Per essere un ATP 250 era partito come un torneone, tre top 10 e altri due top 20, poi si è messo di traverso l’imponderabile, anche se in effetti non è che lo fosse completamente, imponderabile, dal momento che per alcuni era in ballo la qualificazione per le ATP Finals e poi non lo era più, per un motivo o per l’altro, dove l’altro è stata la rinuncia di Djokovic.
Rune (schiena dolente) e Dimitrov (malato) si sono chiamati fuori senza passare dal via, entrambi eliminati dalla corsa per Torino e il secondo sicuro top 10. Forfait anche di Humbert, poi Diaz Acosta, Cazaux e Rinderknech. Rublev è invece sceso in campo, tanto ormai era a Metz, e ha pure battuto Lorenzo Sonego; poi si è fatto visitare dallo staff medico del torneo, sospetto infortunio addominale è stata la diagnosi, quindi ritiro e partenza per Torino.
La nostra fine investigazione ci ha permesso di collegare Casper Ruud a Oslo a poche ore dal suo programmato esordio al Moselle Open. “Io ci vivo a Oslo” avrebbe risposto sarcastico (e un po’ impreciso) Casper assecondando la citazione di un noto film del 1995. Nel caso specifico, il fantasmino era al gala di Elle Norvegia, ma ciò non gli ha impedito di arrivare puntualmente in campo (senza valigia appresso) all’ora prevista. Quanto a impedirgli di vincere sia stata la testa a Torino, il periodo di forma che lo ha fatto guadagnare appena 70 punti dal post US Open a ora o Benjamin Bonzi non è dato sapere esattamente, ma di sicuro i Super 8 sono tutti dove devono essere per le foto di rito.
Poco contenti, immaginiamo, organizzatori e pubblico, molto più i lucky loser, ben sei, vale a dire i quattro eliminati al secondo e decisivo turno di qualificazioni e due perdenti subito: il teenager locale Papamalamis (al posto di Rinderknech), che sarebbe stato l’ultimo a entrare per classifica ma nessun altro aveva firmato quel giorno, e poi Van Assche (per Dimitrov), che dev’essere tornato sui suoi passi visto l’andazzo.
E così, ai quarti della sessione pomeridiana del giovedì (è necessario finire sabato, anzi, lo era o lo sarebbe stato se) c’è un solo incontro a causa della sparizione di Rublev, con Moutet balzato direttamente in semifinale – e al primo turno aveva pure approfittato del ritiro di Nagal per infortunio nel corso del secondo set. Quindi, prima del match serali che vedono il derby fra qualificato francesi Halys e Bonzi e la sfida tra l’unico superstite del seeding, il n. 8 Michelsen, e Bu, si parte dal brit ex top 10 protagonista di una stagione deludente anche per il problema al gomito, e il belga invece in crescita.
C. Norrie b. Z. Bergs 6-3 6-7(6) 6-1 (Michelangelo Sottili)
Si ferma ai quarti Zizou Bergs nell’ultimo torneo di una stagione in cui è passato dal n. 129 all’attuale best ranking di 61. Il duello inedito che lo vedeva opposto a Cameron Norrie ha visto il ventinovenne britannico imporsi 6-3 6-7(6) 6-1 in un’ora e 28 minuti e a nulla è valsa la determinazione di Zizou che nel tie-break ha annullato due match point consecutivi, uno con un dritto vincente al termine di un lungo scambio, l’altro sempre forzando il dritto al settimo colpo. Norrie è andato negli spogliatoi a cambiarsi d’abito e la partita ha presto preso la sua direzione, quando gli errori in palleggio di un Bergs un po’ meno reattivo gli hanno consentito il break al quarto gioco. Interessante il dettaglio degli scambi: quasi in parità quelli brevi e quelli lunghi, Cam ha dominato quelli tra i cinque e gli otto colpi, 31-16. Norrie raggiunge così la sua seconda semifinale dell’anno dopo Rio e, comunque vada, chiuderà con un bilancio positivo per quanto riguarda i match ATP.
B. Bonzi b. Q. Halys 6-3 7-6(1)
Il derby francese se lo aggiudica Benjamin Bonzi che manda al tappeto Quentin Halys. Il n. 124 del mondo vince 6-3 7-6(1) e accede alla semifinale del torneo dove se la vedrà con Michelsen.
I problemi del n. 84 del ranking ATP si racchiudono nella percentuale di puntati ottenuti con la seconda (14/30), mentre Bonzi, in totale, ha perso solo 10 punti al sevizio in tutta la gara. Sono valsi a poco i 13 aces piazzati da Halys. Il n. 124 del mondo ha sfruttato le uniche due palle break del primo set chiudendo 6-3 in un’ora e 20′. Nel secondo set, invece, Halys cancella due palle break nel quarto game e poi ha una grossa chance di andare a servire per il set, ma non sfrutta le due palle break consecutive avute sul 4-4. Quentin per arrivare al tie-break deve cancellare due match point, ma poi frana contro Bonzi che sale 6-0 e poi chiude 7-1.
[8] A. Michelsen b. Y. Bu 6-7(6) 6-2 6-4
Gran bella sfida tra Alex Michelsen, un’unica testa di serie sopravvissuta in tabellone, e Yunchaokete Bu. Vince l’americano che dovrà imparare a essere più lucido nei momenti decisivi del match come nel primo set quando non ha sfruttato tre set point o nel terzo quando ha gettato alle ortiche un doppio break di vantaggio. Michelsen ha battuto Bu 6-7(6) 6-2 6-4. Entrambi fanno bene al servizio e rendono spettacolare la gara. L’americano non sfrutta cinque palle break, tre delle quali consecutive, nel sesto gioco e poi deve cancellare la chance che si crea Bu nel game successivo. Poi è l’americano a salire 6-3 e ad avere tre setpoint consecutivi: ma Michelsen si addormenta e subisce un parziale di 5-0 che lo catapulta con amarezza al secondo set.
La reazione dello statunitense è importante e gli consente di salire rapidamente 5-1 per poi chiudere 6-2.
Folle l’andamento del terzo set con palle break in ciascuno dei primi quattro game. Michelsen sale 3-0 con doppio break ma poi subisce la reazione di Bu che si rifà minaccioso sul 3-2. In totale parziale di 12-4 e gara nuovamente in parità: 3-3 con lo statunitense in difficoltà al servizio. Poi è Bu a salire 4-4 40-15, ma non concretizza e subisce il terzo break del set. Il braccio non trema all’americano che passa il turno.
Michelangelo Sottili e Michele Pinto