Una grande settimana quella canadese per Andrey Rublev. Dopo il titolo conquistato a Madrid, il russo ha vissuto pochi alti e molti bassi nelle ultime settimane, con una parentesi su erba fallimentare a cui hanno fatto seguito tre tornei sotto le aspettative a Bastad, Umago e Washington.
A Montreal il russo ha conquistato due match in una unica giornata contro Nakashima e soprattutto contro Sinner per riassaggiare il sapore di una semifinale in un Masters 1000 per archiviare la negatività di questo ultimo periodo.
Una situazione dettata da uno stress a livello mentale come dichiarato dallo stesso russo che è riuscito a superare e come conseguenza ha visto il suo tennis migliorare. Rublev è stato bravo ad avere la meglio del numero 1 al mondo Jannik Sinner (qui la cronaca). L’italiano post match ha dichiarato di essere lontano dal 100%, pur riconoscendo il fatto che Rublev abbia giocato meglio nei momenti importanti (qui le parole post match del tennista italiano).
IL MODERATORE: Hai giocato due volte oggi e hai conquistato due grandi vittorie. Come ti senti?
ANDREY RUBLEV: “Mi sento benissimo per aver vinto delle partite davvero grandiose. Ho battuto dei buoni giocatori e soprattutto sono riuscito a vincere oggi contro Jannik. Per me è un momento speciale perché ho lottato per molti mesi. Quindi, immagino, che avevo bisogno di questa partita, per sentire il fatto di stare giocando bene, che sono in grado di ottenere buoni risultati. Quindi sono felice.”
D. Puoi spiegare meglio cosa dici quando dici che hai lottato negli ultimi mesi? A cosi ti riferivi esattamente?
ANDREY RUBLEV: “Mentalmente (ride). Mentalmente non ero al meglio.
Immagino che si trattasse di qualcosa che c’era da un po’, e ho iniziato ad andare sotto stress [burn out, il termine usato dal russo, ndr] perché ho lottato per molti anni con la depressione, con molte cose fuori dal campo. Immagino che quest’anno è giunto il momento in cui non ce l’ho più fatta, e ha iniziato a come ad esplodere. Questo malessere si è visto sempre di più in campo perché nella vita ero in grado di rimanere calmo, ma dentro il campo sfogavo il mio stress. Alla fine stavo lottando e in questi ultimi mesi mi sento davvero bene, e subito il mio tennis è migliorato.”
D. Parlando dell’essere forti mentalmente, quelle cinque palle break che hai salvato all’inizio del terzo set, quanto sono state importanti per te? Quanto sei orgoglioso di aver superato quella situazione e di essere tornato più forte e aver vinto il terzo set?
ANDREY RUBLEV: “In quel momento stavo cercando di non pensare affatto. Ora se guardo indietro a quel momento, direi che è un processo normale. In alcune partite il tuo avversario avrà delle palle break e tu le salverai. In alcune partite avrai un sacco di palle break, non le convertirai, e forse il tuo avversario avrà solo una palla break, e conquisterà il punto.
Non sai mai quando accadrà. Ad esempio, in Australia contro Jannik, nel primo set ho avuto poche palle break, e non sono riuscito a vincerle, e lui mi ha subito fatto break alla prima occasione. Questa partita ha avuto un andamento opposto. Sono riuscito a fargli subito break con la prima palla break, e poi lui ha avuto palle break. Non ce l’ha fatta. Poi nel terzo set ha avuto molte occasione per fare il break. Sono stato più fortunato, e poi ho avuto una palla break, e ce l’ho fatta. Forse il prossimo match avrà un andamento ancora diverso. A questo livello sono uno o due punti a decidere il tutto.”
D. Dove classificheresti questa vittoria tra le migliori della tua carriera?
ANDREY RUBLEV: “Non so se sia la migliore. Direi dietro Madrid perché le circostanze in quel torneo, con i problemi di salute e il resto. Ma dopo quella è stata la vittoria migliore finora in questa stagione”
D. Hai dovuto giocare due partite oggi così come Jannik, in termini di energia, come ti senti oggi, e pensi di aver avuto forse più energia di lui oggi?
ANDREY RUBLEV: “Non è mai facile giocare due partite in un giorno, ma penso che entrambi non abbiamo fatto problemi, capiamo che questo fa parte dello sport. Non possiamo farci niente. Non possiamo controllare il meteo e non possiamo controllare se oggi sarà molto caldo o il contrario, molto freddo o molto ventoso. Fa parte dello sport. Devi sempre giocare in condizioni un po’ diverse, anche se sei nello stesso posto. Immagino che a volte sia anche questo a rendere questo sport speciale, perché magari un giorno fa molto caldo e devi soffrire, devi davvero combattere con te stesso. Forse il giorno dopo è molto ventoso e allora devi essere davvero pronto mentalmente a trovare un modo anche attraverso il vento per giocare a tennis. Sai, non è mai lo stesso. Da un lato, se ti concentri troppo, puoi stressarti, ma se ti lasci andare, questo sport diventa ancora più speciale. Non abbiamo giocato il giorno prima, quindi che senso ha pensare a quanto sono bravo fisicamente o meno? Sono stato fortunato ad aver giocato una partita non lunga la mattina, quindi mi sentivo alla perfezione.”