Ha sbrigato la pratica Lehecka con quella che è sembrata una facilità sconfortante (per Jiri), eguagliando così il risultato del 2023 e tenendo aperte (anzi, aumentando) le chance per diventare numero 2 del mondo lunedì prossimo, in attesa dell’altra sfida dei quarti della parte bassa tra Carlos Alcaraz e Sascha Zverev. Il soggetto è naturalmente Jannik Sinner, che ha scambiato qualche chiacchiera con i giornalisti italiani presenti al BNP Paribas Open sul match appena concluso, sulla semifinale che lo aspetta e inevitabilmente su quel “numero 2”.
Domanda di Luca Baldissera, Ubitennis. Siamo a 19, i complimenti si sprecano, solidità disarmante almeno a guardare dalla tribuna, Una cosa: nel secondo set ti ha un po’ abbandonato la prima, 36%. La cosa interessante è che non ti ha scalfito minimamente il rendimento. Magari ha alzato l’attenzione su altri colpi, ma è impressionante che con un servizio così in calo sembravi più dominante nel secondo set rispetto al primo. Sono aspetti su cui rifletti dopo i match, te ne rendi conto mentre giochi?
“Mi rendo conto anche quando gioco che sto mettendo poche prime. Soprattutto dopo il break ho messo zero prime, dall’altra parte uguale. Ho servito meglio nell’ultimo game, erano anche palle nuove. L’attenzione ce l’ho anch’io. A volte è normale che qualcosa non funzioni, l’importante è provare comunque a dare il massimo. Non c’era bisogno di andare in panico, ero sopra set e break e, se lui dovesse fare il contro-break, saremmo pari, non vuol dire niente. Ho provato a giocare nel modo giusto, da fondocampo mi sono sentito in controllo negli scambi, quindi, anche se iniziavo con una seconda, non dico che andava bene ma funzionava.”
D. Vanni Gibertini, Ubitennis. A proposito della semifinale di sabato, volevo chiederti se guarderai la partita oggi pomeriggio (in diretta o in differita a seconda di quello che devi fare) e poi se puoi dire due parole sulla rivalità con Carlos e con Sascha. Dici sempre che è una storia che si rinnova, perché a ogni partita ognuno di voi cambia qualcosa. Con Sascha, l’ultimo episodio è stato quello deludente l’anno corso a New York.
“Sicuramente mi guardo la partita. Sono due giocatori diversi. Carlos gioca molto bene su questi campi perché fa saltare molto la palla, è molto veloce, si difende molto bene. Sascha invece serve molto bene, tira forte. Vediamo chi vince e proverò ad aggiustarmi per il tipo di gioco. Domani è giorno di allenamento e proviamo a prepararci. Ho già avuto esperienza su questo campo con Carlos l’anno scorso, lui ha giocato molto meglio di me, lo abbiamo visto, però dopo un anno è totalmente diverso. A prescindere dall’avversario sarà un bellissimo test. È una bella sensazione tornare in semifinale qui.”
D. Un altro torneo in cui ti metti in un’ottima posizione per provare a vincerlo. Troverai un grandissimo giocatore, che sia Alcaraz o Zverev. Volevo sapere se in mezzo a questi pensieri c’è posto per l’ipotesi di fare un passo nel ranking e arrivare al numero 2.
“Quello è relativo. Ci sono ancora così tanti tornei da fare, tantissimi punti nello spazio di due mesi. Posso andare su e poi riscendere, come posso andare su e restare. Il ranking in questo momento è secondario, per me. Non mi importa cosi tanto di finire n. 2 dopo questo torneo perché non è quello il senso per me e per la mia squadra. Proveremo a fare una buona partita sabato e poi vediamo cosa esce.”