Lo scorso mercoledì la scatola magica di Madrid si è trasformata per qualche ora in una macchina del tempo: la televisione con il tennis andava come la radio, in sottofondo, ma nessuno gli stava dando davvero importanza, perché la distrazione delle serate pre-festive è la distrazione vera.
Poi sono spuntate delle facce conosciute, tutte insieme: Wozniacki- Errani, primo turno. Ma come Wozniacki- Errani? Siamo nel 2024.
Due ore, 48 minuti, sedici break di cui 7 nel terzo e decisivo parziale, Errani che appoggia un servizio da sotto sul primo match point, un po’ per paura, un po’ per astuzia, Errani che poi alla fine chiude, allarga il sorriso e abbraccia una macchina del tempo invisibile, ringraziandola per un momento che non doveva esistere.
Caroline e Sara si erano affrontate la prima volta nel 2008, Caroline e Sara non si sfidavano dal 2018, nel corso degli ultimi anni il pilota automatico delle loro meravigliose carriere aveva deciso di fare lo slalom tra le strade delle loro vite. Si sono ritrovate a Madrid e la tensione della lotta ci ha mentito, facendoci credere per un attimo che nulla, ma proprio nulla, fosse cambiato. E invece.
E invece gli spalti erano semi-deserti, perché ad un certo punto anche i nomi sbiadiscono, e la palla, nonostante l’illusione dell’aria rarefatta di Madrid, andava un po’ più piano. E le gambe, al termine di quei classici scambi agonici che hanno caratterizzato le carriere delle due protagoniste, rifiutavano di ascoltare il cervello, e si piantavano, ma senza avvisare.
Sara ha vinto la partita con la ragnatela degli schemi: la smorzata costringeva Wozniacki a correre in avanti (fino a qui, tutto bene) ma soprattutto a cambiare l’impugnatura, alla ricerca della fantasia delle scelte giuste. Wozniacki ha raschiato il fondo del barile del suo tocco e non ha trovato niente, rimanendo incastrata nelle trappole dell’avversaria: se una partita tra Errani e Wozniacki diventa una partita di pittino la partita la vince Errani, e infatti.
Sara ormai ha bisogno di fare la coda nel tabellone delle qualificazioni per partecipare a questo tipo di tornei: attualmente è la numero 100 del mondo ma ci sta ancora provando. Se fosse stata una tennista qualunque le sei sconfitte consecutive a cavallo tra 2023 e 2024 avrebbero probabilmente consigliato una riflessione, ma Errani, figuriamoci, non è una tennista qualunque, e ha deciso di rimanere lì, godendosi la seconda giovinezza anche nel doppio- con un sogno chiamato Olimpiadi- in coppia con l’amica Jasmine Paolini.
Errani- intendiamoci- non è la prima veterana della storia del tennis costretta ad andare a caccia di punti, denaro e orgoglio negli sgabuzzini dei tabelloni di qualificazione: la differenza è che Sara, col suo stile di gioco, deve guadagnarsi tutti i punti, contro chiunque. Non stupisce la tenacia con Wozniacki, sul Centrale, stupisce invece il dramma con Lyre Romero Gormaz, wild card spagnola, 300 al mondo, nel secondo e decisivo turno del tabellone cadetto: la classe è lì, in quelle 3 ore, perché sono le partite in cui bisogna ricordarsi che il cuore non è come il sale e che bisogna metterne di più, di quanto basta. Lyre Romero Gormaz, numero 300.
La grandezza di Errani non ha la forma del best ranking di numero 5, e nemmeno della finale del Roland Garros del 2012, della semi US Open, della doppia partecipazione alle Finals (2012, 2013) o di tutti i trionfi in doppio possibili di questo mondo (numero 1, cinque titoli dello Slam, la magica coppia con Roberta Vinci) La grandezza di Sara Errani ha la forma della maratona, delle briciole e delle quali con Lyre Romero Gormaz, numero 300. Due ore e 37 minuti.
Oggi, 29 aprile 2024, Sara Errani compie 37 anni: tanti auguri dalla redazione di Ubitennis!
