Non permettendo mai a Novak Djokovic di arrivare a “40” in risposta e invertendo dal tie-break in poi il trend che vedeva il serbo nettamente avanti negli scambi da zero a quattro colpi, Jannik Sinner ha imposto la legge del numero 1: dopo due set, 7-6(4) 6-3 in un’ora e trentasette minuti, l’azzurro ha alzato il 17° titolo in carriera, quarto di categoria Masters 1000. Quest’anno ha disputato 14 tornei e questo è il settimo che vince: due ATP 500, tre “1000” e due Slam. Con una bacheca stagionale del genere, vediamo dove colloca questo trofeo in una ipotetica graduatoria. “Difficile dargli un numero” dice Jannik, “ma oggi è stato speciale a causa di… circostanze differenti. Roger tra il pubblico insieme a Carlos e Juan Carlos e un’atmosfera fantastica. Affrontare Novak in finale è sempre complicato. Ma la stagione non è ancora finita”.
D. Federer che ti guarda, affronti Djokovic: come mantieni il controllo?
“Quest’anno avevo un po’ perso il sorriso per via dei problemi fuori dal campo e a volte mi tornano in testa, ma cerco comunque di godermela come meglio posso. Cerco di rimanere molto calmo e non crearmi problemi se sbaglio qualche colpo o mi gira male, restando lì con la migliore energia. Provo a controllare quello che posso, di sicuro l’aspetto mentale e anche quello fisico. Per il resto, devi crederci e restare calmo specialmente nei momenti importanti.”
D. Arrivavi dalla sconfitta di Pechino, poi la notizia del ricorso. Hai detto che non eri nella situazione più comoda possibile. Come riesci in questa compartimentazione e a battere tutti?
“La gente pensa che, se vinci e hai successo, non hai alcun problema, ma non è vero. Vorrei non essere in questa situazione, giocare più liberamente sul campo e divertirmi un po’ di più. Però devo accettarlo, provare a non pensarci e concentrarmi su ciò che faccio. Ovvio, a volte ci penso e non è la parte migliore, però ho imparato che il successo non mi cambierà come persona o come giocatore: al prossimo torneo potrò arrivare ancora in fondo o perdere al primo turno, ma ciò non mi cambierà. Per questo sono contento delle persone che mi circondano, mi conoscono molto bene, sanno chi sono; io so di chi fidarmi e questo è molto importante. Tutto quello che raggiungo in campo è semplicemente un extra.”
D. Cos’hai fatto di diverso rispetto all’anno scorso per raggiungere questi progressi e questi risultati?
“Ho cambiato alcune cose. Fisicamente mi sento in grado di giocare più a lungo al livello più alto possibile. Anche mentalmente sono pronto ad accettare qualunque situazione sul campo, che poi è il progresso più grande. E continuo a cercare di migliorare ogni giorno, non importa se ho avuto una settimana buona o una cattiva. Provo cose nuove, mal che vado capisco cosa funziona e cosa no. Ciò ha avuto l’impatto maggiore quest’anno e spero mi aiuti anche il prossimo.”
D. Come festeggerai questa sera?
“Bella domanda, non so. Per adesso ho una gran fame, quindi mangerò qualcosa qui. Sono state due settimane lunghe, tanti match, e la cosa migliore è riposarsi. Fra due o tre giorni giocherò ancora [l’esibizione Six Kings Slam], cercherò in qualche di essere pronto per quello. Chiaro, la parte importante è questo torneo, era oggi. Cercherò di godermela, ma non faremo pazzie.”