L’International Tennis Integrity Agency, in acronimo ITIA, ha confermato che la tennista ceca Nikola Bartunkova (best ranking al n.°226 WTA, raggiunto ad aprile di quest’anno) ha accettato una sospensione di sei mesi secondo i parametri del Programma antidoping del tennis (TADP) dopo essere risultata positiva alla trimetazidina – derivato di piperazina, indicato per il trattamento sintomatico dell’angina pectoris – in due distinti controlli ad un mese di distanza: a febbraio e marzo 2024.
In conseguenza dell’indagine svolta, l’ITIA ha però accertato che la violazione delle norme antidoping è avvenuta in maniera accidentale senza alcun tipo di volontarietà: a causa della contaminazione di un integratore contenente estratto di cardo mariano. Pertanto non è stata imputata alla diciottenne ceca nessuna colpa o negligenza significativa, che avrebbe provocato una pena sicuramente più severa di quella effettivamente inflittale.
Bartunkova è stata trovata positiva una prima volta alla sostanza dopante nel febbraio di quest’anno mentre era in gara ad un ITF W50 a Trnava in Slovacchia. Nel successivo mese di marzo, è stata poi nuovamente sorpresa a contravvenire il TADP con un nuova risultanza positiva alla medesima sostanza proibita riscontrata il mese precedente, in occasione del ITF W75 a Maribor in Slovenia.
Il 16 aprile 2024, in seguito alle suddette violazioni conseguite, l’ITIA ha inviato alla giocatrice un avviso di pre-accusa di infrazione delle norme antidoping ai sensi dell’articolo 2.1 del TADP (presenza di una sostanza vietata nel campione di sangue di un tennista) e dell’articolo 2.2 (uso di una sostanza proibita senza una valida esenzione ad uso terapeutico). Perciò dalla data in questione è scattata la sospensione preventiva.
Il procedimento ha vissuto un’ulteriore tappa fondamentale poco meno di un mese fa, ossia il 27 ottobre 2024 quando Bartunkova ha notificato all’ITIA di aver identificato in un integratore contaminato la causa della trimetazidina riscontrata nelle sue analisi.
A quel punto, l’ITIA ha incaricato il Laboratorio di Ricerca e Analisi di Medicina dello Sport dello UTAH negli Stati Uniti (SMRTL), centro indipendente e accreditato dalla WADA di testare l’integratore. I risultati emersi hanno confermato lo scenario dichiarato dall’indagata, verificato da un team di esperti – del ramo scientifico richiesto in tale circostanza – slegato dalle vicende.
Così si è arrivati alla proposta definitiva dell’11 novembre 2024: in cui, a seguito dei precedenti in essere per casi simili di violazione del TADP e ai sensi del Codice mondiale antidoping oltre a tenere in stretta considerazione la natura della sostanza e le circostanze relative al caso specifico, l’ITIA ha deciso di offrire a Bartunkova una sospensione pari ad un periodo di sei mesi.
Il tempo scontato in regime di sospensione provvisoria è scomputato dal periodo di squalifica. Per cui, Bartunkova è libera di giocare a partire dalla data della sentenza emessa, ossia a partire dall’11 novembre 2024.