(a cura di Francesco Maconi)
Nonostante la settimana decisamente positiva, che lo ha visto raggiungere la terza semifinale in carriera alle Nitto ATP Finals, davanti ad avversari ben più favoriti, Casper Ruud non ha potuto nulla dinanzi a uno Jannik Sinner scintillante, che ha estromesso il numero 6 al mondo per 6-1 6-2. Per il tennista norvegese il lavoro da fare è ancora tanto e specialmente sarà necessario concentrarsi sull’appiattire un po’ i colpi per poter reggere meglio il confronto sul cemento e sull’erba. Un motivo potrebbe essere anche letto nella chiave dell’incontro tra lui e Sinner: con giocatori che ti soffocano con colpi potenti, Ruud fatica spesso a trovare il vincente, che è l’unico modo a volte per uscire dallo scambio. A certi livelli, dove si sbaglia poco anche prendendosi dei bei rischi, saper contrattaccare è la chiave per vincere.
D: Scusa se mi concentro su Jannik, ma volevo chiederti secondo te qual è la cosa più impressionante nel suo gioco?
“Oggi ha giocato benissimo, sia in attacco che in difesa, e mi è sembrato che si muovesse meglio di quanto ci si potrebbe aspettare da lui, siccome è un ragazzo piuttosto alto. In alcuni punti, in cui lo spostavo da una parte all’altra, lui difendeva e scivolava molto bene. Sono rimasto davvero impressionato da tutto il suo gioco. Non lo affrontavo da tre anni, e durante questo periodo tutto nel suo gioco è migliorato. Quest’anno sembra che abbia fatto un salto di qualità in ogni aspetto, ma anche già rispetto all’anno scorso. È davvero bello da vedere. Ammiro molto Jannik come giocatore e come persona: è molto serio in quello che fa, è fonte d’ispirazione. Anche se è più giovane di me, ho molto da imparare da lui.”
D: Possiamo paragonare questo Jannik al Djokovic che hai affrontato in passato?
“No, non credo, secondo me, perché giocano un tennis diverso. In TV sembra probabilmente simile il modo in cui giocano, ma Jannik tira più forte di Novak, non ti lascia respirare, mentre con Novak puoi giocare gli scambi. Non voglio dire che sia più facile giocare con Novak, perché è il migliore della storia, ma almeno con Novak puoi giocare più scambi e non essere terrorizzato dal fatto che Novak tiri una bomba lungolinea o diagonale. Non mi piace necessariamente paragonare i giocatori perché ognuno ha il proprio stile. Per me, non ti rendi conto di quanto velocemente giochi Jannik finché non lo vedi giocare dal vivo e sei lì nello stadio. Ho potuto allenarmi con lui qui prima del torneo e anche lì mi ha preso a calci. In un certo senso sapevo cosa mi aspettasse oggi. A volte hai la sensazione che i giocatori possano giocare ancora meglio in allenamento perché giocano senza pressione, ma oggi ha giocato davvero bene dall’inizio alla fine. Non ho iniziato molto bene il match, quindi mi sono stressato e ho forzato un po’, ma anche nei punti che ho giocato come si deve, lui era lì a difendere in maniera impeccabile. Non era la mia giornata, ma non dirò che avrei vinto se la fosse stata. Spero solo di poter giocare contro Jannik più spesso in futuro, perché è una sfida davvero divertente, anche se oggi ho perso male.”
D: Rafa sta per giocare alcune delle sue ultime partite. Sembri un giocatore che ha preso in prestito alcuni elementi del suo stile. Come descriveresti il suo impatto sullo stile di tennis giocato dalla tua generazione?
“Se guardi la top 10 o anche la top 100, penso che ci siano meno giocatori in percentuale che preferiscono giocare sulla terra battuta. A me piace molto, e penso che sia una superficie che si adatta sicuramente al mio gioco. Guardare Rafa giocare bene sulla terra battuta è davvero soddisfacente, per me almeno, perché la partita non è fatta solo da, per esempio, servizio più uno, ace qui, vincente là, errore là: ci sono scambi quasi in ogni punto. Lo trovo interessante da guardare, e amo il modo in cui è capace di girare intorno alla palla mentre prepara il dritto, per poi colpirlo e iniziare a soffocare l’avversario colpo dopo colpo. Questo è il modo in cui ho imparato a giocare a tennis: con margini di sicurezza stando bene dentro le linee, usando il topspin per assicurarmi che la palla entri. Sono stato sicuramente plasmato guardando molto il tennis di Rafa, come anche quello di un giocatore che abbiamo visto ritirarsi di recente, ovvero Thiem. È stato il più vicino a Rafa, dopo Rafa, nel modo in cui giocava sulla terra. Mi è piaciuto molto guardarli giocare, perché trovo questo modo di giocare a tennis davvero bello. Purtroppo, la maggior parte della stagione si gioca sul cemento, una superficie più veloce. Io sto sempre cercando di migliorare, ma ai miei occhi è troppo tardi per cambiare che tipo di giocatore sono a questo punto: ho 25 anni, il mio gioco è questo. Non inizierò a giocare super piatto o con uno stile di tennis diverso da quello che ho ora. Però devo essere in grado di appiattire un po’ di più i colpi e anche essere in grado di rischiare un po’ di più. Penso che possiamo vederlo bene con Jannik a volte, e anche con Alcaraz: quando senti che li hai in pugno, loro possono ribaltare il punto con un colpo in corsa, che sia di dritto o di rovescio. Questo è qualcosa che manca decisamente al mio gioco sul cemento ed è qualcosa su cui nelle prossime settimane e mesi cercherò di continuare a lavorare. Ci vorrà tempo. È sicuramente un obiettivo, per me, essere in grado di appiattire di più i colpi, dato che so che la maggior parte della stagione si gioca sul cemento. Per quanto riguarda Rafa, lui è uno che ce l’ha fatta: Ha vinto due Wimbledon, quattro US Open, due Australian Open, un oro olimpico sul cemento, quindi non è impossibile. È solo una superficie che potrebbe essere un po’ più impegnativa e un po’ più vulnerabile per i giocatori con uno stile più aggressivo.”