ATP Montecarlo, Ruud: "La sconfitta di Djokovic con Nardi a Indian Wells mi ha motivato ulteriormente nel credere che Nole fosse vulnerabile"

Al maschile

ATP Montecarlo, Ruud: “La sconfitta di Djokovic con Nardi a Indian Wells mi ha motivato ulteriormente nel credere che Nole fosse vulnerabile”

Sfatato il tabù Nole Djokovic, Casper Ruud è pronto a sfidare Stefanos Tsitsipas: la preview della finale

Pubblicato

il

Casper Ruud - Montecarlo 2024 (foto X @ATPTour_ES)
 

Casper Ruud dopo aver perso cinque volte in altrettanti incroci, non vincendo nessuno degli undici set disputati contro Novak Djokovic, ha sconfitto per la prima volta in carriera il numero uno del mondo con il punteggio di 6-4 1-6 6-4 in 2h18′ di una partita che si è sviluppata su momenti alternati di folgore prestazionale: quando uno dei due saliva di livello, l’altro scendeva e viceversa. La testa di serie n. 8 del Rolex Monte Carlo Masters è stata molto abile nel mantenere alta la lucidità sul rush finale, facendo pagare il passaggio a vuoto del serbo nel decimo game della frazione finale, dopo aver sprecato un inziale vantaggio di 4-1.

Alle 15.00 si ritorna in campo per la finalissima contro Stefanos Tsistipas, di seguito la conferenza stampa post match del norvegese e la preview dell’incontro che assegnerà il titolo.

D. Quale sensazione stai provando dopo essere finalmente riuscito a battere per la prima volta Novak Djokovic?

Casper Ruud: “È fantastico. Stiamo parlando di uno dei giocatori più grandi di tutti i tempi e io sono riuscito a batterlo. Sono stato finalmente in grado di vincere, dopo tante volte in cui ci avevo perso in malo modo. È qualcosa che potrò ricordare per il resto della mia vita e che spero un giorno in futuro di poter raccontate ai miei figli e ai miei nipoti quando starò invecchiando. Potrò dire loro, di aver sconfitto almeno una volta Novak Djokovic. Quello che sto provando in questo momento, è indubbiamente una sensazione fantastica. Naturalmente spero di poterci giocare contro ancora tante altre volte, però sai nessuno può sapere per quanto tempo avrà ancora voglia di giocare perché comunque anche per lui gli anni passano. Nonostante ciò, possiede tutt’ora una buonissima forma fisica ed è ancora capace di esprime un tennis eccezionale. Ma ribadisco, è sempre affascinare affrontarlo, non importa quando e dove. Poiché giocare contro Novak, rappresenta una delle sfide più difficili da superare nel nostro sport. Per cui, sono molto orgoglioso di esserci riuscito per la prima volta“.

D. Durante la conferenza stampa post gara del quarto di finale, avevi dichiarato che avresti pensato ad una tattica ad hoc da attuare per contrastare Novak. Ritieni sia stata una vittoria tattica, oppure il match si è sviluppato secondo pieghe diverse e non di natura strategica?

Casper Ruud: “Non saprei darti una risposta certa. Perché come sempre, ci sono diversi fattori che contribuiscono all’esito finale di una partita di tennis. Ovviamente, quello che posso riconoscere è che l’aver giocato qualche match in più sulla terra in questa stagione rispetto a lui può avermi avvantaggiato, visto che non disputava un incontro si questa superficie dalla nostra finale al Roland Garros dello scorso anno. Quindi rispetto a me che avevo già giocato sulla terra nel 2024 all’Estoril, Novak sarà entrato nel torneo un po’ arrugginito con inevitabili adattamenti da dover trovare nel corso degli incontri. Dunque, come detto, è un mix di tutto: tanti aspetti hanno avuto la loro parte per permettermi di ottenere la vittoria. In termini di gioco, ci sono stati momenti della gara in cui credo di aver veramente espresso un alto livello di tennis. Sono stato avanti di due break nel primo set, ma poi ci si deve aspettare che lui reagisca altrimenti non sarebbe stato il migliore di tutti con la continuità che ha avuto nella sua carriera. Dal punto di vista tattico, penso che in quel frangente lui sia riuscito a prendere in mano la partita comandando lo scambio per potermi muovere a suo piacimento e colpirmi con la palla corta. Nel secondo, sono stato impotente. Non ho potuto opporre resistenza. Dopodiché, il terzo set è stato abbastanza livello ed aperto a qualsiasi scenario. Ho iniziato meglio io, ma poi Novak è rientrato nuovamente. A quel punto mi sono detto di provarci fino alla fine, qualunque fosse stato il risultato finale dovevo dare tutto quello che avevo. E per fortuna, in quel momento lui ha commesso alcuni errori gratuiti che si sono rivelati fondamentali“.

