Ciascun Paese, almeno dal punto di vista sportivo, va alla ricerca di un particolare atleta in grado, grazie ai suoi risultati, di ispirare i giovani atleti. Questa nuova rubrica di ‘Ubitennis’, intitolata ‘Tennis di Periferia’, ideata e curata dal sottoscritto, ha proprio l’obiettivo di andare alla scoperta di quei tennisti che sono stati gli unici ad aver rappresentato i colori della propria nazione ad alto livello. Questo per dare spazio anche a quegli Stati che difficilmente ricevono degna menzione, in uno sport in cui ormai il talento si concentra tendenzialmente in alcuni poli specifici. Non solo, può essere uno spunto per andare, in alcuni casi, indietro nel tempo e ricordate giocatori dimenticati. O ancor di più far comprendere che nella vira non bisogna mai gettare la spugna – e i protagonisti di questa rubrica ne sono l’esempio.
I primi passi di Sargsian nel mondo del tennis
La prima puntata è dedicata all’Armenia e in modo particolare a Sargis Sargsian. Prima, però, una premessa. I lettori più attenti faranno notare che anche Èlina Avanesyan è a tutti gli effetti una rappresentante di questo Paese. Una puntualizzazione corretta senza dubbio, ma lo è da poco più di un mese (più precisamente dal 5 agosto) e prima che raggiunga quanto fatto da chi l’ha preceduta di tempo ne deve passare. Ma torniamo a noi. Il protagonista di questo primo episodio nasce il 3 giugno 1973, a Yerevan, che allora faceva parte ancora dell’Unione Sovietica.
La sua carriera da professionista comincia nel 1995, all’età di 22 anni, ma già nel 1993 si era messo in mostra, e gli appassionati di tennis se ne erano quindi accorti in anticipo, alle Universiadi di Buffalo, dove conquistò la medaglia d’argento nel doppio misto insieme alla compagna Karina Kuregian, la cui carriera fu decisamente meno scintillante. Già nel 1996 partecipa alla sua prima Olimpiade, quella di Atlanta, dove però si ferma al secondo turno contro Tomas Enqvist, dopo aver superato Daniel Nestor. L’esperienza, però, lo forgia e nel 1997 raggiunge la sua prima finale in singolare a livello ATP, sull’erba di Newport, vincendola contro Brett Steven.
Il 2003 è l’anno magico di Sargsian
Queste importanti premesse, però, devono scontrarsi con un’epoca di grandi tennisti e, di fatto, Sargis Sargsian farà fatica ad imporsi nel corso degli anni. A Newport nel 1999 gioca la sua seconda finale, questa volta in doppio con Chris Woodruff, ma i due si devono arrendere a Wayne Arthurs e Leander Paes e nel 2000, a Washington, fa coppia addirittura con Andre Agassi, ma anche in questo caso è rimandato l”appuntamento con il titolo. Qualche mese più tardi partecipa alle Olimpiadi di Sydney, salutando la compagnia ancora al primo turno, contro il danese Kristian Pless.
Gli anni di grazia per Sargis Sargsian, in ogni caso, alla fine risultano essere il 2003 e il 2004. A maggio l’armeno gioca la sua terza finale in doppio, con Nenad Zimonjic, e ne esce sconfitto per mano di Massimo Bertolini e Simon Aspelin. Poi, tra luglio e settembre conquista due titoli consecutivi in questa specialità, il primo a Washington e il secondo a Bucarest, rispettivamente affiancato a Yevgeny Kafelnikov e Karsten Braasch. Infine ad ottobre, nel giro di poche settimane si gioca ben due finali, entrambe in Russia, ma purtroppo deve cedere le armi a Taylor Dent a Mosca e a Gustavo Kuerten a San Pietroburgo.
Il ritiro e la fondazione della compagnia
L’anno successivo, a inizio gennaio, raggiunge il suo best ranking in singolare, piazzandosi al n. 38, ad agosto fa la stessa cosa in doppio, dove raggiunge il n. 33 ed infine partecipa a quella che è stata la sua ultima Olimpiade, ad Atene, battuto subito da Ivan Ljubicic. La carriera di Sargis Sargsian termina nel 2006, quando il nativo di Yerevan ha soli 33 anni, e di fatto lì è terminato, almeno fino alla naturalizzazione di Èlina Avanesyan, anche il tennis armeno. Da qualche tempo, però il casse 1973, ha fondato una compagnia, ‘Eliteprogram.tennis’, il cui scopo è quello di offrire ai giovani tennisti l’opportunità di migliorare i propri colpi sotto la sua guida.