[WC] M. Cilic b. [6] Z. Zhang 7-6(5) 7-6(5)
Marin Cilic (36 anni tra pochi giorni e da lunedì scorso numero 373 del mondo) vince il torneo ATP 250 di Hangzhou dopo aver sconfitto in due set l’idolo di casa Zhizhen Zhang (27 anni, numero 43 del ranking ATP) con il punteggio di 7-6 (5) 7-6(5) in un’ora e 50 minuti di gioco. Per il tennista croato, che aveva cominciato il torneo da numero 777 della classifica mondiale, si tratta del 21esimo trionfo della sua meravigliosa carriera (il quarto tennista in attività con più titoli dopo Djokovic, Nadal e Zverev) e sicuramente del meno atteso di tutti: ricordiamo che Cilic, reduce da due operazioni al ginocchio, era di fatto fermo da un paio d’anni e che poche settimane fa, al rientro, perdeva nel challenger di Cassis dal colombiano Adria Soriano Barrera (numero 531). Zhang nel corso dei momenti decisivi dei due tie break ha sicuramente pagato la tensione della prima finale ATP della carriera, per giunta davanti al proprio pubblico, mentre Cilic, nei punti clou, ha messo in campo tutta l’esperienza di una carriera di lusso: il croato, che non alzava un trofeo dal torneo di di San Pietroburgo del 2021, ha servito in maniera clamorosa (18 ace), approfittando di un cemento molto rapido. I colpi del croato con il passare degli anni hanno sicuramente perso un pizzico di esplosività ma nel corso di questa lunga pausa forzata dal circuito Marin ha palesemente lavorato (ancora, nonostante i 35 anni suonati) sulla tecnica, “ripulendo” i movimenti del suo tennis e si è preso il record del giocatore con la classifica più bassa ad aver mai trionfato, a livello di era Open, in un torneo ATP.
Primo set: Zhang regala il tie break con un banale errore di dritto
Cilic esce male dai blocchi di partenza ma riesce in qualche modo a salvare il proprio turno di battuta al termine di un game di 14 punti nel quale annulla – con autorità – un paio di palle break. Da quel momento comincia una partita completamente dominata dai servizi e dalla tensione: la superficie è rapida, la palla torna in fretta e di conseguenza assistiamo ad un tennis ridotto all’osso, nel quale gli scambi non esistono. Chi mette la prima in campo vince rapidamente il punto: Zhang non riesce infatti a trovare la continuità giusta in risposta, ed è un peccato, perché probabilmente avrebbe anche più benzina nelle gambe e più margine nel braccio di ferro delle diagonali. Sul 3 pari il cinese decide di provarci, portandosi sullo 0-30, ma Cilic risponde con cinque ace (saranno addirittura 12 alla fine del parziale, contro gli 8 dell’avversario), e difende il game ai vantaggi: si arriva così rapidamente al tie break, nel quale Zhang viene prima punito dai centimetri del falco per poi cedere improvvisamente a livello mentale sul 5 pari, regalando il primo e unico minibreak con un dritto pieno di angoscia. Cilic non si distrae, mette in campo l’ennesima prima potente da sinistra e chiude con il dritto più comodo: 7 punti a 5 e primo set in saccoccia.
Secondo set: il tie break premia ancora Cilic, che festeggia il 21esimo titolo
Zhang fatica a riprendersi e, mentre ripensa al dritto che gli è costato il tie break, si ritrova subito in svantaggio per 15-40 nel primo gioco del secondo set: il cinese, dopo aver commesso un doppio fallo, ritrova la freddezza giusta, rimontando con la classe dei colpi vincenti (ace e dritto preciso) e salvando di conseguenza la sua prima finale a livello ATP. Il pubblico cinese prova spingere il proprio idolo ma il canovaccio tecnico e tattico del match segue esattamente quello del primo parziale e dopo lo spavento iniziale i servizi tornano i padroni di una partita asciutta: il tennis di Zhang è caratterizzato da colpi potenti ed esplosivi ma la mano non è oggettivamente tra le più morbide del circuito e quando il cinese viene chiamato a giocare di fino dimostra tutti i limiti del mondo a livello di sensibilità. Cilic in svantaggio per 4-5, 0-30 si aggrappa ovviamente alla battuta e, dopo un secondo set caratterizzato dal dominio delle percentuali del servizio, si arriva ancora al tie break: il croato si prende subito il minibreak con un dritto clamoroso, e vola sul 3 a 0. Sembra ormai fatta ma Cilic, sul 3 a 2, viene tradito dal colpo più subdolo del gioco, e ci riferiamo allo smash in uscita dal servizio, che finisce direttamente in tribuna (3 pari): Zhang, graziato dall’errore del rivale, si rimette in partita grazie a due ace consecutivi (5 a 4) ma nel decimo punto non approfitta di una seconda del campione US Open del 2014 (5 pari). A questo punto Cilic decide che è arrivato il momento di festeggiare, e, dopo aver messo a segno il 18esimo ace dell’incontro (6-5), si prende il trofeo in risposta al termine di uno scambio perfetto, controllato grazie al margine della saggezza.