F.Cobolli b. [Q] P.Kotov 6-4 6-2
Sogna ragazzo sogna. Monito targato Vecchioni che, da qualche tempo a questa parte, sembra aver fatto suo Flavio Cobolli. Continua lo stato di grazia per l’azzurro che non ha intenzione di fermarsi, anzi la volontà è quella di risponde sul campo anche alle assurde polemiche relative alla sue esperienza in Laver Cup. Il tennista romano stacca il pass per i quarti di finale dell’ATP di Pechino domando Pavel Kotov in appena un’ora e diciassette minuti di gioco, 6-4 6-2, rischiando il minimo sindacale e conducendo con autorità un match che lo porta per la sesta volta in stagione, settima totale, tra i migliori 8 di una competizione del circuito maggiore. Mannarino permettendo, ora potrebbe affrontare quel Daniil Medvedev che lo aveva superato facilmente in tre set all’ultimo US Open.
IL MATCH – Personalità, grinta e sempre più fiducia nei propri mezzi. C’è tutto questo nel Cobolli show dove il tennista azzurro spegne senza troppi grattacapi le velleità di Pavel Kotov, con il russo che da poco filo da torcere e saluta la competizione in appena 77 minuti di gioco. Flavio ha bisogno di un rodaggio che viene perfezionato dopo l’unica chance concessa al russo in tutto il match, la palla break annullata nel quarto game. Il nativo di Mosca incappa nella regola più vecchia del tennis: break fallito, break subito. L’azzurro sente il momento e dopo aver strappato il servizio all’avversario si invola comodamente al traguardo del primo set sul 6-4.
Le cose si mettono subito bene per l’italiano anche nel secondo parziale, dove nel game di apertura passa alla terza occasione utile, piazzando un prezioso break. Con il tappo della partita saltato, Cobolli diventa sempre più autoritario e forte del vantaggio continua a giocare a braccio sciolto, conquistando nel complesso l’87% di punti vinti sulla propria prima di servizio. Kotov non sembra avere i mezzi tecnici e tattici per impensierire questa versione di Flavio e lo sconforto lo porta ad aumentare vertiginosamente il numero dei gratuiti, che alla fine della contesa saranno due volte quelli dell’avversario: ben 38. Il russo non riesce a rimanere in scia, e il break maturato nel settimo game ha il sapore della resa definitiva sul 6-2. Un’ora e diciassette di dominio che valgono al tennista romano il pass per i quarti di finale, la seconda volta in un torneo 500 dopo la finale persa a Washington con Sebastian Korda.