Challenger: non solo Borges a Phoenix, titoli della settimana per Tseng, Squire e Varillas

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Challenger: non solo Borges a Phoenix, titoli della settimana per Tseng, Squire e Varillas

Gli azzurri si difendono bene ma rimangono a bocca asciutta

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Henri Squire vince ad Amburgo - ufficio stampa
Henri Squire vince ad Amburgo - ufficio stampa
 

Al Challenger 75 di Szekesfehevar (terra battuta indoor) la finale tra il cinese di Taipei Chun-hsin Tseng e Titouan Droguet è durata appena una manciata di minuti perché il francese, quello che fece lo scherzetto a Musetti agli ultimi US Open, è stato costretto a ritirarsi nel primo set, a causa di un problema fisico, mentre era sotto 4-1. Peccato per il 22enne transalpino che era alla ricerca del suo primo successo Challenger dopo che aveva già collezionato tre sconfitte in finale. Ora le sconfitte sono diventate quattro e non c’è nemmeno la consolazione del best ranking perché il nativo di Villeneuve-Saint-Georges, salendo alla posizione n.154 ATP, arriva solo ad eguagliare la propria migliore classifica. Un trofeo però lo porta a casa perché, in coppia con Matteo Martineau, aveva già messo in bacheca il titolo di doppio. Per Tseng è invece il quarto successo nel circuito cadetto ma la vittoria non riesce purtroppo a raddrizzare una classifica che continua, dopo un disastroso 2023, a vederlo ancora relegato nelle retrovie, precisamente al n.245, dopo aver toccato il n.83 meno di due anni fa. Peccato anche per i nostri due azzurri che, giunti in semifinale, si erano illusi di poter coronare il loro bel torneo con il massimo risultato. Ma Francesco Maestrelli si è fatto rimontare (3-6 6-4 6-4) da Tseng, mentre Franco Agamenone ha perso contro Droguet che gli ha inflitto un severo 6-2 6-2.

Al Challenger 50 di Amburgo si è fermata purtroppo nei quarti la corsa di Mattia Bellucci che ha perso, un po’ a sorpresa a nostro parere, contro il 24enne giapponese Yuta Shimizu (n.232 ATP) che si è imposto al termine di una partita comunque combattuta col punteggio di 6-4 7-6(5). A sollevare il trofeo è stato allora il padrone di casa Henri Squire che in finale ha battuto 6-4 6-2 il francese Clement Chidekh (.320). Per il 23enne nativo di Duigsburg, normalmente frequentatore degli ITF, è la prima vittoria Challenger, a suggello di una settimana per lui indimenticabile. Se ne giova anche la classifica che gli vede fare un bel balzo fino alla posizione n.240 ATP. Per il nostro Bellucci c’è la consolazione della vittoria in doppio dove, in coppia con Remy Bertola, suo compagno di scuderia alla MXP Tennis Academy, batte in finale 6-4 7-5 Salminen/Drzewiecki. Per il tennista bustocco è il primo successo Challenger in doppio, specialità in cui non si esibisce spesso e dove finora aveva messo in bacheca solo quattro trofei a livello ITF.

Sulla terra battuta di Santiago del Cile (Challenger 75), caduti nei quarti i nostri Mager (ad opera di Gustavo Heide) e Passaro (per mano di Varillas), sono arrivati a giocarsi la finale lo stesso Juan Pablo Varillas (n.110 e seconda testa di serie del torneo) e l’argentino Facundo Bagnis (n.147). Diciamo subito che Bagnis ha opposto una resistenza a dire il vero piuttosto modesta, tanto che il n.1 peruviano se l’è sbrigata in fretta col punteggio di 6-3 6-2. Cinque break conquistati contro uno solo concesso raccontano in maniera piuttosto eloquente quanto successo in campo. Per il 28enne originario di Lima è la sesta vittoria a livello Challenger che sancisce il suo rientro in top 100, per la precisione al n.95, non troppo lontano dal suo best al n.60 che ottenne lo scorso mese di giugno quando giunse al quarto turno del Roland Garros, arrendendosi solo a sua Maestà Djokovic.

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