Darren Cahill, uno dei fattori più determinanti nella vittoria di Jannik Sinner allo US Open. Già perché il cinquantottenne coach australiano, oltre a essere un uomo di grande esperienza, è riuscito a costruire – nel corso del tempo – un ottimo rapporto con il numero uno del mondo, affiancando in punta di piedi Simone Vagnozzi, altro cardine del team messo su dal tennista altoatesino.
È un professionista piuttosto riservato Cahill, ma che sa decisamente il fatto suo. Del resto, come potrebbe essere altrimenti? Il coach australiano, infatti, durante la sua carriera, ha avuto modo di interfacciarsi con alcuni dei più grandi nomi della scena tennistica mondiale (vi dice nulla “un certo” André Agassi?).
E anche quando si tratta di rilasciare delle dichiarazioni, il buon Darren non è mai banale. “La mia reazione alla vittoria di Sinner è piuttosto simile a quella di un uomo anziano molto esausto!” – ha sottolineato Cahill in un’intervista ad ESPN, ripercorrendo le sue lacrime appena dopo il match point, quando tutto il resto del team è invece esploso di gioia.
“Nel team di Jannik io non sono l’allenatore più importante, che è Simone Vagnozzi, però sono quello che ha più esperienza. Negli ultimi quattro mesi sono successe tante cose all’interno del team e molte di queste sono ricadute sulle mie spalle. Io ho cercato di mantenere il senso delle cose e il focus di Jannik su quelli che erano i nostri obiettivi. Gli ripetevo in continuazione che non aveva fatto niente di sbagliato, quindi qualunque cosa fosse successo lui doveva restare con la testa alta, perché non aveva fatto assolutamente niente di sbagliato” – ha proseguito il super coach australiano.
Idee chiare, chiarissime, che non lasciano spazio a elucubrazioni di sorta. “Siamo riusciti ad attraversare questo periodo, non certo senza stress”. Ha continuato. “Probabilmente la mia reazione era dovuta anche a quello. Devo parlare anche di Jannik come persona, più di ogni altra cosa. Il mio lavoro era quello di aiutarlo a maturare e a diventare la persona a cui tutti guardano, qualcuno da cui i bambini possano trarre ispirazione“.
Poi, la chiosa finale: “Anche prima della finale gli ho detto che il modo in cui lui si è comportato nelle ultime settimane ha mostrato onestà e resilienza, deve essere molto orgoglioso di se stesso. Ora è giusto che si diverta, se lo merita tanto“.