“Giocai a tennis. Ora gioco a golf.”
Questo si legge ora nella bio dell’account Twitter di Andy Murray. Prima, va da sé, c’era semplicemente “gioco a tennis”. Ma non fa solo quello, Andy, e soprattutto pare vivere molto bene il suo nuovo status di atleta ritirato. Non che sia passato molto tempo, ma certo il passaggio non è stato traumatico come forse lui stesso si aspettava.
“Da quando ho smesso, mi sento proprio libero e ho un sacco di tempo per fare ciò che voglio. Posso dedicarmi ai mie figli e avere tempo libero di giocare a golf o andare in palestra alle mie condizioni” ha detto Andy a BBC Radio 4. “È bello, non credevo. Mi aspettavo che il ritiro fosse duro, che il tennis mi sarebbe mancato e che avrei voluto tornare a giocare tornei. Finora, è stato l’esatto contrario di quello che pensavo”.
La cosa che ho sempre trovato difficile negli ultimi anni è che c’era sempre della colpa collegata a ciò che facevo. Se stavo via tre o quattro settimane, mi sentivo in colpa perché lasciavo i figli a casa o perché stavo troppo tempo lontano da mia moglie. Era dura sentire la mancanza dei figli”. Lui e la moglie Kim hanno quattro bambini. “Però, se stavo a casa con i bimbi, correvo di qua e di là e passavo molto tempo in piedi dopo l’allenamento. E allora pensavo, ‘ciò influirà sul mio allenamento o sulla prestazione domani? Dovrei riposare i piedi?’ Negli ultimi anni, mi trovavo in difficoltà con queste cose”.
Il tre volte campione Slam ha giocato il suo match di singolare numero 1000 al Queen’s (che gli intitolerà il Centrale), festeggiandolo pure con la vittoria (contro Popyrin), per poi ritirarsi contro Thompson al turno successivo in quello che sarebbe stato l’ultimo della carriera. A Wimbledon, in coppia con Dan Evans, il saluto davanti al proprio pubblico, al quale nel 2013 aveva regalato la gioia di assistere a un brit trionfatore sui Sacri Prati dopo 77 anni. Poi, sempre con Evans, i quarti di finale raggiunti alle Olimpiadi. “Si parla tanto del modo giusto, o migliore, di lasciare il tennis. Non esiste il finale perfetto nella maggior parte dei casi” diceva in maggio sempre alla BBC. “Mi piacerebbe finire vincendo un incontro o un torneo, ma nella realtà non è quello che succede alla maggior parte dei giocatori”.
Archiviata la parte “tennis”, dunque, tocca al golf. Con una “storia” di Instagram, Murray annuncia che tra una decina di giorni farà squadra con il connazionale golfista Robert MacIntyre al torneo BMW PGA Championship Celebrity Pro-Am (professionisti-dilettanti) al Wentworth Club. E pensare che solo una settimana fa, sullo stesso “social”, Andy postava una foto che lo ritraeva pronto a colpire la pallina, accompagnata dal commento, “oggi prima lezione di golf in assoluto sulla strada per diventare un golfista partendo da zero. Qualunque consiglio è benvenuto”.