Messico e nuvole, notti di tennis e storie da raccontare. Per la verità non tantissime quelle che emergono dai quarti dell’Abierto Mexicano Telcel di Acapulco, ma un paio di interessanti ce ne sono. Come la ricerca di un giocatore che è troppo lontano da ciò che ha sempre dimostrato, e che ha troppe difficoltà a ritrovarsi. Perché per uno come Stefanos Tsitsipas una semifinale e un quarto in due settimane sono risultati niente più che discreti, poco oltre il minimo. E dire che il match di stanotte contro Alex De Minaur era iniziato sotto i migliori auspici, con un primo set vinto nettamente, che sembrava aver gettato le basi per l’undicesima vittoria su 11 sull’australiano. Ma il n.3 del tabellone è in uno stato di forma incredibile, e lo ha dimostrato emergendo alla distanza vincendo 1-6 6-3 6-3. Una vittoria di pazienza, attaccando sistematicamente il lato sinistro del greco, come sempre debole ma nel match in questione meno falloso di un dritto e un servizio troppo ballerini per far male agli scatti e le progressioni dell’avversario.
De Minaur diventa così il primo campione in carica da David Ferrer nel 2013, ai tempi del torneo sulla terra rossa, a raggiungere la semifinale. Si tratta della 23esima in carriera, seconda di fila in un ATP500 dopo quella a Rotterdam. Il tutto condito dalla prima vittoria in 11 incontri contro Tsitsipas e la possibilità di rimanere in top 10 in caso di vittoria del torneo a spese proprio del greco. Affronterà in semifinale Jack Draper, che sembra finalmente pronto al tanto atteso grande salto. Il britannico, che ritoccherà il proprio best ranking al n.37, ha raggiunto la prima semifinale superiore a un 250 infliggendo una sconfitta senza appello a Miomir Kecmanovic. 6-2 6-2 con due sole palle break concesse, entrambe annullate, e la castagna di dritto accompagnata da velenosi slice troppo impegnativa da reggere per il serbo. 11 game persi nel cammino verso le semifinali per Draper, che non parte battuto e giocherà per vincere contro Demon, con il quale ha però perso entrambi i precedenti.
Nessuna sorpresa dunque, come in fin dei conti neanche nella parte bassa, conclusasi nella prima mattinata italiana con la brillante vittoria di Casper Ruud. Il norvegese, che da lunedì rientrerà in top 10, ha vinto in rimonta un match divertente e con tanti sprazzi di gran tennis Ben Shelton. 6(7)-7 6-4 6-4 in 2h e 37 minuti il tabellino che consegna al n.6 del seeding la prima semifinale ad Acapulco, seconda di fila dopo Los Cabos e terza in assoluto in un 500 dopo Amburgo 2020 e Rio 2017. Da premiare un uso regolare del rovescio lungolinea, che gli ha spesso permesso di stanare il lato meno esplosivo di Shelton e di non concedere all’americano sempre il pallino del gioco. In alcuni frangenti è anche venuta fuori tutta l’immaturità del n.17 al mondo, che ha commesso errori dettati dalla fretta come palle corte banalmente offerte al piatto corda di Ruud o dritti sparacchiati senza troppa considerazione. A fare la differenza è stato un game capolavoro in risposta, quanto da film horror alla battuta per l’americano, della tds n.6 nel terzo, bravo a sfidare anche a rete, passando di fino e fissando lo stacco.
Semifinale meritata per il fantasmino, che cerca il primo titolo superiore a un 250. La rincorsa proseguirà nel derby nordico con Holger Rune, che ha sì vinto in due set ma con una certa fatica contro Dominik Koepfer. 7-6(2) 7-6(0) con due tie-break dominati ma che non sarebbero dovuti proprio esserci, visto che il danese ha servito sia per il primo set che per il match. Il maggior talento ha saputo però sopperire a qualche disattenzione, con un giusto uso delle palle corte e una netta superiorità dal lato destro, con tanti dritti inside out molto efficaci. Rune trova la seconda semifinale di fila in terra messicana dopo il 2023, quinta in un 500, con l’unica vittoria risalente alla prima, Basilea 2022. Nei precedenti con Ruud è sotto 5-1, con l’unica vittoria a Roma lo scorso anno. Non si sono però mai affrontati sul cemento, e il danese ha dimostrato di trovarsi bene sui campi di Acapulco. Una semifinale che per entrambi può segnare un importante rientro ad un certo livello.