in due anni. Ma sai, molti giocatori attraversano diversi momenti nella stagione e nella carriera, quindi staremo a vedere come Jannik gestirà tutto quello che verrà. Metto me stesso in una buona posizione. Io sarei il numero due della race. Farò del mio meglio per essere più vicino possibile.”

Manuel Ventriglia

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