Giugno, completini di un bianco immacolato e prati verdi. Soprattutto aria di Wimbledon, aria di Inghilterra e di vari giocatori inglesi semisconosciuti pronti a farsi valere. Negli anni si sono succeduti i vari Peniston, Marcus Willis, fino a Chris Bailey che nel 1993 addirittura sfiorò l’impresa contro Ivanisevic. Le wild card di Wimbledon offrono infatti spesso spettacolo al pubblico e sono una manna per gli organizzatori, come nel caso di Billy Harris. Che, onorato di un invito ai Championships, ha messo in evidenza il suo nome a più di una settimana dall’inizio.
L’attuale n.162 al mondo (diventerà almeno 138 con la chance di salire a 115), che oggi sfiderà ai quarti di finale del Queen’s Lorenzo Musetti, giocherà per la prima volta nella sua carriera in un tabellone principale di uno Slam. Lo farà ovviamente sui prati di casa, arrivando con il vento in poppa grazie alle prime vittorie consecutive in tour a 29 anni, e con l’occasione di giocare nel club della regina, un monumento del tennis britannico, il primo quarto ATP in carriera dopo 15 a livello Challenger. Ma la chicca di Harris, oltre alla voglia di lavorare e alla forza di perseguire fino in fondo i propri sogni, è extra campo, per quanto legata al tennis.
Billy in carriera ha guadagnato circa 274.000 euro, cifra che ovviamente non sempre basta per permettersi una vita agiata totalmente dedicata al tennis. Specie quando si parla di viaggi e spostamenti continui, del dover andare in un paio di giorni dalla terra consumata della provincia italiana a qualche campo in erba nei sobborghi d’Inghilterra. Soprattutto a livello challenger e ITF queste sono le condizioni, e non sempre sono così facilmente accessibili. E alle volte bisogna per forza di cosa rinunciare a qualcosa, tagliare dei costi. Come appunto quello dei viaggi, degli aerei o dei treni.
Da qui, l’intuizione: invece di spennarsi con biglietti vari, spostarsi da un torneo all’altro con un van Ford. Sì, il tennista britannico ha girato per tre anni e mezzo per il circuito ITF (dove ha vinto quattro tornei) e Challenger per anni in una sorta di camionetta, divenuta quasi una seconda casa. Ma ora, a quasi 30 anni, quando sembrava ormai troppo tardi, potrebbe essere arrivata la svolta. Harris guadagnerà 71.000 euro dalla sola presenza a Wimbledon, una cifra pari a un quarto del guadagno totale della sua carriera. Che gli permetterà di alzare l’asticella sotto tanti punti di vista, anche se la Ford fa ormai già parte del passato.
Ma soprattutto gli darà l’occasione di diventare un nome conosciuto nel tennis. E oggi contro Musetti, che su erba ha forse un gioco meno efficace del britannico, ha la chance della carriera, la chance di raggiungere addirittura una semifinale in un ATP 500. Con l’ombra della top 100 ormai sempre più vicina e sempre meno utopica. E, per un tennista che fino a poco tempo fa aveva un letto nel retro del proprio van e cucinava nei parcheggi e sui cigli della strada, è un gran bel lieto fine. Comunque vada al Queen’s, la storia di Billy Harris rimane, e avrà il suo epico climax in quel di Wimbledon. Dove il tennis diviene leggenda.