Il Piemonte Open Intesa Sanpaolo 2024 è iniziato lunedì 13 maggio con le qualificazioni: dopo l’esordio del 2023, il tabellone del 2024 promette scintille. Sono infatti presenti praticamente tutti i giocatori italiani più forti ad eccezione di Jannik Sinner e Matteo Berrettini (e Flavio Cobolli, che ha dato forfait in extremis); dopo l’esordio del 2023, un’edizione danneggiata dalla pioggia persistente che costrinse gli organizzatori a far giocare semifinali e finali al coperto, ci sono tutte le premesse per una settimana spettacolare di tennis in quel di Torino. Ne abbiamo parlato con Pietro Garibaldi, il presidente del Circolo della Stampa-Sporting, la sede del torneo nonché Training Center delle ATP Finals di novembre.
Presidente, il tabellone di quest’anno è da stropicciarsi gli occhi…
“Si tratta di un ATP 250 travestito da Challenger. Ranking alla mano, ci sono tutti gli azzurri più forti del momento ad eccezione di Sinner. Paragono questo torneo ai campionati assoluti italiani di un tempo. La federazione ha fatto un ottimo lavoro, con le wild card assegnate a giocatori del calibro di Arnaldi e Darderi. Come torneo abbiamo imparato dallo scorso anno, c’è stato un giorno in più a disposizione ed è stato molto utile. L’anno scorso è stato l’anno zero, stavolta le premesse sono eccellenti. Auguravamo ai nostri azzurri di andare avanti a Roma ma è motivo di soddisfazione averli a Torino”.
Vede un bel futuro per questo torneo?
“Assolutamente sì e il fatto che questo torneo cresca è molto importante anche per il movimento. E fatemi dire un’altra cosa. Il Pietrangeli del Foro Italico è il campo più bello per storia e fascino ma, secondo me, subito dopo in Italia viene il nostro campo centrale, a livello di eredità storica e di capienza. Mi piace anche il fatto che stiamo riuscendo a far convivere la realtà di questo importante torneo professionistico senza alterare più di tanto la normalità del nostro circolo, che resta a disposizione dei soci”.
Che effetto le fa vedere Sonego ai nostri di partenza?
“E’ un’emozione vederlo su questi campi. E’ cresciuto al circolo, si allena da noi ed è nostro tesserato. Come socio tifo per Sonego, senza ovviamente nulla togliere agli altri azzurri. Musetti è la testa di serie numero uno, poi ci sono altri nomi importanti, dai giovani Arnaldi e Cobolli a Fognini, che a livello Challenger nella sua carriera ha già vinto a Torino. Un giocatore del suo pedigree ha ancora la grinta e la carica per rimettersi in discussione giorno dopo giorno, lo ammiro per questo”.
Ora non resta che sperare in un meteo clemente…
“Ne abbiamo davvero bisogno. L’anno scorso purtroppo è andata male da questo punto di vista, ma quest’anno abbiamo fatto tutto il possibile per organizzare il torneo nel migliore dei modi, sfruttando anche la collaborazione di Federico Gaio, che vive questo torneo nelle vesti di vice-direttore. Ci sta dando una grande mano nei rapporti con la Federazione e i giocatori. Ora spero che la città si mobiliti: un tabellone di questo tipo non può non essere di grande richiamo”.