D. Hai notato alcune differenze nel suo gioco, rispetto ai vostri precedenti confronti diretti?

Casper Ruud: “Sì, un po’, qualcosina si. Ovviamente Novak è sempre Novak. Ma è umano anche lui. A volte non sembra, ma alla fine è come tutti gli altri. Penso che mi abbia dato ulteriore motivazione nel cercare di batterlo, quanto è successo ad Indian Wells con la sconfitta con Luca Nardi. Ho pensato che anche lui talvolta può essere vulnerabile, perciò mi sono detto di crederci fortemente perché sapevo ci fosse la possibilità di vincere. Non accede molto volte in una stagione, ma ci sono qua e là nel corso di un anno delle piccole occasioni in cui è possibile sorprenderlo. Fortunatamente per me, sono stato in grado di concentrarmi su tutti questi pensieri alla fine del terzo e approfittare della sua flessione. Quindi indubbiamente oggi [ieri, ndr] ho creduto di batterlo più che in qualsiasi altra circostanza in cui ci siamo affrontati, perché a differenza delle altre volte quest’anno lui non ha avuto il solito inizio di stagione dove praticamente non perdeva mai. Ed è così che funziona il tennis, è un equilibrio fra tante cose tra cui l’aspetto mentale e il momento di forma può condizionarlo. Quando devi scontrarti contro un giocatore che ha fatto davvero bene nella prima parte di stagione, è molto più complicato affrontarlo rispetto ad un tennista che non sta passando un bel periodo a livello di risultati. Perché tu vedi il livello che sta esprimendo, le vittorie ottenute e ti dici ‘Wow come sta giocando, è impossibile batterlo‘. Se al contrario, ti trovi a giocare contro un avversario che ultimamente ha perso con diversi giocatori, credi molto di più anche in te stesso“.

D. In finale affronterai Stefanos [Tsitsipas, ndr] che come te eccelle sulla terra battuta. Cosa ti aspetti da questa partita?

Casper Ruud: “Mi aspetto una partita sicuramente difficile. Stefanos [Tsitsipas, ndr] è un tennista fantastico su tutte le superfici, ma chiaramente la terra battuta è la sua superficie preferita dove trova le condizioni per esprimersi al meglio. Non ha caso, sulla terra è dove ha ottenuto più successi e i migliori risultati della carriera. Inoltre, a Montecarlo ha vinto due volte per cui si sente particolarmente a suo agio qui. Poi vive a Monaco, quindi immagino che sia una specie di torneo di casa per lui. I suoi ultimi sei, sette, anche otto mesi di certo non stati perfetti, è uscito dalla Top 10 e in generale non tutto è andato come avrebbe voluto. Anche se adesso, dopo questo risultato credo rientrerà in Top Ten. Nelle ultime stagioni, Stefanos è stato uno dei tennisti di vertice con eccezionale costanza di rendimento e presenza nei primi dieci ma anche in Top 5. Dunque sarà sempre un giocatore pericoloso da affrontare, ma ora sembra anche tornato in buona forma. Per cui in finale mi aspetto la migliore versione di Stefanos [Tsitsipas, ndr]”.

