[2] A.Zverev b. [8] A. Rublev 6-4 6-4
Grande attesa per l’esordio nel numero 2 del mondo in queste finals, che affronta Andrey Rublev, ultimo qualificato a Torino e al centro di non poche polemiche per la modalità con cui è arrivata la qualificazione. Ne è uscita una partita divertente e di grande qualità, vinta da Zverev grazie ad una grande lucidità. Impressiona la grande maturazione del tedesco che nel corso della stagione ha vinto molte partite che negli anni passati avrebbe buttato, giocando cinicamente e sfruttando tutte le occasioni.
Ottima anche la prova del russo che si è mostrato abbastanza sereno e tranquillo ed ha espresso un tennis brillante, hanno fatto la differenza i due game di black-out avuti nel corso dei due set. Speriamo che Rublev non si abbatta dopo questa immeritata (dal punto di vista del punteggio) sconfitta e che continui a giocare a questo livello nel corso di tutto il torneo, se Alcaraz è quello visto nel pomeriggio il discorso qualificazione è ancora apertissimo.
Primo set: partita molto in equilibrio, Zverev ha la meglio grazie agli errori di Rublev
Il match si mostra subito in grande equilibrio, entrambi servono bene ma soprattutto entrambi giocano molto bene il primo colpo in uscita dal servizio. Zverev imposta la gara come suo solito: gran servizio e si sposta sulla diagonale del rovescio con Rublev che gli dà una grossa mano non rispondendo mai sul dritto del tedesco. E’ proprio il dritto il fattore chiave di questa partita: da una parte perché Sasha Zverev sembra migliorare in questo fondamentale incontro dopo incontro, un tempo poco efficace e con alte percentuali di rischio a causa dei lunghi tempi di preparazione, ormai il dritto del tedesco è diventata una grossa arma nel suo arsenale.
Dall’altra parte Rublev deve imputare agli errori (gravi) col dritto la sconfitta in questo set, nel settimo game infatti tre accelerazioni del moscovita finiscono ampiamente fuori regalando all’avversario la prima (e unica) palla break del set, Zverev ringrazia e colpisce e alla prima buona occasione si porta in vantaggio. Rublev comunque gioca molto bene, aggiudicandosi la maggior parte degli scambi di media lunghezza e mettendo numerose volte alle strette l’amico-avversario, senza tuttavia giocare mai palle break e lasciandosi così sfuggire il primo set.
Secondo set: Zverev sfrutta l’unica palla break a disposizione e si porta a casa il match
Nel set precedente Rublev aveva fatto preoccupare il pubblico di Torino percuotendosi violentemente con la racchetta e facendo credere a tutti di star ricadendo nuovamente nella spirale di rabbia e autolesionismo che caratterizza le sue sconfitte più dolorose. E’ invece tornato in campo giocando un set ancora più brillante di prima, con un dritto pesante e un ottimo servizio, vincendo anche game a zero.
Zverev tuttavia è praticamente ingiocabile al servizio, mette in campo sette ace e vince l’86% dei punti con la seconda. La partita si dimostra in grandissimo equilibrio fino al 4-4 quando una grande accelerazione di dritto regala a Zverev il secondo break point del match (praticamente il match point), che il tedesco converte aiutato ancora una volta da un brutto errore dell’avversario.
(di Niccolò Moretti)