Fioccano i complimenti per Tomas Machac che ha fermato la corsa di Carlos Alcaraz allo Shanghai Rolex Masters. Thanks for the kind words (grazie per le gentili parole), lui ringrazia e la frase “sono molto felice” diventa il tormentone dell’incontro con la stampa dopo il match. Machac conferma senza falsa modestia le parole di elogio sulla sua prestazione da parte del campione iberico: “ho giocato benissimo, come del resto ho fatto già con Tommy Paul nel secondo e nel terzo set. Ero nervoso all’inizio e non potrebbe essere altrimenti quando affronti questo tipo di giocatori”.
Il ceco entra nei particolari della partita: “ho provato a rallentare, ma lui ne ha approfittato subito e mi sono deciso a spingere. Ho imparato da episodi precedenti, come per esempio il match di Coppa Davis con lui; ho provato a fare qualcosa di nuovo mantenendo il livello di gioco e senza pensare a null’altro. Il fisico mi sta sostenendo al meglio”.
A proposito di Davis, la sconfitta per ritiro a settembre era rimasta sullo stomaco al campione olimpico di doppio misto, che a Shanghai ha trovato quanto aveva perso con la maglia del suo paese: “quel match è andato storto; forse avrei perso in tre set, ma avrei avuto le mie chance. Oggi sento di essermi rifatto per quanto accadde allora e di essermi preso quanto mi sono meritato. Sono rimasto tranquillo e positivo anche quando nel secondo set ho perso il break di vantaggio nel sesto game, anche perché il mio livello di gioco era buonissimo”.
Ora in semifinale c’è Sinner: “non vedo l’ora di sfidarlo. Lui è il migliore, cercherò di rimanere al mio livello attuale e vediamo dove arriverò”.
Tomas è contento di aver stretto alleanza in doppio con il cinese Zhizhen Zhang: “con lui è bello perché il tifo cinese è un po’ anche per me. È un caro amico, ci siamo conosciuti due anni fa in una finale, lui non aveva il coach e mi ha chiesto di palleggiare insieme. Da allora è nata una bella storia di amicizia”. Un consiglio per Mensik, che deve affrontare Djokovic? Lui si schermisce ridendo; “non saprei proprio cosa dirgli, deve fare partita con una leggenda, uno che ha disputato 95 quarti di finale, settantadue finali ‘1000’ e ha vinto trentasei Masters…”.