L’annus mirabilis di Flavio Cobolli. Come definireste, altrimenti, il magic moment che sta attraversando il tennista azzurro? Vittorie, riconoscimenti, la Top 30 a un passo (attualmente è il numero 32 del ranking maschile) e la Laver Cup giocata (da riserva) fianco a fianco con gente che risponde al nome di Alcaraz, Medvedev, Zverev, oltre che sotto gli occhi di leggende viventi quali Borg e Federer. “Ho imparato molte cose stando a stretto contatto con questi campioni”. Ha sottolineato Flavio nel corso di un’intervista YouTube con Georgy Tennis. “Sono molto contento della Laver Cup. Mi sono molto divertito, mi hanno trattato come se fossi uno di loro. Mi hanno dato pure qualche dritta per il futuro e per il resto della stagione…”
Anche sulla sua scalata nel ranking mondiale, Cobolli dimostra di avere le idee piuttosto chiare: “Beh, io sono sempre lo stesso. Ho avuto fortuna nei risultati. Scherzi a parte, io sono così, con i miei pregi e i miei difetti. Ovviamente, c’è sempre da migliorare. Sia negli aspetti tecnici che mentali, al di là del ranking.“.
Poi, una sorta di momento amarcord riguardante Matteo Berrettini: “Diciamo che non siamo cresciuti insieme, ma è sempre stato un punto di riferimento per me. Ci siamo incrociati più volte nel corso degli anni e mi ha aiutato molto nella settimana di Davis. Era il primo sguardo che cercavo in una settimana bella ma molto complicata.”
Inevitabile un passaggio sulla questione “Alcaraz” (in quel della Laver Cup): “Non so bene cosa dire su questa cosa, perché la ritengo veramente assurda. Non è che me ne freghi molto. Anzi, mi dà quasi fastidio raccontarlo, spiegarlo. Perché credo che le persone intelligenti l’abbiano capito senza aver bisogno di interpretazioni. Cosa bisognerebbe dire al numero uno, due, tre del mondo? Era un momento della partita in cui lui stava giocando bene. Cosa gli potevo dire? E’ un po’ come nel calcio con Ronaldo e Messi. Non è che vai a dire a Ronaldo, se ci giochi insieme, ‘Guarda, è più forte Messi’. Sinner e Alcaraz lotteranno per quasi tutti i tornei della loro carriera. Io ho un rispetto incredibile per Jannik. Sta dominando. E non gli mancherei mai di rispetto. Sono il suo primo fan.“
Al sito ufficiale dell’ATP, invece, Cobolli ha parlato – tra le altre cose – dell’emozione di affrontare Nadal durante l’Open di Barcellona: “Giocare con Rafa è un altro livello“, ha detto Cobolli. “L’ho visto fin da piccolo in TV e quando è uscito il sorteggio, mi sono detto, ‘Non so se voglio giocare con lui, perché non so se lo merito. Non so se sono pronto’. Ovviamente ero un po’ nervoso all’inizio. E per tutta la partita. È stata una bella esperienza. Mi sono divertito in ogni punto che ho realizzato con lui, e naturalmente ho imparato anche da quella partita. Cose che mi hanno aiutato nelle settimane successive.”
Infine, Cobolli ha sottolineato gli aspetti che rendono vincenti i primi giocatori al mondo: “Non si arriva a quei livelli per caso. I primi cinquanta del mondo non lasciano nulla al caso. Tutte le sessioni di allenamento che fanno sono al cento per cento. Prima mangiavo al McDonald’s, ho cambiato regime dopo averli visti all’opera…”