Dal nostro inviato ad Umago
[1] A. Rublev –b. F. Marozsan 4-6 6-3 6-2
Nella sfida tra due giocatori in crisi di risultati, entrambi curiosamente giunti in Croazia dopo tre sconfitte di fila al primo turno, con Rublev che non vinceva un match da due mesi e Marozsan che non infilava due vittorie di fila dal Masters 1000 di Miami, ad avere la meglio è stato il tennista più titolato. Un match che soprattutto nel primo set ha rispecchiato nel gioco l’evidente stato di difficoltà dei due tennisti, con molti errori da parte di entrambi e che Marozsan ha incamerato un po’ per un black out improvviso del suo avversario ma soprattutto per meriti propri nel rush finale (“Ero in vantaggio ma non stavo meritando e non stavamo giocando bene entrambi, poi Fabian è salito di livello alla fine del set” il commento di Rublev in conferenza stampa, rispondendo ad una nostra domanda). La seconda parte del match ha visto invece il n. 9 del mondo ritrovare una buona continuità nella sua micidiale pressione da fondo (“Non so come, ma sono riuscito a cambiare la mia mentalità e sono salito di qualità negli scambi. E nel terzo set ho ritrovato nei colpi le sensazioni che avevo fino a qualche mese fa”), alla quale Marozsan non ha saputo trovare adeguate contromisure, subendo così la rimonta vincente di Rublev. Il tennista russo torna così a vincere due match di fila dopo tre mesi (dalla vittoria al Masters 1000 di Madrid) e raggiunge la semifinale, dove domani sfiderà Cerundolo: “Ci siamo già incontrati due vole. La prima volta ha vinto lui nettamente (64 62 ad Amburgo nel 2022, ndr), la seconda ho vinto io dopo una battaglia durissima (67 76 63 lo scorso anno a Baastad, ndr). Sarà dura anche domani.”
Il match
Come detto all’inizio, i due giocatori arrivano da un periodo complicato. Dato lo status consolidato di top ten è più noto quello di Rublev, anche perché nel frattempo le sue arrabbiature in campo sono diventate virali: con la vittoria contro Ugo Carabelli ha interrotto un digiuno che durava dal secondo turno al Roland Garros. Ma probabilmente Marozsan è quello che sta peggio. Proprio dopo aver raggiunto per la prima volta in quarti in un Masters 1000, battendo due top ten (Rune e de Minaur) , e contestualmente il best ranking al n. 36, è entrato anche lui in crisi di risultati, dato che da allora non ha più vinto due match di fila fino a questa settimana ad Umago, dove ha sfatato il tabù con le vittorie su Shevchenko e Monteiro.
L’inizio dell’incontro sembra far presupporre che sia il 24enne tennista di Budapest quello più avanti sulla via della guarigione, dato che nel secondo game sfrutta un paio di amnesie del russo al servizio ed alla terza occasione gli strappa la battuta allugando sul 2-0. E poco dopo il gesto di rabbia del n. 9 ATP che si trattiene a stento dal lanciare la racchetta a terra dopo un errore sembra confermarlo. Invece da quel momento è Marozsan il più altalenante in negativo tra i due e con un parziale di quattro giochi a zero è Rublev ad allungare a sua volta. Il match continua tra alti e bassi dei due giocatori, ma il n. 1 del seeding sembra comunque in controllo quando va a servire per il set e sale 30-15. Invece all’improvviso la luce si spegne dalla sua parte mentre si riaccende da parte ungherese e con un parziale di 11 punti a 2 (e complessivi quattro giochi di fila) Marozsan si ritrova – meritatamente, per quanto visto negli ultimi game – in vantaggio di un set: 6-4 Marozsan, con la racchetta di Rublev che rischia nuovamente la distruzione e la sensazione comunque che entrambi siano ancora convalescenti.
L’inizio del secondo parziale vede Rublev cercare di riprendere in mano le redini del match e dopo aver interrotto la serie di cinque giochi consecutivi grazie, finalmente, ad un paio di buone accelerazioni di dritto vecchia maniera, strappa nuovamente il servizio all’ungherese e si porta sul 3-1. Nel sesto gioco l’immancabile contestazione di un giocatore per un servizio nei dintorni della riga giudicato buono, ormai un classico in questa edizione del torneo: stavolta è il tennista di Budapest a contestare la decisione dell’arbitro sulla battuta di Rublev. Che però non si scompone per l’interruzione e si porta sul 4-2. Il livello del gioco adesso è salito, i vincenti finalmente superano i non forzati da entrambe le parti. Marozsan ricerca nella sua maggior varietà di tagli e profondità la chiave per disinnescare la potenza da fondo di Rublev. Ma invano, ora le mazzate dell’ex n. 5 del mondo sono tornate a fare veramente male. Nel nono gioco l’ungherese annulla due set point, ma sul terzo consegna con un doppio fallo – del resto sennò il rischio è che arrivi un tracciante sulla riga come risposta – il parziale all’avversario: 6-3 Rublev, si va al terzo.
Set decisivo che è un vero e proprio monologo russo sino al 4-1, con Marozsan che fa sempre più fatica ad opporsi alla pesantezza dei colpi da fondo del suo avversario. L’ungherese riesce comunque a ritagliarsi l’occasione di rientrare in partita nel settimo gioco, sul 4-2 Rublev, quando il moscovita torna per un attimo ad incartarsi e sul 30 pari offre in uno scambio nei pressi della rete l’opportunità al suo avversario di andare a palla break. Il n. 49 del mondo non la coglie ed è tentato lui stavolta di prendersela con lo strumento di lavoro. La partita di fatto finisce qua, con Rublev che sale subito dopo 5-2 per poi strappare nuovamente la battuta ad un ormai rassegnato Marozsan, chiudendo al secondo match point per il 6-2 finale.