La Finale

Casper Ruud e Stefanos Tsitsipas – coetanei, entrambi classe ’98 – si sono affrontati quattro volte in carriera: 2-2 recita il bilancio in perfetta parità. L’ultimo scontro è abbastanza recente, datato febbraio 2024: semifinale sul cemento outdoor di Los Cabos, successo per 6-4 7-6(4) in favore dell’attuale n. 10 ATP. Mentre, il primo incrocio in assoluto risale addirittura ad un ITF disputato in Italia: era il 2016, e nella finale di Santa Margherita di Pula il 25enne ateniese trionfò al tie-break del terzo.

Successivamente, si sono scontrati in due circostanze consecutive a livello ‘1000 – a Monte Carlo sarà la terza sfida in tornei di tale categoria, la seconda su terra -. Nel 2021, negli ottavi di Madrid il norvegese si impose 7-6(4) 6-4. Poco più di tre mesi dopo, si rincontrano ai quarti di Toronto e stavolta ad avere la meglio fu Tsitsi che vinse nettamente lasciando appena cinque giochi in totale al nativo di Oslo. Proprio durante quella stagione, Stefanos aveva ottenuto la prima di due affermazioni consecutive nel Principato di Monaco. La terza finale al Country Club della Costa Azzurra sarà la settima complessiva nei Masters 1000, la quinta sul rosso considerati i KO contro Novak Djokovic agli Internazionali d’Italia del 2022 e con Rafa Nadal a Madrid 2019.

Ben più esiguo il bottino del figlio d’arte scandinavo: il Rolex Monte Carlo Masters rappresenta per lui appena la seconda presenza in una finale ‘Mille’, la prima assoluta sulla terra battuta, dopo la sconfitta patita per mano di Carlos Alcaraz a Miami 2022. Casperino qualora conquistasse il torneo, metterebbe in bacheca il decimo successo – l’undicesimo complessivamente – sul rosso della carriera dopo 9 ATP 250.

Con i loro successi in semifinale, ai danni di Djokovic e Sinner, ambedue hanno ritoccato la loro classifica live: Ruud miglioria di quattro posizioni assestandosi al 6° posto, Tsitsipas ritornerà certamente in Top 10 al n. 9 ATP ma vincendo il titolo salirebbe sino alla settima piazza del ranking mondiale.

A livello tattico, tutti e due cercheranno chiaramente di fare gioco con il loro colpo più performante: il diritto. E proveranno a comandare gli scambi tramite lo sventaglio per andare ad incidere sulla diagonale meno sicura per entrambi, quella del rovescio: fondamentale che sia Casper sia Stefanos utilizzano quasi unicamente in manovra. In prima battuta, verrebbe da pensare che ambedue proveranno costantemente a spingere sul lato più debole del rivale, ma paradossalmente il braccio di ferro sulla diagonale destra e le accelerazioni anomale sul dritto avversario per costringere all’esecuzione difensiva in corsa; saranno schemi tattici ben più importanti rispetto a verificare chi sarà in grado di reggere meglio con il proprio colpo da fondo più incline ai passaggi a vuoto.

Questo perché nel tennis quando dall’altra parte si ha chiaro il disegno dei punti di forza e delle lacune, è più indicato costruire il punto sul colpo migliore del proprio rivale per poi invece aprirsi il campo sul lato opposto, cioè quello meno forte. Tornando ai nostri protagonisti, è normale che Ruud tenterà talvolta di dare fastidio al monomane del greco con i suoi topponi destrimani. Tsitsipas però dal canto suo potrà contare su maggiori variazioni, dallo slice passando per qualche smorzata e alcune discese a rete oltre che su un servizio in grado di raggiungere picchi più alti del suo corrispettivo norvegese, per quanto il due volte finalista a Parigi abbia ritrovato buona solidità con il fondamentale d’inizio gioco.

In ogni caso, dalle indicazioni delle semifinali e in generale dell’intero torneo possiamo attenderci una finale molto equilibrata.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement