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“Nel 2010, Francesca Schiavone fece qualcosa di straordinario (vinse il Roland Garros, ndr). Anche Jasmine ha fatto qualcosa di straordinario. Ma noi siamo fissi sul presente. Domani, le chiederò di dare il cento per cento e di onorare la partita contro una grande giocatrice.” Così Renzo Furlan, che è stato numero 19 del mondo e ora entra nell’elite dei coach italiani che negli ultimi anni stanno portando i loro assistiti al successo, rievoca l’occasione in cui, insieme a Corrado Barazzutti, contribuì alla prima vittoria italiana in uno Slam dal 1976.
Quattordici anni dopo ci risiamo, in conferenza stampa Furlan si trova a commentare un altro traguardo storico. Nell’attesa del grande giorno, oggi Jasmine è scesa in campo per la semifinale di doppio, in cui, in coppia con l’espertissima e di nuovo vincente Sara Errani, ha vinto di nuovo e raggiunto un’altra finale. Come direbbero i francesi, en plein.
Sul modo in cui calibrare la concentrazione e l’impegno fra il singolo e il doppio, Furlan si schermisce subito: “Bisognerebbe fare questa domanda ad allenatori che sono stati più vincenti, come Cahill. Oggi è stato sicuramente un bene giocare la semifinale di doppio, piuttosto che passare la giornata in allenamento pensando al giorno successivo.” E sull’importanza della sua partner di doppio: “Sara Errani è una grande miniera di informazioni. E’ importante poter condividere esperienze con lei, perché è ben disposta a trasmettere tutto ciò che può. La sta aiutando a tirare fuori il meglio da sé stessa.”
Sul “tirar fuori il meglio”, Furlan ritorna, specificando che “non sapevo cosa sarebbe successo, ma sapevo che Jasmine aveva un grande potenziale, tecnico, tattico e fisico, che era molto motivata e molto aperta al miglioramento. C’erano, insomma, tanti buoni ingredienti…l’allenatore deve tirar fuori il meglio da ogni atleta, ma è l’atleta che deve dare il “via”, il valore aggiunto, che è la parte più difficile da analizzare.”
Il segreto della giocatrice toscana, per il suo allenatore, è di “aver sempre lavorato per arrivare ad altissimi livelli. Fare ciò che fa non le è mai pesato più di tanto. Quella leggerezza che la contraddistingue in campo viene dall’amore che nutre per il tennis.” Secondo Furlan, Paolini ora è “molto più cosciente dei propri mezzi”. Utilizza come metro di paragone lo US Open del 2022, in cui “Swiatek era già una giocatrice straordinaria. Deve essere un onore e un privilegio giocare una finale contro una campionessa del genere. Ma noi siamo entusiasti: Jasmine è nel miglior momento della sua vita.”
Dopo la conferenza stampa, Furlan e Paolini mangeranno “dove mangiamo ogni sera, un po’ per scaramanzia. Un posto tranquillo vicino all’hotel. Lì parleremo della finale.” Come ha detto lui, gli ingredienti ci sono tutti.